Shemà Israel ... ascolta Israel
… mettete queste parole nel vostro cuore e nella vostra anima, e siano come parole sulle vostre mani e tra i vostri occhi, e insegnatele ai vostri figli, e pronunciatele quando riposate nelle vostre case, quando camminate per strada, quando vi addormentate e quando vi alzate, e scrivetele sugli stipiti delle vostre case e sulle vostre porte. Così saranno moltiplicati i vostri giorni ed i giorni dei vostri figli nella terra che Dio promise ai vostri padri di dare loro, per tanto quanto durano i giorni del cielo sulla terra…
Le voci
1 Moshe Mordo
2 Armando Aaron
3 Walter Stier
4 Raul Hilberg
5 Franz Suchomel
6 Filip Müller
7 Richard Glazar
8 Rudolf Vrba
__________________________
1
Moshe Mordo
Quattro maiali fanno un Hitler
Il battello con la troupe sbarca a Corfù.
Un carretto tirato da un cavallino coperto di pennacchi colorati e campanelli corre sul lungomare, per vicoli stretti, fra case povere e muri neri di fuliggine, panni stesi, bottegucce di artigiani, carrettieri, una donna cuce seduta davanti alla porta di casa, Moshe Mordo batte la latta e fa pentole e padelle. Aria e rumori di un Mediterraneo dimenticato. Un trucchetto di carta fra le mani, quattro maiali, si piega il foglio e si forma la faccia di Hitler. Vecchie foto ingiallite attaccate al muro nella bottega di Moshe, originalphoto der SS von Dachau 1933, si legge nella didascalia e, sotto, la bocca del forno. Altre foto, i nipoti, due ragazzi vestiti alla marinara, bruciati a Birkenau con madre, padre e nonno.
“Bambini, quattro bambini, kaputt, con la mamma, e mio papà, 85 anni, tutti bruciati a Birkenau”
Sono le uniche immagini che Lanzmann lascia vedere delle vittime dei lager, Moshe le descrive in un italiano stentato, una simpatica voce che gratta, decisa, acuta anche mentre canta col rabbino, in Sinagoga, poco dopo.
2
Armando Aaron
Il miglior guardiano è il terrore
Presidente della Comunità ebraica di Corfù, Aaron arriva in piazzetta con tre amici, è pronto per l’intervista. Era venerdì mattina, 9 giugno 1944. I fratelli Rekanati, ebrei di Atene, li hanno traditi, poi hanno preso il carcere a vita, ma sono già fuori.
“Erano le 6 del mattino, SS ovunque, tutti gli Ebrei dell’isola raccolti qui, 1700 persone.”
“Era una bella giornata?” Lanzmann fa spesso questa domanda.
“Sì”
“Ci hanno detto che ci portavano in Germania a lavorare…. no, in Polonia, ma quando abbiamo visto malati, matti, vecchi e bambini abbiamo cominciato a temere per le sorti della comunità…..I Tedeschi hanno affisso a tutti i muri di Corfù l’ordine di rastrellamento, firmato da tutti i sindaci e prefetti e capi di polizia. Ai bordi della piazza, là, sì….là, i cristiani erano tutti riuniti a guardare.”
Le proprietà sono state tutte rubate, dei deportati il 95% è morto in viaggio, venti giorni senza acqua né cibo, i cadaveri li mettevano in un altro vagone col cloro, poi hanno bruciato anche quelli..
“Siamo rimasti cinque giorni qui, nella fortezza, ma nessuno osava evadere, lasciare padre e madre, c’era una solidarietà di religione e di famiglia. Poi siamo partiti su una zattera, c’erano pochi Tedeschi, ma era il terrore, come lei può capire, ed è il miglior guardiano”
122 sopravvissuti ad Auschwitz
3
Walter Stier
Un uomo da scrivania
Ex membro del partito nazista, capo dell’ufficio 33 della Reichsbaum (ferrovie del Reich). Stier parla da un monitor, si vede solo la testa, è ripreso di nascosto dal furgoncino esterno, come Suchomel. Si occupava, prima a Cracovia e dal ’43 a Varsavia, del coordinamento della Sezione Orari, in pratica doveva coordinare il funzionamento dei treni ordinari e di quelli “speciali”.
