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Vladimir vs. Vladimir
di alan smithee
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Quasi un corpo a corpo tra due personalita' che piu' antitetiche non si potrebbe nemmeno riuscire ad immaginare. Da una parte il Vladimir che "regna" le sterminate vastita' russe, forte di un consenso popolare che si regge e fa forza anche molto sull'ignoranza, sul pregiudizio e sulla mala-informazione: una popolarita' ed un consenso tra la popolazione russa che non pare cedere nemmeno di fronte all'adozione di misure di legge sconcertanti e apertamente lesive di diritti umani  e principi di liberta', che riportano la Russia indietro sino ai tempi oscuri della Guerra fredda e della superpotenza silenziosa e complottista, o, ancor peggio, alla patria di quel comunismo puro, matematico e teorico, e dunque intransigente ed impositivo, spietato e falso, duro e nemico della tolleranza e delle liberta' di espressione e manifestazione del pensiero. 
Dall'altra il Vladimir colorato e stravagante, la regina e il baluardo dell'eccentricita' e della liberta' di pensiero, di costumi, di manifestazione dei propri diritti  della propria diversita'; un ciclone colorato e senza freni che ha dimostrato di non farsi intimidire affrontando "di petto" anche mondi e contesti - quello politico su tutti, ma anche quello dei palinsesti televisivi con il successo ed in consenso popolare ottenuto trionfando nel talent show piu' seguito, quello che l'ha resa star incontrastata e fatto tramontare tabu' e preconcetti da benpensanti - in cui nessuno avrebbe scommesso potesse distinguersi con fiera e temeraria coerenza nei confronti della salvaguardia di diritti che ancor oggi faticano ad essere accettati come dogmi indiscutibili. (vedasi il breve ma toccante resoconto di ieri reso a proposito della testimonianza toccante  ottenuta in sala da Luxuria in persona a proposito della sua contrastata trasferta russa ai Giochi Olimpionici di Sochi). 
E mentre la scultura irresistibilmente (ma pure tristemente) sarcastica  di un "Puting che fa outing e chiede scusa", ("Pounting", opera della scultrice Annalisa Venturini") lascia Torino e questo festival per una "processione" in giro per lo stivale alla ricerca di consensi e soprattutto a caccia di indignazione da parte di una opinione pubblica che deve per forza crescere e farsi sentire, intanto L'ALTRO FESTIVAL va avanti col suo variegato ed interessante cartellone. 

Il primo pomeriggio di ieri la rassegna "binari/traks" ha presentato una serie di cortometraggi piuttosto interessanti: tra questi sei segnalo in particolare  i due che ritengo piu' riusciti e complessi: l'israeliano SUMMER VACATION di Tal Grant e Sharon Maymon, e' un intrigante e malizioso diario di una vacanza al mare di una tranquilla famiglia giovane e bella: marito, moglie con due figli in eta' teen. Un banale incidente che avrebbe potuto avere conseguenze drammatiche sul capo famiglia, comporta che quest'ultimo, bel quarantenne affascinante, venga tratto in salvo da un aitante coetaneo, in vacanza pure lui con un amico piu' giovane. La sera, a cena tutti assieme, tra il tratto in salvo ed il salvatore si notano imbarazzi e tensioni che gli altri membri cercano di far passare in secondo piano senza prestarvi attenzione. Poi un piccolo particolare fondamentale, legato ad un numero telefonico del padre di famiglia salvato nella memoria telefonica del muscoloso salvatore, rivela che i due uomini ben si conoscevano in passato: amanti segreti o di vite e situazioni sentimentali passate, i due trattengono solo inizialmente la passione che ancora li caratterizza. In un crescendo di contrasti e di tensione emotiva, il film procede con tratti da thriller fino a sfiorare la tragedia, che si stempera nell'immagine belissima e naturale di un terzetto uomo-donna-uomo di spalle, in riva al mare, e sotto un ombrellone che comunica affiatamento, ragionevolezza, partecipazione e ritrovata pace interiore e dei sensi. 
voto **** 
 


ONE NIGHT del sudcoreano Kim-Jho Gwang-Soo conferma ancora una volta, ce ne fosse bisogno, la invidiabile salute del cinema coreano, da cui e' appropriato attendersi sempre grandi sorprese. In una cittadina come tante, la vita irrisolta di un ragazzo studente e di due suoi amici gay, subisce una svolta quando il ragazzo, mentre esce da scuola felice della fine degli esami, viene salvato da un investimento da un attraente trentaduenne, che pero' si volatilizza e sparisce nel nulla. Quello stesso giorno il giovane avra' modo di rincontrarlo casualmente nell'unico locale gay triste e malinconico in cui si reca con i due simpatici amici coetanei. 
Una fuga d' amore a Seul con l'uomo riservera' gioie e dolori, felicita' effimere sopraffatte dall'amarezza di cose e particolari non detti e abilmentemed astutamente trattenuti. Un film spigliato, divertente, leggero ma pure intenso e a tratti emozionante e sincero che riflette le tensioni delle prime esperienze e la potenza dell'emozione giovanile che esplode improvvisa come un sentimento ingovernabile e trascinante. 
voto **** 
 
