Il semaforo nasce come momento di pura evasione. Non c’è critica né approfondimento ma solo la sana e consapevole libidine di ciarlare del nulla, di sfogarsi di seguito ad un’intensa settimana cinematografica fatta di uscite in sala, film in televisione, dichiarazioni sui giornali ed inevitabili polemiche. Ogni fine settimana film o personaggi saranno presi di mira o premiati per qualcosa che li riguarda. Il meccanismo è semplice: tre semafori rossi per qualcosa da bocciare, tre gialli per qualcosa che ci ha lasciati perplessi e tre verdi per qualcosa da premiare. In più, ai semafori potrebbero aggiungersi anche due pass speciali, uno positivo chiamato All Access e uno negativo denominato No Entry, concessi in via del tutto eccezionale a chi si è distinto notevolmente per un verso o per l’altro. Nello spazio commenti, chiunque può contribuire a dire la sua durante l’arco della settimana e vedere il weekend successivo la propria osservazione passare sotto i riflettori per un confronto più ampio.
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INCOMPRESA: Seppur sia al suo secondo lungometraggio da regista, arrivato a 10 anni di distanza dal precedente Ingannevole è il cuore, Asia Argento trova accoglienza a Cannes. Per giorni, si è rincorsa la voce che sarebbe stata l’unica italiana in concorso: alla fine il suo film è finito nella sezione, sempre interessante, di Un certain regard. E premio anche al coraggio per una storia che si preannuncia molto autobiografica e in grado di coinvolgere una produzione francese e Charlotte Gainsbourg come protagonista.
TRANSCENDENCE: Esordire alla regia e per di più con un film di fantascienza credibile, seppur non molto riuscito, è piuttosto difficile. Wally Pfister ci riesce tenendo salde le fila di una storia che in mano ad altri sarebbe risultata pretestuosa e senza alcun filo logico. Merito degli anni trascorsi a fianco di Christopher Nolan, che piaccia o non piaccia sa quali sono gli elementi basilari per essere un buon direttore e portare a casa il risultato.
SONG ‘E NAPULE: I fratelli Manetti meriterebbero un intero saggio sulla eterogeneità del loro cinema. Spaziano dal thriller e dall’horror nostrano per arrivare alla commedia poliziesca che omaggia gli anni Settanta. Se fossero nati negli Stati Uniti sarebbero osannati al pari di Tarantino: sono invece italiani e rischiano di passare inosservati con un titolo che, prendendosi in giro e sfruttando il successo della neomelodia napoletana, invece è un peccato perdere.
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GIGOLO’ PER CASO: Vada per l’assunto ironico di fondo ma che bisogno aveva Woody Allen di dar corda alle pretese dell’amico John Turturro? Gigolò per caso è uno di quei titoli che non sai come prendere: non capisci se è puro divertissment o se nasconde pretese autoriali tese a far riflettere. Allen, alle prese con le ulteriori dichiarazioni dell’ex figliastra, avrebbe forse dovuto tirarsi indietro: il sesso come pallino va bene fino a un certo punto ma, se superi di molto gli anta e hai la bava alla bocca ogni volta che si muove quella cariatide della Stone, vuol dire che forse qualche problema ce l’hai.
TI SPOSO MA NON TROPPO: Continua l’ondata di pièce teatrali trasposte al cinema. Siamo appena reduci da Ti ricordi di me? e già dobbiamo confrontarci con il testo di Pignotta, buon autore che esordisce al cinema. Il passaggio da un medium all’altro si fa inevitabilmente sentire e non tutto è riuscito, colpa anche di un argomento come quello del matrimonio ultimamente abusato e di un cast non all’altezza delle premesse (la Incontrada e i ritmi comici sono come due rette parallele destinate ad incontrarsi all’infinito). Sarà per la prossima, caro Gabriele.
ONIRICA: Più che al conturbante e presuntuosetto film di Majewski, il semaforo va all’ufficio stampa italiano che ha promosso l'opera. A parte le righe sintetiche di trama, ci sarebbe ad esempio piaciuto leggere le note di produzione, le intenzioni dell’autore e/o le interviste al cast, per capire qualcosa in più della lavorazione di un’opera a prima vista ostica. Essendo un’anteprima mondiale, non erano disponibili pressbook internazionali e questo la dice lunga su come operino diversi addetti del settore, che più che promotori sono traduttori.
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VAMPIRE ACADEMY: Più che al film in sé, inedito in Italia e la cui uscita in sala è fissata genericamente al 01/05, il semaforo va alla situazione critica in cui versa il distributore Moviemax Italia. Al declino di diverse case di distribuzione italiane ci siamo quasi abituati ma in questo caso ci dispiacerebbe vedere bloccati per sempre in una sorta di limbo opere come Third Person di Paul Higgis e The Zero Theorem di Terry Gilliam, acquistate da tempo e rimaste nel cassetto.
THE AMAZING SPIDER-MAN 2: L’uscita in sala dei film Marvel ha sempre suscitato curiosità anche per un piccolo gioco che gli aficionados amano fare: riconoscere e scorgere tra le comparse il mitico Stan Lee. Questa volta il gioco è morto in partenza: la Sony ha deciso di diffondere in largo anticipo le foto ufficiali della sequenza, togliendo a tutti il gusto di aguzzare la vista.
3 DAYS TO KILL: Negli ultimi anni Kevin Costner non è stato molto presente sul grande schermo ma la sua carriera è stata rilanciata da una miniserie televisiva western che ha riscosso molto successo in Usa e poco in Italia. Alla vigilia di due importanti uscite come 3 Days to Kill e Draft Day, il buon Kevin ha pensato di dedicarsi a una pubblicità tutta italiana, reclamizzando il noto tonno che si taglia con un grissino sullo sfondo della costiera amalfitana. Apriti cielo: a parte la pochezza dello spot in sé, polemiche fioccano da tutti i lati a causa della scelta di photoshoppare la location facendo scomparire un faro.
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FESTA DEL CINEMA: Ritorna dal 8 al 15 maggio, dopo il successo dello scorso anno, la Festa del Cinema. Promossa e organizzata dalle associazioni dell’industria cinematografica ANEC, ANEM, ANICA, insieme a ACEC e FICE, la Festa ha l’obiettivo di favorire, attraverso una riduzione del prezzo del biglietto, l’aumento dell’afflusso di pubblico nelle sale cinematografiche per far apprezzare la bellezza e il fascino del grande schermo e rilanciare l’importanza culturale e sociale del cinema. E che sia Festa tutto l’anno.
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WELCOME TO NEW YORK: Piccato per non essere stato inserito nella line up del Festival di Cannes, Abel Ferrara farà uscire il suo film ispirato all’affaire Strauss-Khan direttamente su internet. Non si conoscono ancora i prezzi della visione ma il comportamento ci appare leggermente infantile: aspettare un altro festival, come faranno in molti, no? Peggiore ancor più di quella di Ferrara è la reazione di Fatih Akin, che prima ancora dell’annuncio dei titoli in competizione ha fatto sapere di avere ritirato il suo The Cut. Il silenzio in certi casi sarebbe d’obbligo, considerando che nessuno mai avrebbe scoperto la lista dei trombati di Fremaux e Jacob.
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