La scena è quella del ritorno di Mathieu sui propri passi dopo il tentato suicidio per il supposto tradimento di Cédric e la decisione di non vederlo mai più, seguendo il consiglio della psicologa che gli ha suggerito di provare a riannodare i fili del proprio passato… frastornato, solo e senza un soldo e soprattutto consapevole di aver perso l’occasione per un cocciuto, intransigente puntiglio, oppresso da una amarezza senza fine, con l’unica compagnia di una gatta randagia raccolta in giardino e il freddo pungente che ghiaccia le ossa e che nemmeno i ceppi scoppiettanti del camino riescono a riscaldare…
La confusione era totale, ma da qualche parte bisognava pur cominciare. Comprendeva perfettamente che rinunciando volontariamente a Cédric ormai gli restava soltanto il ricordo – quasi niente – di un sogno che si era spezzato come quel cristallo trasparente ma fragile che racchiudeva la sua anima … Era bastata una semplice, impercettibile percossa per frantumarlo in centinaia di migliaia di schegge appuntite ormai disperse sul pavimento, così piccole e taglienti da non poter essere nemmeno raccolte, che si stavano insinuando in ogni fessura, in agguato, pronte a conficcarsi nelle unghie e a farle sanguinare se solo avesse cercato di recuperarle per ricomporle… No.. nemmeno le amarissime riflessioni sulla propria cocente sconfitta affidate al registratore sembravano essere capaci di contenere sofferenza e dolore. Ormai si era formata una frattura insanabile che lo stava rendendo uno “straniero” senza patria e senza amore, inviso persino a se stesso. Si sentiva abbandonato e reietto come un cane perduto senza collare, o peggio come quella gattina affamata e puzzolente che stava condividendo la sua volontaria reclusione... Eppure era Cédric che lo aveva salvato, che era venuto a cercarlo… sarebbe allora bastato solo un cenno o una parola per… ma Mathieu era ancora troppo amareggiato per riuscire a pronunciarla, non tanto per l’offesa subita, ma proprio per l’incertezza che ne era derivata, perché c’era alle spalle lo smarrimento doloroso della sua adolescenza a renderlo demoralizzato… c’era l’insicurezza infelice del suo sentirsi “diverso” a fare più duro e penoso il cammino... Si rannicchiò sotto l’insufficiente coperta per ritrovare un po’ del calore perduto e tentare di prendere sonno, ma nemmeno quello fu sufficiente per calmare una afflizione che la volontaria separazione da Cédric faceva diventare sempre più insopportabile.
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