Il titolo significa "Bozzolo", e in inglese suona come "Cocoon". È la prima opera del regista turco, che ne rivela la provenienza dall'arte della fotografia.
La vita che viene. La vita che se ne va. Koza è una sommessa elegia dedicata alla natura che scorre, a volte aggrappandosi disperatamente alla vita, a volte dormendo pacificamente,
altre volte consegnandosi serenamente alla morte. La muta vicenda di due anziani, un uomo e una donna, che si ritrovano dopo tanti anni, fa riflettere sui tempi dell’esistenza umana, in cui è sempre troppo presto per pronunciare la parola fine, ed è sempre troppo tardi per ritornare sui propri passi. Ogni istante contiene l’addio al passato e il benvenuto al futuro, c’è chi nasce e c’è chi muore, c’è chi è giovane
e chi è vecchio,
ed il mondo è tutto un movimento che macina sentimenti, desideri e rimpianti, come l’incessante rumore (ronzio, fruscio, scroscio), che, in questo racconto per immagini, sottolinea, in sottofondo, il silenzioso lavorio del cosmo. Nuri Bilge Ceylan realizza un’opera fotografica, in cui il montaggio percorre avanti e indietro lo spazio per dare l’idea di una visione simultanea, ed accompagnare lo sguardo nel suo viaggio attraverso un universo in perenne evoluzione: un universo in cui, nello stesso momento, accade tutto e l’opposto di tutto, senza che il contrasto si manifesti in fragore, né il paradosso esploda in tragedia.
Gli attori protagonisti del corto sono i genitori del regista, Emin e Fatma Ceylan.
Per visualizzare il film (18') su Google Video, cliccare qui.
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