Le vicende che riguardano un film, a volte, paiono essere un film loro stesse.
“The stalker” è il nuovo film di Giorgio Amato, un noir ben fatto, dalle mille sfaccettature, che può dare vita a molte discussioni.
The Stalker (2014)
di Giorgio Amato con Victor Alfieri, Cosetta Turco, Vincenzo Peluso, Elena Tchepeleva, Alessia Moore, Marco Bonini, Giulia Gualano, Stefano Locci
Giorgio Amato anche questa volta (come fu per il suo primo film “Circuito Chiuso”) si è prestato a raccontarmi qualche retroscena del film: le difficoltà a girare in mare aperto, le motivazioni che lo hanno spinto a trattare un tema tanto delicato (quale lo stalking, ma non solo), il casting per trovare una bambina adatta al ruolo che sapesse parlare bene l'italiano e l'inglese (il film è co-prodotto con il Canada).
La parte finale del film è girata su una barca, in mare aperto. Il tempo non è buono, è freddo e il mare è mosso... in effetti Giorgio Amato mi ha spiegato che tutta quella parte doveva essere girata in almeno 3 giorni, ma purtroppo il caso ha voluto che fossero giorni terribili di burrasca e quindi i tempi si sono dovuti ridurre notevolmente... Non solo...
Tutti ricorderanno che nel mese di maggio del 2013 ci fu la tragedia del crollo della torre di controllo al porto di Genova, proprio in quei giorni la troupe di “The stalker” avrebbe dovuto girare in mare aperto con il supporto e l'aiuto della Guardia Costiera, ovviamente il film ha dovuto fare a meno di quel prezioso contributo. La motonave della Guardia Costiera è diventata così una piccola nave di sommozzatori, disponibile oltretutto per poche ore a differenza della prima che sarebbe stata utilizzabile per almeno tre giorni.
Il mare e il tempo hanno nuotato contro al film, è proprio il caso di dirlo.
La fortuna ha invece arriso a Giorgio Amato con la scelta della bambina, che nel film ha un ruolo importante: la figlia contesa tra Lucio e Nadia (i due protagonisti).
La preoccupazione per la scelta della piccola protagonista derivava dal fatto che avrebbe dovuto avere un'età compresa tra i 7 e i 9 anni e che doveva conoscere anche l'inglese, per via della produzione canadese.
Le amicizie servono... e gli amici degli amici servono anche di più. Proprio la figlia di una coppia di amici del regista aveva le doti richieste per il ruolo: 8 anni, di padre canadese e madre italiana, vive vicino a Roma e parla l'inglese perfettamente... in più è di una bellezza da lasciare senza fiato.
La bambina non ha mai lavorato nel cinema prima di “The stalker”, con il valido aiuto di un'altro amico di Giorgio Amato, David Fiandese (gli amici servono appunto) che fa l'actor-coach, la piccola Alessia Moore è arrivata sul set preparata e a suo agio.
Non so se Alessia continuerà la sua esperienza cinematografica, vederla recitare fa ben sperare, le auguro di proseguire divertendosi.
La conversazione con Giorgio si fa ancora più interessante quando mi spiega la vera genesi del film.
Concepito più di cinque anni fa, la storia non voleva essere solo sullo stalking e assolutamente non voleva speculare su fatti di cronaca attuale di femminicidio o di violenza sulle donne.
La vera intenzione del regista era quella di porre l'attenzione sulle Leggi vigenti in materia di separazione e affidamento dei minori che troppo spesso penalizzano l'uomo.
Altri film sono stati fatti in Italia su questa tematica (mi viene in mente “Gli equilibristi” di Ivano De Matteo), lo stile noir o thriller, che caratterizza “The stalker” elimina da una parte la componente “attualità-telegiornalistica” che avrebbe compromesso la vera natura del film, e dall'altra rende al film quella originalità che lo contraddistingue.
Ma credo che le parole stesse di Giorgio rendano benissimo l'idea della vera essenza del film:
“Senza prendere le difese di nessuno (avrei potuto fare di Lucio una vittima del sistema, ma ho preferito invece raccontare di un carattere controverso e borderline), sono partito dal presupposto che se ad un uomo la Legge toglie qualsiasi possibilità economica per ricostruirsi un futuro, quest'uomo rimarrà sempre ancorato al suo passato e farà il possibile per andarselo a riprendere”.
