Peppino Impastato aveva solo 30 anni e amava fare quella che un tempo si definiva controinformazione. Con la sua Radio Aut, l’emittente radiofonica autofinanziata e fondata nel 1976, si divertiva a far satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale. Rompendo il tabù dell’omertà e sbeffeggiando mafiosi e politici, denunciava gli orrori di cui la sua martoriata terra, quella Sicilia che tanto dà ma che tanto prende, era vittima. La sua vitalità, il suo coraggio e il suo desiderio di democratica giustizia non potevano però passare inosservati: la notte tra l’8 e il 9 maggio 1978 Peppino venne assassinato con una carica di tritolo messa sotto il suo corpo adagiato sui binari della ferrovia che collega Palermo con Trapani. Una beffa: da lì a pochi giorni si sarebbero tenute le elezioni a cui lo stesso Peppino era candidato ed era noto a tutti in paese, a Cinisi, che Peppino dava fastidio al potere, soprattutto dopo l’esposizione qualche giorno prima di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio. La sua morte, che coincide con il ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, venne rubricata come “incidente sul lavoro”. Solo dopo che gli amici misero a disposizione degli inquirenti molti indizi dell’esecuzione divenne addirittura “suicidio”.
In Sicilia, come altrove, nessuno ha dimenticato la storia di Peppino, grazie anche all’impegno in prima persona della madre Felicia e del fratello Giovanni, la cui sete di giustizia è stata parzialmente placata molti anni dopo con la condanna dell’esecutore dell’omicidio Vito Palazzolo nel 2001 e del mandante Gaetano Badalamenti nel 2002.
La storia di Peppino, già trasposta sul grande schermo da Marco Tullio Giordana con I cento passi, continua a rivivere ancora oggi grazie allo spettacolo teatrale Dietro i tuoi passi diretto da Massimo Natale (L’estate di Martino) e musicato da Roberto Colavalle. Ideato da Domenico Cangialosi, Claudia Perna, Calogero Macaluso e Francesco Basile, Dietro i tuoi passi è un atto d’amore verso un personaggio che ha lasciato alla storia e all’Italia una testimonianza esemplare di lotta contro la mafia, una trasposizione teatrale nata nel convincimento che il teatro possa e debba contribuire a salvare dalle ingiurie del tempo e dall’oblio grandi uomini come Peppino Impastato.
Dietro i tuoi passi: Domenico Cangialosi, Gianpiero Pumo, Claudia Perna, Duan Melodia, Calogero Macaluso.
Raccontando in un palcoscenico la vita, la lotta, il contesto familiare e sociale di un uomo in perenne lotta contro le ingiustizie, Dietro i tuoi passi è in tournée per l’Italia, riscuotendo successo sia di pubblico sia di critica. Il nuovo ciclo di rappresentazioni riprenderà con l’estate e a raccontarcene lo spirito sono le parole di Massimo Natale:
«Peppino Impastato è sicuramente un simbolo. Un personaggio che con la sua vita ci ha lasciato un messaggio preciso, chiaro, inequivocabile. La mafia, e con essa il silenzio, l’omertà e la contiguità, sono da combattere sempre e comunque: a testa alta, con coraggio e senza timori. Raccontare in teatro vicende come questa, di questa complessità e così emozionante è sempre difficile. Soprattutto quando precedenti illustri come il film “I Cento Passi” di Marco Tullio Giordana ci hanno descritto questa vicenda con una forza ed una chiarezza sorprendenti. Ed allora , questa volta, abbiamo voluto sottolineare un aspetto di questa vicenda: l’incomunicabilità. Gli ostacoli nati nei rapporti tra famigliari, nei rapporti con la gente, con i paesani. È per questo che il nostro palco lo abbiamo voluto pieno di ostacoli, di barriere, di impedimenti. Perché Peppino si è dovuto muovere, nella vita, tra ostacoli spesso invisibili ma non per questo meno efficaci. Ostacoli che lo hanno piano piano isolato. Perché Peppino Impastato è stato lasciato solo. Da tutti. Si è battuto con un gruppo di amici ma la gente, la cosiddetta società civile, gli ha voltato le spalle oppure, nel migliore dei casi, ha fatto finta di non vedere e non sentire. E si sa… la mafia uccide quando vieni lasciato solo. Un altro punto di forza di questo allestimento è la passione, la voglia e la bravura degli interpreti. 5 attori – Calogero Macaluso (che interpreta Luigi Impastato, il padre di Peppino), Claudia Perna (è Felicetta Bartolotta, la madre di Peppino), Gianpiero Pumo (è Peppino), Domenico Cangialosi (è Salvo Vitale, amico di Peppino) e Duan Melodia (è Giovanni Impastato, il fratello di Peppino) - che hanno nel cuore il loro punto di forza. La passione, l’orgoglio e la forza di essere “figli del sud” scorre nelle loro vene e restituisce forza, ardore e passione ai loro personaggi. Vederli emozionati fin dalle prove, con gli occhi lucidi, è qualcosa che non si può dimenticare. E che arriva in sala, in platea, nel cuore. È un’occasione, questo spettacolo. Un’occasione da non perdere. Perché la fiaccola accesa dal sacrificio di tanti nostri concittadini come Peppino Impastato, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Rocco Chinnici, Rosario Livatino, Carlo Albero dalla Chiesa e tanti, troppi, altri, non si spenga mai».
Cercate di non perderlo. In memoria di Peppino e per far sì che i sacrifici di chi crede in un futuro libero e democratico, privo di ogni imposizione legale ed illegale, non si rivelino inutili.
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