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Venezia 2013: protagonisti. Kelly Reichardt
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E' ancora una volta l'America, quella che si interroga sul futuro, quella più refrattaria al cambiamento, a fare la sua grande figura a Venezia.

 

Reichardt, Kelly; Miami, classe 1960

 

 

Siamo in territorio Indie, amici! Perciò, le notizie arrivano da più posti, spesso in contrasto tra di loro, soprattutto confuse. Io ho avuto modo di incrociare una sola volta (scusatemi...) Kelly Reichardt, e neppure di parlarle. Ma, grazie a Spaggy, che a Venezia è riuscito a porle tre domande (http://cinerepublic.filmtv.it/venezia-2013-diario-dal-festival-giorno-3/23267/ ) posso ricostruire le impressioni che mi fece qualche anno fa. Intanto, alcune fonti ne datano la nascita nel 1964, altre nel 1960. A me, diede l'idea che fosse decisamente più adulta, mi perdoni la signora, piuttosto seria nel suo modo di approcciare la vita, poco incline al divertimento: ella stessa ammette che, quando è a New York (cioè, tutto l'anno) fa l'insegnante al Bard College, mantenedo un tono razionale in linea con la sua professione di docente. Man mano che compilo queste schede, dunque, sarà apparso chiaro a tutti che, nel mondo, è molto difficile fare solo il regista (o, per inciso, lo scrittore): le cose sono molto cambiate, bisogna far convivere questa passione con un mestiere accanto. In Italia, purtroppo, lo si è capito poco: si ha la pretesa dell'”arte pura”, quasi che chi insegni (tanti), diriga videoclip (moltissimi), collabori con riviste (diversi), lavori in banca (qualcuno) o, perfino, sia dipendente in un Ministero (di meno, ma ce n'è), sia un Autore minore. Sbagliato: oggi, il mercato non può reggere la tasca di tutti. Si dice, in campo professionale, che quelli che possono vivere facendo solo l'attività di regista in Italia si contino sulle dita di una mano, ed è in effetti così. E' questo un monito alle nuove generazioni, che spesso si lamentano di assenza di visibilità, mancanza di spazi distributivi, difficoltà finanziare, incapacità economica di chi dovrebbe assistere un progetto cinematografico: è necessario affrontare un compromesso operativo per sostenere le proprie idee. C'è un altro dato che deve far riflettere: la generica elevata età di questi protagonisti. Non bisogna avere fretta, non è obbligatorio cercare il successo a tutti i costi: Kelly Reichardt, prima di essere celebrata con il miglior western degli ultimi anni (il pochissimo visto “Il sentiero di Meek - Meek's Cutoff”, ) aveva lavorato oscuramente tanto. E' lei stessa a spiegarcelo: “l'aria dell'Est la ispira poco. Per trovare forme di ricerca filmica, ha bisogno di spostarsi, di andare all'Ovest” Ecco, forse questo sintetizza bene il rapporto che la regista ha con il suo pubblico: invita all'esplorazione. Ad andare, magari conoscendo la meta, ma lasciandosi dietro le proprie convizioni. Da qualche tempo, ha avviato un sodalizio con lo scrittore Jonathan Raymond: questi ha stabilito la sua residenza a Portland, poco distante dalla casa di Gus Van Sant. Non è quindi un caso che i suoi lavori siano stati prodotti da Neil Kopp, che è il produttore di “Paranoid park” di Van Sant, appunto. E non è per nulla un caso che il suo spirito indie sia vicinissimo a quello dell'autore di “Elephant”. Kelly, infatti, ama muoversi tra i giovani : ieri Michelle Williams, oggi Dakota Fanning, cui però serve un adulto per completare il proprio passaggio da uno stato all'altro dell'esistenza (Bruce Greenwood, Peter Sarsgaard). Una curiosità: il film veneziano è il primo senza la presenza, tra gli interpreti, del fedelissimo Will Patton. Al Concorso, leggo, vien data come outsider favorito: e pensare che questo suo nuovo lavoro, “Night Moves” , veniva annunciato in un post a firma Marcello Del Campo su Cinerepublic nell'ormai lontano 3 gennaio 2012 ! (http://cinerepublic.filmtv.it/cinema-2012-grandi-speranze-o-dei-film-pi/9009/ ). Kelly Reichardt ha iniziato a muoversi con la Super 8: grazie a Phil Vigeant (Pro 8 mm, ancora oggi esistente: http://www.pro8mm.com/ ), in America si possono noleggiare a costi contenuti cineprese ormai desuete in Europa, lavorando su pellicola. I suoi primi corti, dati anche i costi comunque elevati della pellicola, sono stati sviluppati in un tempo lungo: “Ode” (1999), “Then a Year” (2001), “Travis” (2004), ed adesso occorrerebbe un'azione di recupero. Tra qualche mese, la pellicola sarà abolita per sempre: ma, a quanto sembra, Kelly Reichardt è indifferente al tema. Anche il passaggio al digitale, penso, sarà per lei un nuovo viaggio.

Kelly Reichardt

Night Moves (2013): Kelly Reichardt

 

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