Un uomo imbraccia il suo fucile e prende la mira in mezzo ai boschi. Non sappiamo a cosa stia sparando, o a chi. Un pop mediorientale accompagna le immagini dello stesso uomo in compagnia di una donna (la sua compagna?) e una bambina, (la loro figlia?). La famigliola pare felice e nella scena al luna park scopriamo che anche lei con il fucile se la cava piuttosto bene. Un cambio di registro musicale evidenzia il twist del plot: la famiglia è spezzata, una Teheran tesa e violenta si introduce nel filo narrativo, l'uomo diventa amplificatore di un clima repressivo e imbraccia il suo fucile.
Per compiere la sua metamorfosi, diventando straniero, impassibile, implacabile, nichilista come Mersault, ma con un movente in più.
E con un fucile, al posto di un revolver.
Dopo essere stato programmato nei festival di mezzo mondo (tra i quali Berlino e Torino nel 2010), The Hunter, il film del regista iraniano Rafi Pitts, approda alla distribuzione in sala. Ma in Francia, dove esce il 16 febbraio.
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