Che differenza c’è fra treni speciali e treni normali?
Un treno normale può prenderlo chiunque, basta comperare il biglietto. Quello speciale bisogna prenotarlo,si forma soltanto su ordine e la gente paga allora una tariffa di gruppo, sono viaggi collettivi
Ah, viaggi collettivi?
Sì, viaggi collettivi
Un treno per le vacanze può essere speciale?
Sì, per esempio i lavoratori immigrati, quando tornano a casa per le feste hanno treni speciali a disposizione, altrimenti non si potrebbe mai regolare il traffico!
Posso farle una domanda? Perché ci sono stati più treni speciali durante la guerra che prima o dopo?
Stier è imperturbabile, una maschera impenetrabile, ma ora un sorrisetto nervoso gli stira i muscoli facciali
Ah ah, capisco dove mi vuole portare, lei allude ai “trasporti di trasferiti”. Li chiamavamo così. Questi treni dipendevano dal Ministero dei Trasporti del Reich, da Berlino
Ma generalmente, a quell’epoca, chi erano i “trasferiti”?
Beh, non l’abbiamo saputo mai, solo quando siamo fuggiti da Varsavia abbiamo saputo che erano degli Ebrei, dei criminali, di tutto.Su questo non si poteva aprir bocca, se non si era stufi della vita era meglio non fiatare.
Sapeva che, per esempio, Treblinka significava sterminio?
Per l’amor di Dio, no, da chi dovevamo saperlo? Sono stato sempre un uomo da scrivania, non conoscevo Treblinka, nulla, solo uomo da scrivania.
Sì, sì, certo. Ma mi stupisce che non abbiate saputo niente in merito alla Soluzione Finale
No, no nulla, allora c’era la guerra
Ma quelli delle ferrovie lo sapevano
Sì, i capitreno, ma quello che succedeva con la gente non lo sapevo… Servivano alloggi, sì… con gli Alleati che avanzavano questa gente doveva essere concentrata in un campo
Per lei lo sterminio è stata una sorpresa?
Totale, si
Non aveva alcuna idea…
Affatto, proprio no, come quel campo, come si chiamava… ah, sì… Auschwitz, non se n’era mai sentito parlare…
Auschwitz- Cracovia sono 60 km!
Sì, non è una gran distanza, ma noi ignoravamo tutto
Arriva a questo punto la teoria revisionista, buttata là con studiata leggerezza. Lo sterminio? una novità assoluta, infatti molti lo contestano, “impossibile che ci fossero tanti Ebrei” dicono!
Non sa, Stier, lui era l’uomo da tavolino, sembra un po’ perplesso sul problema sterminio sì/sterminio no.
Certo, lo sterminio è stata “una porcheria”, tutti l’hanno condannato - conclude.
A questo punto, allora , ci chiediamo: ma ci crede o no allo sterminio?
Sembra un tantino in contraddizione…
Ma i polacchi sapevano…
Sì, dottor Sorel ( sbaglia il nome di Lanzmann, il nostro smemorato travet! ) ma loro non erano costretti al silenzio, i polacchi.
Stacco, fine dell’intervista, finalmente una frase sincera!
4
Raul Hilberg
Un segugio della Storia
Raul Hilberg (Vienna 1926-Parigi 2007) storico statunitense di origini austriache è considerato uno dei principali studiosi della Shoah. Il suo volume La distruzione degli Ebrei d'Europa, è uno degli studi più autorevoli sulla “Soluzione finale”.
Ecco un punto di vista interessante:
”Con lo svilupparsi del regime nazista nel corso degli anni, l'intera struttura decisionale subì dei cambiamenti. All'inizio esistevano delle leggi. Poi si applicarono sempre meno. Poi le leggi si facevano dicendo «non dovrebbero esserci leggi». Poi ordini e direttive venivano scritti, e ancora pubblicati nelle gazzette ministeriali. Poi ci fu il governo per proclami, e gli ordini apparivano sui giornali. Poi ci furono gli ordini taciti, gli ordini che non venivano pubblicati, quelli interni alla burocrazia, in forma orale. Infine non ci furono più ordini. Ognuno sapeva quel che doveva fare.”
