Il mio secondo giorno festivaliero torinese procede spedito e incessante, e le sette opere da me visionate una di seguito all'altra si rivelano in linea di massima almeno interessanti: NON DICO ALTRO segna il ritorno di Nicole Holofcener, regista indipendenten di "Parlando e sparlando". Il suo film, esile ma carino, potrà essere ricordato più che altro come l'ultima interpretazione di James Gandolfini, che qui riveste il ruolo principale di Albert, cinquantenne divorziato di cui si innamora, dopo mille tentennamenti, la massaggiatrice protagonista Eva. FRANCES HA e' il gran bel film alleniano del brillante ed ironico Noah Baumbach sui tentativi forsennati di una ragazza per sfondare nel mondo della danza: una semiseria presa di coscienza da parte di un personaggio delizioso e fresco reso incredibilmente vitale dalla splendida Greta Gerwig.
Un film che ho già visto in Francia, e che mi permette di buttarmi sullo sperimentale, ossia sull'algerino LOUBIA HAMRA, riflesione a tratti toccante e magica sulla innata propensione dell' uomo all'arte della guerra, sin già dal momento della sua infanzia. La passione per quel folle di Quentin Dupieux mi spinge a disertare (ma solo per il momento) 2 AUTOMNES 3 HIVERS del concorso per ripiegare nel bizzarro WRONG COPS, divertente commedia sgangherata ambientata in una corrotta e demenziale stazione di polizia, tra cops spacciatori e situazioni assurde. Rispetto al geniale WRONG tuttavia il film è una discreta delusione che mi fa temere per il mantenimento della fino ad ora eccentrica ma brillante verve di un regista in cui nutrivamo forse troppo elevate aspettative.
Nel pomeriggio interrompo le divagazioni e faccio ritorno nela sala del Massimo 2 dove mi attende l'americano C.O.G. acronimo che sta per "child of god", una bislacca setta religiosa di stampo cristiano in cui si imbatte un giovane studente ambizioso e orgoglioso in fuga da casa, desideroso di sporcarsi le mani e per questo fuggito nell'Oregon a raccogliere le mele assieme ad un gruppo di immigrati sudamericani. Una discreta opera seconda che presenta alcune scene e situazioni accattivanti e che rimangono impresse, come quelle ambientate nel centro di smistamento della frutta dove il protagonista affronta, con l'ottimismo dell' inesperienza e della giovinezza, la tenacia caparbia e diffidente delle operaie incattivite e musone. E se HISTORIA DE LA MEVA MORT racconta, con la consueta
e mirabile ( ma talvolta micidiale, per chi non lo conoscesse e non ne fosse preparato) sospensione narrativa tipica del cinema di Serra, l'insolito incontro/sfida tra un anziano ed acciaccato ma indomito Casanova e un ancor più anziano ma ben piu diabolico conte Dracula (film vincitore di Locarno che vidi proprio in quella sede lo scorso agosto), SUZANNE è una riuscita commedia drammatica girata con lo stile realistico ed efficace alla Dardenne: un ventennio di vita francese di provincia riflesso nella vita di due sorelle orfane di madre e molto unite, nonostante la diversità di carattere, le differenti predisposizioni alla vita, i differenti e comunque drammatici destini che una vita aspra, ma non senza piccole gioie, riserva loro. Si prosegue col campione di incassi francese ALCESTE A' LA BICYCLETTE, gran bel fil di Philippe Le Guay noto pure in Italia per Le donne del sesto piano. Cinema che parla di teatro, lezione di recitazione da parte di due grandissimi interpreti che giocano a rappresentare l'idealista puro, rassegnato all'oblio perche' non accetta di venire a patti con l'industria e quindi la mediocrità, e per contro il suo opposto, il bello, famoso, ricco divo amato dal pubblico per le terrificanti ed improbabili fiction che incantano tutto il paese.
UGLY, del regista del capolavoro indiano Gangs of Wassypur, è un noir indiano, un thriller a tratti efferato, ma dal ritmo riflessivo che ha alla base la sparizione di una bambina, figlia di genitori separati. Un gran film visionato già a Cannes alla Quinzaine. Concludo una giornata che più piena non si potrebbe, con un bel western crepuscolare e sanguigno, quel SWEETWATER concitato e teso come un thriller che si avvale di tre protagonisti d'eccezione: lo sceriffo rinnegato e folle Cornelius Jackson (un grande Ed Harris), un sadico reverendo/santone di nome Josiah (l'efficace e tenebroso Jason Isaacs), e la bella ex prostituta Sarah (la stupenda January Jones, finalmente strappata al piccolo schermo), che da moglie fedele di un onesto ed avvenente agricoltore si ritrova vedova e poco dopo vendicatrice pistolera implacabile. Il film vince soprattutto per queste tre riuscite caratterizzazioni.
Per oggi direi che è tutto. Alla prossima.
RIASSUMENDO:
-NON DICO ALTRO di Nicole Holofcener ***
-LOUBIA HAMRA di Narimane Mari ***
-FRANCES HA di Noah Baumbach ****
-WRONG COPS di Quentin Dupieux ***
-C.O.G. di Kyle Patrick Alvarez ***
-HISTORIA DE LA MEVA MORT di Albert Serra ****
-SUZANNE di Katell Quillevere ****
-ALCESTE A' LA BICYCLETTE di Philippe Le Guay ****
-SWEETWATER di Logan Miller ***
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