Sono le 9 di mattina e trovarmi già in sala con le prime meravigliose immagini restaurate ed in un bianco e nero seducente che mi scorrono innanzi, che mi trasportano dal caos di un ingorgo cittadino inestricabile, dall'angusto abitacolo soffocante di una automobile, alla vertigine di librare tra i cieli come un aerostato collegato a terra con un filo, precipitandomi improvvisamente tra i flutti marini - mi conferisce una delle più forti emozioni di tutta questa intensa avventura cinematografica. Sto ovviamente parlando di 8 1/2, il capolavoro più intensamente autobiografico del grande maestro, forse l'essenza più pura ed intensa del concetto di autobiografia. E a fine film, mentre rifletto sull'ironia di fondo (quella che può scaturire solo da un genio assoluto) che fa sì che da un profondo disagio personale, che per ogni altro comune morale potrebbe chiamarsi verosimilmente "mancanza di ispirazione, di idee", per il maestro del cinema italiano questo stato di insicurezza diviene l'opportunità per regalarci la sua opera forse più complessa, densa, geniale, personale.
Considerato che dopo un capolavoro del genere tutto il resto è vuoto e deserto, affrontare i due ultimi film in concorso (CLUB SANDWICH e VANDAL) costituisce una ragionevole opportunità per rimanere in territorio di buon cinema. Club sandwich è un piccolo film messicano fine, sospeso tra lunghe attese tra noia ed ozio da parte dei due protagonisti, che analizza la fine di un rapporto esclusivo, e se vogliamo pure un po' anomalo se pur non peccaminoso né innaturale, tra una madre trentacinquenne ed un figlio quindicenne in pieno fervore ormonale, imprigionati in un residence di vacanza deserto in un periodo di fine stagione. L'incontro con una coetanea sveglia e smaliziata lo aiutera' a ristabilire un più coerente rapporto con la madre.
Vandal ha come protagonista nuovamente un quindicenne, che i servizi sociali affidano alla famiglia degli zii a Strasburgo, iscrivendolo ad una scuola professionale per muratori. Grazie alla complicità col cugino, finto secchione, il ragazzo entrerà a far parte di una band di graffitari che la polizia pedina già da tempo. Nel contempo i ragazzi avranno la possibilità di scoprire e ahimè compromettere l'instancabile attivita' di Vandal, leggendario autore di graffiti genialoide e ormai un mito per loro. In qualche modo il ragazzo troverà il modo per continuarne l'opera e portarne avanti la leggenda. Gran bel film.
GRAND PIANO è un bel thrillerino con omaggi non blasfemi al grande Hitch e a L'uomo che sapeva troppo. Tutto ambientato in un teatro, durante un concerto atteso che segna il ritorno sulle scene di un famoso giovane talento, il film spagnolo con ambizioni e cast di star americane corre veloce e spedito in un finale improbabile ma godibile e rutilante.
COMPUTER CHESS è un mockumentary (ancora????) sulla carta geniale, ambientato nei fine '70 e girato con telecamere dell'epoca e con computer preistorici di quei tempi, che sono parte integrante del film, sorta di cervellotico complotto con alla base una sfida a scacchi tra uomo e macchina. Geniale l'idea, macchinoso e pesante il risultato. FLOOD TIDE è un piccolo "film dei fiori" e delle acque inquinate, un "river movie" della protesta pacifica e silenziosa di alcuni ragazzi musicisti che improvvisano un viaggio in un improbabile zattera di fortuna a motore, come segno di protesta per la morte della loro amica ed ispiratrice, morta suicida; ragazza sensibile che trovava insostenibile l'abbruttimento fisico e morale di quell'antico paradiso fluviale corrotto dalla civilizzazione e poi dall'abbandono. Impegnato, irrisolto ma efficace in qualche bella immagine di paesaggio fluviale ed estuari selvaggi tra rovine di antiche fabbriche e chiatte alla deriva. THIS IS MARTIN BONNER è una bella opera seconda che avrei visto bene in concorso. Storie di amicizie tra sconfitti dalla vita, due uomini non più giovani alla ricerca del riscatto e di stabilire un contatto con i rispettivi propri figli. Intenso, commovente e toccante. Infine DRINKING BUDDIES conclude la giornata tosta con una commedia che ambirebbe ad aggiungere qualcosa sulla improbabile possibilità di amicizia disinteressata tra uomo e donna. Certo, dopo l'esaustivo e miliare Harry ti presento Sally qualsiasi altra puntualizzazione risulta banale o pedante, senza contare che il trovasi di fronte ad una bellezza come Olivia Wilde, costituisce una garanzia di impossibilità a favorire l'amicizia su altri sentimenti più spicci e spontanei. Fiumi di birra mai visti neanche in un film irlandese, costituiscono una tortura per noi spettatori, stanchi, accaldati tra la folla ed assetati, desiderosi di una boccata di fresca spumeggiante bevanda al malto che non manca in ogni inquadratura.
Schematizzando:
-8 1/2 di Federico Fellini *****
-CLUB SANDWICH di Fernando Eimcke ****
-VANDAL di Helier Cisterne ****
-GRAND PIANO di Eugenio Mira ***
-COMPUTER CHESS di Andrew Bujalski **
-FLOOD TIDE di Todd Chandler ***
-THIS IS MARTIN BONNER di Chad Hartigan ****
-DRINKING BUDDIES di Joe Swanberg **
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