Un treno fischia, sta arrivando alla stazione di Treblinka.Hilberg mostra un vecchio documento:
Questo è il foglio di viaggio n.587
Assistiamo ora ad una dimostrazione perfetta di ricostruzione del dato storico.C’è il documento, inizia l’analisi, il confronto autoptico fra fonti, processo ermeneutico e prospettiva critica vanno a braccetto e il “mistero” dei c.d.treni speciali è svelato.Da questo modellino emerge che:
a) le stazioni di questa breve tratta prima di Treblinka sono otto
b) ogni stazione andava avvertita (e su questo non c’è dubbio pena disastri ferroviari)
c) la scritta “riservato all’uso interno” supplisce validamente la dicitura “segreto” (sarebbe scattata subito la curiosità, vizio innato dell’uomo)
"Si faceva quel che si doveva, non c'era bisogno di dirlo"
Così dunque è garantita la trafila della normale amministrazione, passano 40, 60, 80 vagoni piombati, urla, braccia tese fra le maglie della rete ai finestrini, ma le due tabelle di marcia del treno e le due sigle PKR e L indicano andata e ritorno, tariffe, e non serve altro. Uno stesso treno, in quella tabella, e se badiamo a orari totali di andata e ritorno dei vari percorsi possiamo calcolare quasi esattamente il numero dei viaggiatori in base alla capienza dei vagoni (ovviamente pigiati e in piedi):10.000 Ebrei, Ebreo più Ebreo meno.
Un traffico dei più ordinari
“Traffico di morte
Traffico di morte
Agenzia di viaggi dell’Europa Centrale
Fatturazione e fornitura dei biglietti, tutto affidato dalla Reichsbaum a questa efficiente agenzia che provvedeva al trasferimento del denaro e al controllo delle tariffe. L’agenzia poi si curava anche di viaggi turistici, non esistevano solo i campi, la vita continuava, magari con la guerra al fronte, ma continuava. I bambini viaggiavano gratis fino ad una certa età, poi tariffe ridotte. Erano calcolati anche i supplementi per danni, spesso i vagoni tornavano quasi inservibili e sporchissimi. Comunque la Reichsbaum avrebbe trasportato qualsiasi carico contro pagamento e per i gruppi faceva tariffe promozionali. Concesse anche crediti, a volte le SS navigavano in difficoltà e allora il viaggio precedette il pagamento. Ma chi pagava il biglietto?I viaggiatori, naturalmente, c’erano fior di beni requisiti! Solo quella volta degli Ebrei dalla Grecia fu un disastro, come pagare in dracme che non valevano niente neanche allora? Le ferrovie volevano marchi. Fu l’unica volta che gli Ebrei viaggiarono gratis.
5
Franz Suchomel
A furia di mentire si crede nelle proprie menzogne
“Nacque nel 1907 a Krumar. Nel 1940 lavorò nel “progetto eutanasia” creato per eliminare i tedeschi disabili psichici e fisici e i malati incurabili. Fu nelle "cliniche" di eliminazione di Hadamar e Harteim all'ufficio fotografico dove si occupava di fotografare i "pazienti" prima di ucciderli. Da agosto 1942 a settembre 1943 a Treblinka si occupò della selezione degli oggetti preziosi confiscati ai prigionieri. Quando il campo venne smantellato per un brevissimo periodo fu a Sobibòr e poi venne inviato a Trieste insieme al gruppo che aveva operato nei campi di sterminio di Belzec, Sobibor, Treblinka. In Italia era nel gruppo interessato alla gestione del campo di concentramento e sterminio di San Sabba vicino Trieste. Nel 1965 venne condannato a 6 anni ma fu rilasciato nel 1969.Dopo la guerra rilasciò numerose interviste e, in particolare nel 1978, a Claude Lanzmann. In questo senso ha rappresentato la testimonianza vivente - da parte delle SS - dell'attività del lager di Treblinka.” (dal sito web Olokaustos)
Breve flash sui Sonderkommando, gli “ebrei da lavoro”, unici ad avere qualche probabilità di sopravvivenza e unica voce di sopravvissuti, asse portante nel film. A Treblinka nel ’43 l’arrivo dei trasporti langue, la guerra non va troppo bene, è “la stagione morta”.
