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I bambini li guardano: Big Fish
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I bambini li guardano è una rubrica settimanale in cui gli autori raccontano, in forma di cronaca dal salotto di casa, la visione di un film per grandi ad altri genitori audaci desiderosi di allargare gli orizzonti cinematografici dei propri figli.


Big Fish (2003)
regia di: Tim Burton
con: Ewan McGregor, Albert Finney, Billy Crudup, Jessica Lange, Alison Lohman, Helena Bonham Carter
genere: Commedia

 

Visione guidata di Big Fish con Niccolò, 4 anni.
Guidata? Sì, guidata, o per meglio dire plasmata e alterata dalla visione di un padre che "cerca di corrompere, fuorviare la creatura, riempirgli la testa di sciocchezze" e nonostante tutto... gli viene su benissimo.
Questo è il tema principale di Big Fish e per questo era da tempo che volevo vedere questo film con mio figlio, perché lo trovo educativo, per me genitore in primis, ma anche per lui, perché è un modo per ricordargli quello che gli dico da sempre: tuo padre è solo un uomo, uno che sbaglia, che non devi vedere come un uomo perfetto, anche se è inevitabile che si idealizzi l'esempio.
E' esattamente come nel film in questione, Edward Bloom è un padre che vive nelle storie che racconta e il figlio ha raggiunto da tempo l'epoca in cui non vede più il suo eroe, ma vede l'uomo, ed è uno dei distacchi più dolorosi che ricordi della mia vita: il giorno in cui guardando mio padre ho scoperto che era solo un uomo e non il mito che avevo visto fino a quel momento. Ma è proprio questo, la semplicità di un uomo, che lo rende tanto più grande ai nostri occhi, perché è alla nostra portata il suo "semplice" esempio.
La storia non è certo facile, se si vuole raggiungere questo messaggio e questo messaggio è arrivato forse debolmente agli occhi del mio piccolino, del resto sarebbe stato improponibile pretendere qualcosa di diverso. Inoltre c'erano ostacoli ancora più grandi e cioè la durata del film, quella sì una vera sfida, e l'uso dei flashback che Niccolò fa fatica a comprendere e che lo portano a confondere normalmente fatti e personaggi.
A ogni modo, il film è emozionante, ricco di immagini colorate, situazioni surreali e storie bizzarre che attirano di sicuro l'attenzione di un bambino che vive di fiabe e fantasie.

Le prime domande dopo la visione sono state:

P: Ti è piaciuto?
Sorrisino. Mi risponde:
N: No
P: Cos'è che non ti è piaciuto? La strega ti è piaciuta?
N:
P: Il gigante Karl ti è piaciuto?
N:
Mi risponde emozionato, gioca a tenermi sulle spine saltellando sul posto. Mi chiedo allora cosa non gli sia piaciuto e provo a elencare quelle parti in cui, durante la visione, è saltato in piedi e mi ha fatto notare delle peculiarità.
P: E il paese degli uomini a piedi nudi? E il pesciolone che ricordava il tuo squalo? E le gemelle siamesi che ti hanno colpito perché erano due in una e ti hanno incuriosito a tal punto da farti chiedere: come fanno a essere due? E l'auto sopra l'albero?
N: Sì, tutto
A questo punto, non comprendendo il suo no iniziale, ho cambiato strategia:
P: Cos'è allora che non ti é piaciuto?
N: Non mi è piaciuta la bambina che gli toglieva le scarpe [a Ed Bloom].
P: E solo per questo non ti è piaciuto?
N: Sì, e anche perché è troppo lungo.
Detto questo ha recuperato il suo grande squalo, grande come lui, e stringendolo forte ci ha dormito insieme tutta la notte.

Come sempre la visione di un film però va rivisitata nel ricordo e così, il giorno successivo rifaccio una piccola intervista a Niccolò.
Ne riporto uno stralcio.

