Iniziata sotto il segno della pioggia (all'italiana, potremmo dire: cerimonia bagnata, cerimonia fortunata), la 86ª edizione degli Academy Awards ha regalato emozioni e premi a tutti coloro che si sono guadagnati l'ambita nomination. Sorprese, delusioni, gioie e dolori di una cerimonia affidata per la seconda volta alla valchiria Ellen DeGeneres hanno sancito la chiusura di una stagione cinematografica (quella del 2013) ricca di capolavori ed opere degne di entrare nella storia del cinema: The Wolf of Wall Street, Gravity, Lei, 12 anni schiavo, Alabama Monroe - Una storia d'amore, American Hustle, Blue Jasmine, Dallas Buyers Club, Nebraska. Ma, soprattutto, nel bene o nel male, tra estimatori e detrattori, La grande bellezza di Paolo Sorrentino, il titolo che riporta il cinema tricolore fuori dai nostri confini. Ambizioso, pretenzioso, incompleto, vago: si è detto e scritto di tutto. Un dato però è innegabile: il numero di premi vinti in giro per il mondo e l'acclamazione pressoché unanime all'estero (Francia esclusa, of course). E trionfo è stato: 15 anni dopo quello a La vita è bella, lo zio Oscar torna in Italia.
Questo il discorso di ringraziamento sul palco di Paolo Sorrentino: «Ok, grazie all'Academy. Grazie a Toni Servillo, a Nicola Giuliano e a tutti gli attori, ai produttori e alla troupe. Grazie alle mie fonti di ispirazione: Federico Fellini, i Talking Heads, Martin Scorsese e Diego Armando Maradona. E grazie a Roma, a Napoli e alla mia personale grande bellezza: Daniela, Anna e Carlo. E grazie a mio fratello Marco e a mia sorella Daniela. Questo premio è per i miei genitori. Grazie mille. Grazie».
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Puntuali alle 02:30 italiane arrivano i primi verdetti dal Dolby Theatre di Los Angeles, verdetti - come da tradizione - non sempre condivisibili (vedasi il premio al miglior documentario o al miglior film d'animazione). Grande sconfitto della serata è decisamente American Hustle: su dieci nomination, il film di David O. Russell rimane a mani vuote e assiste ai trionfi di Gravity (7 statuette), 12 anni schiavo (3 statuette), Dallas Buyers Club (3 statuette), Frozen - Il regno di ghiaccio (2 statuette), Il grande Gatsby (2 statuette) e Lei e Blue Jasmine (con una statuetta a testa). Niente da fare, per l'ennesima volta, per Leonardo DiCaprio.
MIGLIOR FILM
12 anni schiavo (Produttori: Brad Pitt, Dede Gardner, Jeremy Kleiner, Steve McQueen e Anthony Katagas)
MIGLIOR REGIA
Alfonso Cuarón — Gravity
MIGLIOR ATTORE PROTAGONISTA
Matthew McConaughey — Dallas Buyers Club
MIGLIOR ATTRICE PROTAGONISTA
Cate Blanchett — Blue Jasmine
MIGLIOR ATTORE NON PROTAGONISTA
Jared Leto — Dallas Buyers Club
MIGLIOR ATTRICE NON PROTAGONISTA
Lupita Nyong'o — 12 anni schiavo
MIGLIOR FILM STRANIERO
MIGLIOR SCENEGGIATURA ORIGINALE
Lei (Spike Jonze)
MIGLIOR SCENEGGIATURA NON ORIGINALE
12 anni schiavo (John Ridley)
MIGLIOR FOTOGRAFIA
Gravity (Emmanuel Lubezki)
MIGLIORI COSTUMI
Il grande Gatsby (Catherine Martin)
MIGLIOR DOCUMENTARIO
MIGLIOR FILM ANIMAZIONE
MIGLIOR MONTAGGIO
Gravity (Alfonso Cuarón e Mark Sanger)
MIGLIOR TRUCCO
Dallas Buyers Club (Adruitha Lee e Robin Mathews)
MIGLIOR COLONNA SONORA
Gravity (Steven Price)
MIGLIOR CANZONE
Frozen — Il regno di ghiaccio(Let It Go - Musica e testo di Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez)
MIGLIOR SCENOGRAFIA
Il grande Gatsby (Catherine Martin e Beverley Dunn)
MIGLIOR SONORO
Gravity (Glenn Freemantle)
MIGLIOR MIXAGGIO SONORO
Gravity (Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro)
MIGLIORI EFFETTI SPECIALI VISIVI
Gravity (Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould)
MIGLIOR CORTOMETRAGGIO
MIGLIOR CORTO DOCUMENTARIO
MIGLIOR CORTO D'ANIMAZIONE
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