Da amante dell'animazione quale sono, aspettavo e aspetto con ansia - e speranza disattesa - l'uscita nelle sale del film di Makoto Shinkai "Il giardino delle parole", regista di ultima generazione che ho già apprezzato nel suggestivo 'Viaggio verso Agartha' (2011).
La sua ultima fatica è la storia delicata di un'amicizia un po' particolare tra una donna matura e un ragazzo adolescente, che s' incontrano solo nei giorni di pioggia presso il pergolato di un giardino.
Il trailer è qualcosa di fenomenale per la bellezza e la poesia delle immagini.
Il film esce il 21 maggio, e con mio sommo rammarico, ho scoperto recentemente che sarà presente nei cinema per un solo giorno, per me un' usanza da paese incivile che non promuove come dovrebbe la cultura di opere così belle e di valore, un po' lontane dalla nostra tradizione più legata all' animazione americana, come era già successo per lo stupendo e sublime "Wolf Children - Ame e Yuki i bambini lupo" che consiglio di recuperare a chi non l'avesse visto e ama l'animazione giapponese.
Faccio fatica ad accettare e comprendere che certi film debbano essere tanto penalizzati a vantaggio di altri, ma capisco anche che certe terribili leggi di mercato e distribuzione dettino le regole del gioco; purtroppo gli interessi economici contano più di tutto il resto.
So che c'è chi dirà che in un paese come il nostro è già tanto che certi film escano nelle sale per un solo giorno, ma non posso fare a meno di provare una profonda tristezza e anche un leggero fastidio.
Mi auguro che in futuro la situazione possa migliorare e che venga dato un po' più di spazio e diffusione a certe opere... ma chissà quando questo potrà avvenire.
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