Lanzmann: Era triste Treblinka senza trasporti?
Quello che alle ex SS manca è il senso dell’ironia. Suchomel risponde:
Non posso dire che gli Ebrei fossero tristi… lo sono diventati quando hanno capito
Da capire c’era che sarebbero morti a breve, Wirth non dà più cibo, sono troppi, deve indebolirli per evitare rivolte.
Lui, Suchomel andava ripetendo ai Sonderkommando:
“Vivrete, vivrete!”
Ma loro no, rispondevano trascinandosi a terra
“No capo, no, noi non siamo altro che Maccabei in sospeso”
6 Filip Müller 7 Richard Glazar
Un duetto tragico
L’inimaginabile è davanti agli occhi, e non sono le foto di sempre, i mucchi di cadaveri nelle fosse comuni o gli scheletri davanti all'obiettivo dei professionisti delle commemorazioni.C'è in Shoah lo stesso sacro rispetto che impedì ai tragici greci di portare sulla scena tutte le nefandezze di cui parlavano.
Shemà Israel, ascolta Israele quello che dicono.
Quello che dicono passa come una folata di vento gelido nel gelo artico.Parlano di loro stessi, i Sonderkommando affamati che guardano dalle baracche gli Ebrei ultimi arrivati dalla Grecia. Questi 24.000 deportati sono robusti, belli, diversi dai soliti, del tutto ignari, già pronti, nudi, nel cortile. L’operazione smaltimento fu velocissima.Per i Sonderkommando fu la fame placata, questi Ebrei erano arrivati con gran pacchi di provviste. La vergogna, vergognarsi del proprio istinto di sopravvivenza.
Filip parla del piano di rivolta, l’ ORA. Ci fu un piano, circolò per qualche tempo, ci si diede anche molto da fare, ma:
“… la maggior parte erano detenuti politici la cui vita non era in gioco, e per i quali ogni giorno guadagnato rappresentava una forte possibilità di sopravvivenza. Per noi era il contrario.”
8
Rudolf Vrba
“I più completi resoconti su quanto avveniva dentro al campo di Auschwitz-Birkenau furono ottenuti in occasioni diverse da 5 fuggitivi. Questi si erano trovati nella condizione di conoscere i meccanismi di funzionamento della vita e della morte nel campo perché 4 di essi avevano svolto funzioni di scritturale (Blockschreiber) in diversi blocchi del campo e uno di loro aveva ricoperto la posizione di anziano del blocco (Blockaeltester). I rapporti sono tre, uno stilato dal Maggiore dell'esercito polacco Jerzy Tabeau, fuggito il 19 novembre 1943, uno stilato da due ebrei slovacchi, Rudolf Vrba (nome originario Walter Rosemberg) e Alfred Wetzler, fuggiti insieme il 7 aprile 1944, un altro stilato da Arnost Rosin e Czeslaw Mordowicz, slovacco il primo, polacco il secondo, fuggiti insieme il 27 maggio 1944. Walter Rosemberg (Rudolf Vrba) e Alfred Wetzler, rinchiusi ad Auschwitz dalla metà del 1942, il 7 aprile del 1944, riuscirono a fuggire in maniera rocambolesca dal campo. Essi rimasero nascosti sotto una pila di legname nel settore BIII di Birkenau, chiamato Mexico, per tre giorni consecutivi, mentre gli SS del campo erano alla loro caccia armati e accompagnati da cani.Dopo 18 giorni di un viaggio disperato, il 25 aprile i due fuggitivi raggiunsero la cittadina di Zilina in Slovacchia, dove riuscirono a mettersi in contatto con notabili ebrei in clandestinità. Il 27 avevano già preparato un rapporto scritto. Era stato chiesto loro di redigerlo separatamente in due stanze diverse. Così fu fatto. Alla fine i due memorandum furono riuniti in un unico testo in 60 pagine dattiloscritte, parzialmente in slovacco, parzialmente in tedesco.Il rapporto riguardava ciò che accadeva dentro a Auschwitz, non solo