P: Niccolò, devo condividere con degli amici il film che hai visto ieri. Cosa gli dico, cosa ti è piaciuto di più?
N: Karl (il gigante) che soffiava via il papà quando parlava. La strega che aveva un occhio di vetro e in quell'occhio ognuno vedeva quando sarebbe morto e come. E poi il circo, il gigante mangiatore di fuoco. Mi racconta tutto questo raccogliendo la voce dal suo abisso interiore, con il risolino sulle labbra e gli occhi che sembrano sognare cose fantastiche.
P: E senti un po', si può far vedere quel film a un bambino?
N: Sì, ma non tutto.
P: Perché non tutto?
N: Perché è troppo lungo. Ah, e poi mi è piaciuta la macchina sopra l'albero e poi il pesce che sembrava una donna. E il serpente che lo inseguiva e lo stava per acciuffare, solo che il serpente è diventato un bastoncino di legno. E poi anche il paese della gente senza scarpe, a piedi nudi... ma perché quando il papà torna non c'è più nessuno?
P: Perché è arrivata la civiltà, sai cos'è la civiltà?
N: No
La domanda era retorica, ovviamente, e mentre la ponevo stavo già pensando alla risposta che doveva essere assolutamente soggettiva. L'oggettività la trovo una bella verità, insidiosa quanto capziosa. Gli ho spiegato:
P: E' quando arrivano nuovi valori e il denaro diventa più importante della vita. C'è qualcos'altro che ti è piaciuto?
N: Sì, il papà che moriva, stava per morire e la mamma è entrata anche lei vestita nella vasca. Perché lei è entrata nella vasca vestita?
P: Per essere più simile a lui?
N: Sì, forse voleva anche lei morire?
P: O forse non lo voleva abbandonare. E quando il papà veniva messo nell'acqua e si trasformava nel pesce, ti è piaciuto?
N: Sì, mi è piaciuto.
P: E perché? Perché così la morte non fa paura?
La morte, uno di quegli argomenti che da bambini si risolvono chissà in quale maniera e che la prima volta che ne ha sentito parlare Niccolò si trattava del gatto di sua zia e non l'aveva presa molto bene, aveva pianto per un po'...
N: Sì, perché la morte fa paura, sì che fa paura. Ma anche se la morte è brutta, io non ho paura. E poi sai quando mi è piaciuto?
Quando il papà era piccolo e gli amici dicevano "torna indietro!", mentre lui raggiungeva la strega.
P: In quel momento è saltato fuori un gatto e sei saltato per aria. Perchè?
N: Perché pensavo fosse la strega. Perché sono saltato per aria?
P: Perché quella scena è fatta apposta per creare l'attesa di vedere la strega e farti saltare per aria.

A questo punto gli ho posto una domanda in relazione alla parte più difficile del film, la storia "per adulti".

P: Niccolò, secondo te il figlio andava d'accordo col papà?
N: No, il figlio non gli credeva e il papà stava per morire. Poi mi piace quando dice "lasciatemi perché non è così che muoio" e le piante lo lasciano.
P: Incontrerai il tuo grande pesce nel fiume?
N: Io incontrerò un pescecane; una balena e uno squalo perchè sono i soli due pesci grandi che mi piacciono.

Accetto molto volentieri le idee, che si troveranno forse un po' confuse, che sono rimaste in Niccolò. Sono le mie, sono solo le  istantanee di tante emozioni che ci ha lasciato questa pellicola. Come quella del pesce che si pesca con la fede nuziale, l'immagine più emblematica di questo film di Burton.

E poi come in tutte le fiabe che si rispettino c'è la morale: "A furia di raccontare le sue storie, un uomo diventa quelle storie. Esse continuano a vivere dopo di lui e in questo modo egli diventa immortale."

Ecco il possibile destino a cui aspiro da semplice genitore.

Per approfondire:

 

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* Si qualifichi!
Due parole sull'autore della settimana: Cantautoredelnulla

 

Da bambino andavo pochissimo al cinema. Sono cresciuto con tantissima televisione fino a non poterne più e le rare volte che mi capitava di entrare in una sala cinematografica era per me una gioia e un’emozione unica, la rarità.
Da adulto mi sono opposto alla televisione e ho cominciato a snobbarla. Da genitore ho poi cercato di limitare mio figlio. Il televisore viene usato solo per vedere film in casa nostra.
In origine mostravamo a Niccolò Chaplin (Il monello è stato il primo film che ha visto, a due anni e mezzo), Il flauto magico di Mozart e Il mago di Oz. Poi sono arrivati i cartoni di Miyazaki, La città incantata è stato uno dei primi cartoni che ha amato.
Oggi Niccolò sceglie titoli sempre diversi, animati per lo più. Ma gli amori della prima infanzia non li scorda mai e Il mago di Oz, Il monello e il Pinocchio di Comencini sono i film che ama di più, mentre Nightmare Before Christmas, Il mio vicino Totoro e Monsters & Co. restano le animazioni preferite.
La prima volta che l'abbiamo portato al cinema è stato quando aveva due anni a vedere L'era glaciale 3, un film decisamente sbagliato per la sua età, fu poco attento e si interessò solo al T-Rex. Il secondo film fu Dragon Trainer a due anni e mezzo, lo apprezzò di più, anche se non ne capì completamente il senso. Il terzo film è stato Alice in Wonderland, direi un successone per via dei personaggi fantastici e l'azione che caratterizzano il film di Tim Burton. Ma è stato con Toy Story 3 che si è innamorato della sala cinematografica.

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