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Il cinema indipendente con nome e cognome: Lorenzo Bianchini.
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C'è tutto un cinema di «sottobosco», o underground, che in qualche modo riesce ad avere canali di distribuzione in Italia... cinema di impegno sociale, cinema di sperimentazione e cinema horror, che è quello che mi interessa di più.



Con alcuni amici mi scambio notizie, immagini, mi passano film di cui nemmeno sapevo l'esistenza. Altri amici sono loro stessi registi o attori di questi «piccoli» film fatti in casa che ,con tenacia e coraggio (in alcuni casi ci vuole molto coraggio), si presentano nelle sale di  proiezione di circoli (nel mio caso A.R.C.I.) per «farsi vedere».

Molti sono ridicoli, altri sono decenti, altri ancora si lasciano guardare con un sorriso di tenerezza, altri invece hanno qualcosa di veramente speciale. Io adoro questo tipo di cinema, quello artigianale, quello che mostra tutti i limiti, e mi piace «scoprire" quello che tra i tanti ha qualcosa di «Speciale». Uno dei registi più quotati in questi ultimi anni è sicuramente Lorenzo Bianchini, che da più di 10 anni si è fatto conoscere da un pubblico affezionato al genere indipendente horror.



Nel 1997 produce un piccolo corto di 12 minuti: «Paura dentro», insieme a sua cugina in un bosco vicino a casa, una piccola storia di angoscia.

Se il corto è completamente non parlato, con il mediometraggio che segue, «I djnci de luna» (I denti della luna)-1999- utilizza il dialetto friulano e partecipa alla Mostre del Cine Furlan, vincendo il primo premio nella sezione «Fiction».

La particolarità di Bianchini sta proprio nell'utilizzare il dialetto e le caratteristiche della propria regione, il Friuli appunto, dando così ai suoi lavori un sapore artigianale sì, ma anche molto autentico e poco costruito.
Sarà ancora in dialetto friulano infatti il suo primo lungometraggio: «Lidrì cuadrade di tre» (Radice quadra di 3)-2001-.



Molti critici hanno accostato Bianchini al primo Pupi Avati proprio per l'utilizzo del dialetto e per l'ambientazione «provinciale» che si respira nei suoi lavori. In verità Bianchini spiega che l'utilizzo del dialetto è stato dettato dalle regole ferree della Mostra del Cine Furlan, che impone l'utilizzo della lingua dialettale per partecipare alla competizione. Inoltre, spiega sempre il regista udinese, non avendo attori professionisti, l'utilizzo di un linguaggio più naturale come quello dialettale, nasconde tutte quelle imperfezioni di recitazione che si noterebbero sicuramente di più con un copione meno «genuino».

 

Radice quadrata di tre (2001)

di Lorenzo Bianchini con Massimiliano Pividore, Alex Nazzi, Tomas Marcuzzi, Andrea Agostinis, Laura Bau, Beatrice D'Ambrosio, Alberto Della Piana, Luigia Di Betta, Alessandro Fabro, Annalisa Gaudio, Gianfranco Genovino, Giorgio Lardinelli, Morena Londero

 



Oggi Lorenzo Bianchini è al suo quinto film, sempre con produzioni indipendenti, salvo per il suo quarto film «Occhi»-2010- co-prodotto con una casa produttrice portoghese.
Le sue pellicole «viaggiano» per festival di genere horror e non (l'ultimo film «Oltre il guado»-2013- è stato presente al Festival di Taormina).
Dopo solo il primo film «Lidrì cuadrade di tre»-2001- il critico Morando Morandini lo cita nel suo dizionario: "un horror amatoriale di rispetto", il pubblico riempie le poche sale in cui i suoi lavori vengono proiettati, i costi sono sempre bassissimi... eppure i suoi film rimangono «invisibili», chiusi nell'ambito dell'amatoriale, per i circuiti «home video», poco reperibili anche su rete.

locandina internazionale

Oltre il guado (2013): locandina internazionale



Non è snobismo quello di Bianchini (ovviamente), che ammette di non avere ancora agganci per produzioni più importanti, che gli permetterebbero di avere la possibilità di una distribuzione nelle sale cinematografiche.
E' difficile fare cinema in Italia oggi, è difficile fare buoni horror, spesso purtroppo sfociano nel ridicolo inconsapevole, è difficile avere idee originali, è difficile riuscire a continuare negli anni nei propri intenti... sembra che Lorenzo Bianchini riesca a fare tutte queste cose, con impegno e professionalità, è riuscito negli anni a formare un gruppo di lavoro compatto, unito e molto motivato, è sicuramente la passione (unita anche al talento) a far sì che certi lavori possano trovare canali alternativi per essere visti dal pubblico.

Se a Lorenzo Bianchini viene chiesto che progetti ha per il futuro, lui risponde che vuole fare un film, poi un altro, poi un altro ancora... ma un produttore?... quello rimane «il sogno nel cassetto».



Filmografia:
Cortometraggi:
- «Paura dentro»-1997
- «Smoke allucination»-1998-
- «I dincj de lune» (I denti della luna)-1999-

Lungometraggi:
- «Lidrìs cuadrade di trè» (Radice quadrata di tre)-2001-
- «Custodes bestiae»-2004-
- «Film sporco»-2005-
- «Occhi»-2010-
- «Oltre il guado» (Across the river»-2013-

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