Purtroppo, mi vien da commentare, molti il passato lo eliminano uccidendo o facendo del male alla ex compagna o moglie (queste le storie di oggi). Il film di Amato non ha voluto intenzionalmente prendere una posizione sugli aspetti di cronaca, non volendo “cavalcare” l'onda emotiva che certi fatti comportano, una cosa che ho apprezzato molto.
Cosetta Turco è l'attrice che interpreta Nadia, la moglie di Lucio (Victor Alfieri).
Anche Cosetta si è prestata a raccontarmi alcuni retroscena del film, sinceramente ci tenevo molto al parere femminile su una storia come questa.
Cosetta ha vissuto sulla sua pelle lo stalking, ha quindi compreso subito il personaggio di Nadia, sicura di poterle dare la giusta interpretazione.
“Una donna che subisce molestie e violenze spesso non trova il coraggio di denunciare, per questo le leggi aiutano molto la vittima in questo senso” dice Cosetta “credo che la forza del mio personaggio derivi soprattutto dal senso di protezione verso la figlia, è per lei che Nadia decide di rompere con i soprusi e le prepotenze, per proteggere la figlia”
“E' quindi l'aspetto di madre che prevale nel personaggio? “ le chiedo ricordandomi di quanto fosse intensa nel rapporto con la bambina.
“Sì, ho pensato che fosse quella la spinta principale per reagire alla situazione pesante con l'ex marito... spesso la forza si trova per amore verso gli altri piuttosto che per sé stessi. Poi ovviamente anche l'inizio di una nuova storia d'amore aiuta a vedere la possibilità di un futuro diverso: possibile senza violenza”.
E' una donna forte e grintosa quella che interpreta Cosetta, una vittima che però vuole reagire e utilizza tutte le “armi” che la Legge le offre per uscire da una realtà oramai inaccettabile.
Nonostante gli scontri tra i due protagonisti, Cosetta mi ha confidato che quando finalmente ha visto il film completo, nel finale si è molto commossa... Ovviamente non svelerò l'ultima scena, ma questo vale a dire quanto il film sia coinvolgente, anche per chi vi ha lavorato.
Curiosa come sono ho chiesto naturalmente qualche aneddoto sul film.
Cosetta mi ha fatto capire, che nonostante il film fosse drammatico, con alcune scene anche molto crude e forti, il clima sul set era di contro molto leggero. Un gruppo di persone molto unito, un regista che è riuscito a creare un ottimo clima di lavoro hanno permesso di affrontare anche le scene più difficile e impegnative con sicurezza.
“Dovevamo girare una scena dura” mi racconta Cosetta “un litigio violento tra me e Victor per l'affidamento della bambina. Una scena all'aperto, davanti alla porta del salone di bellezza dove Nadia lavora. Si fa un ciack, si improvvisa molto, proprio per permettere alla nostra emotività di uscire fuori, per tastare la scena. Nella foga del litigio, Victor mi chiude una mano nella porta... un dolore lancinante, ma continuo lo stesso la scena... stava venendo bene. Solo quando abbiamo terminato ho notato la ferita alla mano”.
“Possiamo quindi dire che il sangue ha bagnato il set di “The stalker”? Le domando... con Cosetta si ride molto, è una donna simpatica e alla mano, che crede molto in questo film.
Sinceramente ci credo anche io. Credo che film come questo dovrebbero avere la possibilità di una distribuzione più generosa... e anche più coraggiosa. Puntare su nomi nuovi, volti nuovi, storie che non cavalcano l'onda di una opinione pubblica condivisa, che possano creare anche discussioni e confronti e (perché no) dure critiche. Non è un film perfetto “The Stalker”, ma un film onesto e ben fatto. Onesto nel proporre una tematica difficile a 360°.
Alcune notizie su Cosetta Turco:
Cosetta è una attrice e ballerina, gli ultimi film a cui ha partecipato sono “E io non pago” e “Outing”, presto sarà sugli schermi con una commedia dal titolo “Quando si muore si muore”.
Tra qualche tempo Cosetta partirà per la Spagna per una serie colombiana dal titolo “La Seleccìon”.
Ringrazio Giorgio Amato e Cosetta Turco che si sono prestati così generosamente alle mie domande, avvicinandomi al mondo del cinema che tanto mi appassiona.
Ringrazio Cosetta per avermi dato alcune delle sue fotografie personali sul set del film, e a Spaggy per avermi permesso di pubblicarle.
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