Mentre l'Italia e l'Europa tutta si preoccupano delle conseguenze possibili dell'ondata rivoluzionaria nei Paesi nordafricani - dove il problema (almeno qui in Italia) sembra più di arginare gli eventuali sbarchi da noi che non di fermare i bombardamenti e i massacri in Libia - l'arrivo delle prime foto del film Cose dell'altro mondo, di Francesco Patierno, ci riporta con l'attenzione a quanto nel cinema il tema dell'immigrazione dal sud al nord del pianeta sia diventato uno dei temi centrali dell'impegno sociale degli autori di tutto il mondo
Nel caso del film di Patierno, la cui data di uscita non è ancora definita (ma è lecito pensare che sia da qualche parte nel prossimo autunno), la riflessione volge verso la commedia (ma non nella burla), ma in genere - ovviamente - lo sguardo è assai più addolorato e doloroso. Basti pensare all'ultimo Festival del Cinema di Berlino: la presenza del tema dell'immigrazione nel cinema tedesco era senz'altro uno dei dati emergenti della Berlinale 2011.
La provocazione di Cose dell'altro mondo ha comunque un senso e un valore. Immaginare un primo mondo di colpo privato dell'apporto che gli deriva dalla presenza di immigrati extracomunitari significa - come ha sottolineato il regista Patierno - andare anche al di là della questione puramente economica, che inquadra i nostri gastarbeiter come "forza lavoro" (o quantomeno come quelli-che-fanno-i-lavori-che-noi-non-vogliamo-più-fare). In un'intervista Patierno ha infatti dichiarato "Se gli immigrati, come racconta il paradosso del film, ci mancassero tutti all'improvviso, ci mancherebbero solo come forza-lavoro o anche emotivamente? È una domanda che non ha una risposta, ma che lascia spazio all'approfondimento degli spettatori. Non è una domanda politica né ideologica."
Immaginare che la nostra società possa recepire una questione posta in questi termini è vera utopia. È proprio questo quindi che fa di questa domanda una domanda che va assolutamente fatta e che ci incuriosisce sul film di Patierno, che parte da ottime premesse. Del resto la realtà è dura e parla chiaro: non si sono ancora sopite le polemiche che hanno seguito il rifiuto da parte del Comune di Treviso di concedere alla troupe di Patierno i permessi per girare in città. Mentre le film commission di tutto il pianeta lottano con i denti per accaparrarsi gli indotti - economici e d'immagine - derivati dalla presenza di una troupe sul territorio, a Treviso hanno detto di no, adducendo scuse pietose, ma in realtà spaventati. Da cosa? Dalla possibilità di vedersi rispecchiati, probabilmente, e pertanto di doversi guardare in faccia.
Il film, così, è stato girato poco lontano: a Bassano. Tié.
PS: per la cronaca. Il film di Patierno, interpretato da Diego Abatantuono, Valerio Mastandrea e Valentina Lodovini è liberamente tratto da un film di Sergio Arau del 2004. Questo.
Un giorno senza messicani (2004)
di Sergio Arau con Caroline Aaron, Tony Abatemarco, Melinda Allen, Frankie J. Allison, Fernando Arau, Yareli Arizmendi, Todd Babcock, Maria Beck, Yeniffer Behrens, Arell Blanton
PS: sempre la cronaca, riportiamo l'attenzione alla taglist creata tempo fa dalla community di FilmTv sul tema: una grande, ragionata, dettagliata e navigabile lista di tutti i film sul tema della migrazione. Non mancate, nel caso, di dare il vostro contributo.
Tutti i film sul tema Migranti. L'elenco ragionato e commentato dalla community di FilmTv.it dei film che hanno per soggetto Migranti. Entra e dai il tuo contributo!
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta