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Archive, quando la musica non basta
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La mia passione per il mondo british non basta a spiegare la folle attrazione che ho per il gruppo degli Archive. Il loro modo assolutamente originale e frenetico di rinnovarsi e cercare nuovi stili e mezzi espressivi, ad ogni album, ad ogni cambio di formazione, è uno dei motivi che parzialmente la spiega.
Era il 2000 quando un carissimo amico mi segnalò la prima loro canzone, Headspace. Aveva qualcosa di languido dei Massive Attack, ma c'era altro. Era per me come una colonna sonora, anzi era evocativa più di una colonna sonora, raccontava da sola una storia, era più di una semplice canzone.

 

Li ho seguiti nel corso degli anni. Alcuni pezzi erano per me inascoltabili e noiosi (in effetti nella prima formazione c'era un rapper), altri una scoperta incredibile nel panorama contemporaneo, almeno nel mio. Alcune canzoni erano senza ombra di dubbio adatte al cinema, solo strumentali e con le scelte più varie di strumenti, a cavallo tra trip hop, elettronica, alternative rock, qualcosa che somigliava al rap e non so che altro (non sono brava con le etichette, figuriamoci con i generi musicali). In un modo o nell'altro, sia che fossero un flusso strumentale ininterrotto che un'esperienza più carnale, erano per me affascinanti e imprigionavano spesso e volentieri i miei stati d'animo dando loro voce.

Accomodo qui alcuni esempi dei loro diversi modi di far musica:


1)  Old artist, 1997, strumenti, atmosfera


2)  Headspace, 1997, voce femminile languida, ritmo pelvico


3) Again, 2002, circolare, floydiana, ipnotica

 

Mi sono chiesta spesso, all'epoca, perché non lavorassero nel cinema. Mi sembravano assolutamente perfetti. E infatti scoprii in ritardo, solo anni dopo per merito di un fortunato recupero (scaturito dallo stesso carissimo amico), che avevano davvero lavorato nel cinema. L'intera colonna sonora di Michel Vaillant infatti è loro. Non la trovo potente come la musica degli album, ma ci sono dei brani che mi danno comunque dei brividi, pur se citano altro (ad esempio, come in questo brano, The end dei Doors).

 

 

Per alcuni anni non li ho seguiti, ma solo per caso e non per scarso interesse. Nel 2004, quando appunto ho scoperto l'esistenza della colonna sonora, mi sono re-innamorata di loro tramite l'album Noise, che era frutto della nuova formazione con Craig Walker con cui avevano prodotto gli ultimi tre album, ma io non lo sapevo. Non sapevo che nel momento in cui mi stavo riavvicinando a loro si chiudeva un altro periodo e si preparavano ulteriori grandi trasformazioni.
Noise era diverso. Alcune canzoni erano unite a blocchi come in un concept album, e i testi cominciavano ad essere ancora più particolari, molto duri, mai accomodanti, sempre centrati su un mood che, al di là del fatto che sembrasse accogliere e amplificare il mio, era troppo particolare per non distinguersi dalla musica degli stessi anni. Entrai in fissa con le prime tre canzoni (Noise + Fuck U, dal testo tremendo + Waste) al punto da ipotizzare di scrivere un corto muto che avesse come traccia sonora unicamente loro. E da allora non hanno smesso di ispirarmi.

 

 

Tra il 2004 e il 2006 c'è stato il cambiamento definitivo: non più una formazione fissa, ma una specie di collettivo in cui i membri fossero liberi di partecipare o meno, secondo ispirazione. Craig Walter era stato sostituito da Dave Pen (già nel tour del 2004), e l'elemento che si era aggiunto era Pollard Berrier, dall'aspetto decisamente emo e dalla voce particolarissima (in alcune canzoni è difficile identificare la voce come femminile o maschile, al primo impatto). La voce femminile era della bruna e prorompente Maria Q. Mancava solo una bionda.

Intanto, la canzone che dà il titolo all'album del 2006 è un altro pezzo floydiano ed evocativo. Mentre il testo della prima ha già il sapore dei testi più duri come era stata Fuck U e come saranno molto dei testi di Controlling Crowds:

 

Step by step, you're gonna make yourself feel better
Buy yeah buy, you're gonna make yourself feel better
Try yeah try, you're gonna make yourself feel ruthless
More yeah more, you're gonna make yourself feel sane

Can't stop looking and you can't stop taking it in
Head's full baby, but you can't stop taking it in
Reach yeah reach, 'til your arms can't reach any longer
More yeah more, you're gonna make yourself feel sane

Numb it again

 

Da Lights in poi la loro musica nella mia percezione diventa sempre più completa. Perché Lights è un album bello e mi ci affeziono subito, ma quello che nel 2009 nasce come album in quattro parti (Controlling Crowds) suddiviso inizialmente in due blocchi (I-II-III, a cui viene semplicemente dato il titolo di Controlling Crowds e part IV in un album a se stante) è secondo me tutto quel che in potenza sono capaci di comporre unendo tutte le teste.

È da questo album che cominciano anche a realizzare dei video che hanno decisamente qualcosa in più rispetto all'essere semplice accompagnamento o sfondo della musica. Hanno, in immagini, la stessa potenza e lo stesso carattere cupo che hanno alcuni testi (per esempio Dangervisit). Se facessero film, il discorso sarebbe lo stesso: pur se le atmosfere richiamano altri registi, lo stile è personale e originale.

 

 

Questa è Bullets, che verrà anche utilizzata nel teaser del videogioco Cyberpunk 2077.
Controlling Crowds contiene canzoni collegate come già era capitato in passato e in particolare una delle mie preferite in assoluto che è il dittico Collapse Collide + Clones (che per me potrebbe fare interamente da colonna sono a qualcosa) ma forse il pezzo più cinematografico è l'ultimo (intendo, l'ultimo dell'intero album, quindi l'ultimo di part IV):

 

 

Poi arriva il 2012, altro giro, altro album, nuova voce (l'avevo detto che ci voleva la bionda!). Incontrano Holly Martin e se ne innamorano (come dar loro torto...). E nei video che girano per il nuovo album, dal titolo With Us Until You're Dead, cominciano a comparire in prima persona Holly e Dave.

 

Stick me in my heart ha un taglio decisamente cinematografico

 

mentre la crudele Hatchet ha un testo che ricalca la violenza di Fuck U (e quindi ovviamente va diritto nella mia top ten personale).

 

Ma il cinema incombe. Perché quest'anno la loro fusione di mezzi è totale. A fine maggio esce il nuovo album dal titolo Axiom, ed esce contemporaneamente come album e come mediometraggio di quaranta minuti: AXIOM represents Archive’s most ambitious project to date, a forty minute short film and accompanying album set for release on CD, Vinyl, Download, DVD and in Cinemas spring 2014. The band will perform AXIOM live to accompany the film at a one-off worldwide exclusive performance, at the prestigious London Roundhouse venue on Thursday 29th May.

Di Axiom esistono già due trailer, che inserisco di seguito:

 

 

a cui c'è da aggiungere il video di un'altra canzone già uscita (le altre hanno solo video non ufficiali o non legati al film):

 

Dall'uscita di album e film in poi, saranno in giro in tour. Quest'anno solo quattro date di cui due in Svizzera e due in Inghilterra, purtroppo: nel 2010 arrivarono in Italia (andai ad ascoltarli a Treviso) e nel 2011 erano a Roma, ma non ho potuto esserci.

 

Parcheggio qui la mia personale playlist di gradimento, per riascoltarli in loop, nell'attesa di Axiom. Buon ascolto.

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