Inizio una serie di post corredati da video tratti da film giapponesi ed orientali in genere, dove è mia intenzione mettere in luce l'erotismo, la spiritualità, il piacere del dolore, la tradizione artistica nel dipingere o tatuare corpi femminili. Interessante osservare le varie reazioni delle donne, da confrontare con le emozioni degli artisti che usano il loro corpo come tela per dipinti.
Il primo post è il classico "Utamaro e le sue cinque mogli" di Kenji Mizoguchi del 1946 in cui vediamo il grande artista che si sente onorato di dipingere sulla candida pelle di una cortigiana, la quale a sua volta è ancora di più onorata in quanto per la prima volta il suo corpo viene usato non per mero piacere della carne. L'arte ed i suoi nobili derivati in questo caso trionfano sulla morbosità della situazione; da notare anche la riottosità nell'eseguire il lavoro da parte del tatuatore.
Utamaro e le sue cinque mogli (1946)
di Kenji Mizoguchi con Minosuke Bandô, Kinuyo Tanaka, Kôtarô Bandô, Hiroko Kawasaki
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