in base a ciò che essi avevano visto personalmente, ma anche in base alle notizie che per mesi avevano raccolto da altri detenuti, compresi membri del Sonderkommando.?All'epoca della loro fuga, molte notizie sul genocidio degli ebrei erano giunte in Occidente, e già a partire dall'estate del 1942, ma ad Auschwitz non si era prestata grande attenzione. Il loro fu il primo dettagliato resoconto sul meccanismo dello sterminio di massa applicato dentro a Birkenau, luogo fino ad allora quasi totalmente ignoto agli osservatori occidentali.Essi descrissero il campo, la sua planimetria, i suoi impianti di sterminio, l'organizzazione interna e il servizio di sorveglianza, il sistema della numerazione dei detenuti, la vita di ogni giorno, le reazioni degli SS alle fughe dei prigionieri, le selezioni iniziali sulla banchina di arrivo (le rampe), le selezioni interne, le punizioni, le uccisioni, le gassazioni. Non riuscirono a dare il numero esatto delle vittime ma solo una stima approssimativa: 1.765.000 ebrei tra l'aprile del 1942 e l'aprile del 1944 (valutazione risultata troppo alta secondo gli ultimi studi). Il proposito del rapporto fu di avvertire il mondo occidentale ed indurlo ad intervenire. Entro la fine di aprile del 1944, raggiunse i leader delle comunità ebraiche a Bratislava e a Budapest.”
Da “Destinazione Auschwitz “ CD-Rom Proedi, Milano, 2000.
Vrba si sofferma sul movimento di resistenza dei detenuti politici interno ai campi di concentramento e sterminio, e parla di un singolare fenomeno: il miglioramento progressivo delle condizioni di vita dei detenuti politici nei campi, verificatosi a partire dal maggio del ’43 per merito del movimento interno di Resistenza da questi sostenuto (molti di loro erano pura razza ariana), produsse una crescita esponenziale nel processo di esecuzione di massa degli Ebrei.
I campi di sterminio (Buchenwald, Mauthausen, Sachsenhausen, Dachau) erano anche quello che si dice “campi di concentramento classici ”, vi alloggiavano ex combattenti della guerra di Spagna, sindacalisti, comunisti, socialdemocratici, di tutto.
Aziende come la Krupp e la Siemens avevano impianti all’interno e utilizzavano manodopera schiavile. Gli Ebrei che arrivavano in condizioni migliori degli altri servivano a rimpiazzare i morti fra i detenuti politici per le attività del campo. Dunque, migliori condizioni di vita e minor numero di morti fra le altre categorie produssero più morti fra gli Ebrei. Auschwitz, pur essendo anche un “campo di concentramento classico”, era però un caso unico:
“L’obiettivo centrale del campo di Auschwitz era la produzione di morte.
La nobile politica della Resistenza, che in altri campi migliorava le condizioni dei detenuti politici - conclude Vrba –ad Auschwitz perfezionava e lubrificava il meccanismo dell’eliminazione di massa.”.
Ora le voci tacciono. I tetri caseggiati di Auschwitz sfilano tutti uguali, facciate severe, a due piani, allineate come soldati su strade ortogonali che la macchina attraversa veloce, fino a rallentare, e quasi fermarsi, di fronte al grande ingresso con la torre alta al centro e le due ampie ali aperte ai lati.In primo piano un binario morto, tracce di neve.
25 febbraio 1944
Vorrei credere qualcosa oltre,
Oltre che morte ti ha disfatta.
Vorrei poter dire la forza
Con cui desiderammo allora,
Noi già sommersi,
Di potere ancora una volta insieme
Camminare liberi sotto il sole.
Primo Levi
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