Il focus sulla "famiglia" in programma alla sala 3, comprende il corto THE DEVOTION PROJECT: MY PERSON, singolare confessione di una coppia felice e di certo non proprio standard, nonostante le insospettabili apparenze, e soprattutto il lungo UNA FAMILIA GAY, di Maximiliano Pelosi, autoritratto di coppia dello stesso Pelosi e compagno. Un ironico e spigliato quadro con al centro un microcosmo familiare felice e sereno, in cui la coppia si domanda, senza drammi o tensione alcuna, se oggi in Argentina, dopo la conquista della parificazione dei diritti tra coppie etero ed omosessuali, sia ancora necessario e utile unirsi in matrimonio o se invece questa nuova legge lo renda superfluo o superato. Arricchito da interviste vere piu' del vero, l'interessante docu-fiction riesce a far emergere una situazione di coppia in cui l'amore e l'attaccamento prevalgono chiaramente sopra ogni forma burocratica di catalogazione legale, religiosa o civile, e quindi sostanzialmente burocratica, del rapporto sottostante.
voto *** 
 

locandina

A Gay Family (2013): locandina



La sera verso le 20, in una sala 1 straripante di pubblico, dopo il mini concerto che prima di ogni proiezione vede coinvolto un gruppo musicale torinese alle prese con un proprio pezzo originale, il film cubano LA PARTIDA di Antonio Hens ci riporta, non senza nostalgia, indietro di quasi vent'anni ai tempi dell'orgoglioso, unico e toccante Fragola e cioccolato. 
La partita del titolo e' piu' che altro quella della vita, oltre a quella calcistica che potrebbe riservare a Reinier un futuro di gloria, soldi e fama, allontanandolo una volta per tutte dalle nottate trascorse al Malecon a battere alla ricerca di turisti maschi affamati di sesso, in grado di fornirgli sostentamento per se' e per la propria famiglia. 
Yosvani invece, coetaneo, si divide tra l'attrazione, non certo corrisposta, di una giovane infatuata di lui che vorrebbe sposarlo e farlo lavorare col fratello, arrogante commerciante e strozzino, e l'amore vero ed irrefrenabile per l'amico Reinier. 
Troppi pregiudizi in una Cuba dove tutto e' in vendita tranne l'orgoglio di essere veri uomini anche se costretti a svendersi alle libidini dello straniero. Una lunga corsa sempre in bilico tra i mille ostacoli che la vita mette dinanzi, e una tragedia annunciata che si abbatte sempre e solo sui piu' poveri e i piu' bisognosi come in un'opera verghiana. La partida ha forti potenzialita' attrattive e si fa forte di una storia che si segue con passione e partecipazione fino all'epilogo drammatico e sanguigno che tutti inevitabilmente ci aspettiamo. Un gran successo in sala per uno dei film in concorso che potrebbe puntare al premio. 
voto **** 
 

locandina

The Last Match (2013): locandina



NIGHT FLIGHT conclude il mini-ciclo che il festival quest'anno dedica all'interessante e dotato regista sudcoreano Lesong Hee-Il, dopo la trilogia di due corti e del bellissimo White Night di ieri. Ancora omosessualita', ma la tematica odierna punta il dito sulla scottante problematica del bullismo e della discriminazione nelle scuole, che coinvolge e rende vittima ragazzi omosessuali o anche semplicemente tutti coloro che, per svariate ragioni, non sembrano facilmente omologabili agli standard comportamentali in voga presso la arrogante gioventu' odierna. 
Tre ragazzi incrociano le proprie esistenze, caratteri, ed istinti di sopravvivenza all'interno di un istituto in cui i professori sono degli automi o dei mostri di insensibilita' che servono solo ad alimentare contrasti e la caccia alle streghe su chi e' diverso e non intende o non puo' omologarsi a standard comportamentali giudicati conformi. 
La storia d'amore impossibile tra Yong-ju, consapevole della propria diversita', ed il duro capobranco Gi-woong, risale ai tempi della puberta' e si snoda e chiarifica dopo un calvario di vicissitudini e violenze, soprusi e cattiverie gratuite che hanno come luogo di incontro, intervallo e riflessione, un vecchio locale in disarmo, il Night Flight appunto, dove la passione ed il tempo per pensare con la propria mente libera da convenzioni e pregiudizi, portera' a riavvicinare due ex- amici allontanati dal ruolo che la societa' ha finito per affibire ad ognuno di loro. 
Forte di una regia potente che esalta le situazioni in movimento con inquadrature davvero efficaci e visivamente molto dirompenti, nonche' fotografato con perizia e cura per l'effetto poetico che esalta il contrasto tra il cemento di una urbanizzazione senza scrupoli e una natura che riesce ancora a restare protagonista di attimi intensi di fascinazione, Night Flight ci viene presentato nella versione lunga (forse sin troppo) presentata all'ultima Berlinale. Resta un film intenso, sanguigno ed affascinante che urta e disorienta con la forza e la prepotenza delle sue immagini che vanno di pari passo con l'esuberante violenza di una classe giovanile senza scrupoli ne' alcuna parvenza di umanita'. 
Non bello ne' riuscito come l'asciutto, conciso ed affascinante White Night, questo film, efficacemente accompagnato da una colonna sonora coinvolgente a cura del musicista dall'italiano Altamura, tuttavia conferma le potenti doti registiche di Leesong Hee-Il, un regista che di certo non scorderemo. 
voto ***1/2 
 

locandina

Night Flight (2014): locandina

 

Il regista Leesong Hee-Il nella foto di Port Cros

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