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Giovanni Lindo Ferretti e "Fedele alla linea": "male che vada ne faremo un cantante..."
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Partiamo presto... prestissimo!”... volevo essere davanti al cinema presto, prestissimo, come fosse stato un concerto invece che la presentazione di un film documentario...

locandina

Fedele alla linea (2013): locandina

Sì, un film documentario, ma su Giovanni Lindo Ferretti, che amo da tanti anni, che mi ha accompagnato per buona parte della mia vita (nel bene o nel male).

 

Partiamo presto... prestissimo!”, e gli occhi della mia amica, con la quale da mesi avevamo organizzato questa spedizione si spalancano, come dire: “ma chi vuoi che venga a vedere questo film? Saremo: io, te, il regista e Ferretti”... e a me sarebbe bastato di sicuro.

 

Partiamo presto... prestissimo!”, così chiedo spostamenti di turno sul lavoro per poter avere il pomeriggio e la sera liberi, la mia amica idem, si accoda con noi una terza amica e a Firenze ci aspetta mio fratello, così siamo al completo: si parte!

 

Chi vive in provincia come me sa perfettamente che se si vuole vedere cose interessanti bisogna fare Km, a me capita di sovente, ma per questo film ho fatto davvero salti mortali, cercato addirittura contatti in rete per reperirlo in qualche sala più vicina, ma quando ho saputo che alla presentazione del film il 29 maggio al cinema Principe di Firenze ci sarebbe stato presente anche Giovanni Lindo Ferretti, non ho resistito al richiamo del cuore (più che della ragione e della curiosità) e mi sono organizzata.

 

Con Ferretti dovevo chiudere un conto, un conto mio personale, aperto circa vent'anni fà in un barretto di paese, l'altra sera l'ho chiuso con un abbraccio forte e delle parole sussurrate, per me è stato importante.

 

La serata. Partire presto serve, è servito in questo caso per prendere i biglietti (3° fila, come se si fosse ad un concerto o ad una prima teatrale, piuttosto che alla visione di un film), perché la sala del cinema era pienissima, tutto completo, tanto che la gente è dovuta rimanere fuori durante la proiezione ed è potuta entrare, rimanendo in piedi, per il dibattito finale con il regista e Ferretti.

Il film mi è piaciuto molto, l'ho già scritto nella mia opinione, ma mi è piaciuto anche ascoltare le motivazioni (differenti) che hanno portato Ferretti e Maccioni a fare questo film.

Giovanni Lindo Ferretti

Fedele alla linea (2013): Giovanni Lindo Ferretti

Motivazioni partite inizialmente dallo stesso Ferretti, che non aveva nessuna intenzione di far fare un film su sé stesso, ma aveva chiesto al suo amico Germano Maccioni (con il quale aveva condiviso un'esperienza circa 10 anni prima, presso la “Bottega di musica e comunicazioni” aperta e gestita dallo stesso Ferretti a Bologna) di aiutarlo con un supporto visivo per la sua nuova esperienza artistica con il Teatro Barbarico Equestre, diventato in seguito lo spettacolo Saga.

Giovanni Lindo Ferretti

Fedele alla linea (2013): Giovanni Lindo Ferretti

Ferretti stesso ci racconta in questa serata speciale, che reputa questo suo nuovo impegno “fallimentare”, vuoi per i tempi, vuoi per la cultura, vuoi per la difficoltà e i costi, ma spera che questa sua nuova esperienza possa fare da incipit per un nuovo filone di spettacolo.

Sorrido, pensando come ancora a sessant'anni, quest'uomo si impegni in operazioni che la maggior parte delle persone, forse anche per chi prova affetto e stima per lui, reputi a dir poco assurde.

Germano Maccioni

Fedele alla linea (2013): Germano Maccioni

Germano Maccioni, che ammette di non essere mai stato un fan di Ferretti cantante, di non averlo mai seguito con i CCCP e i CSI, ma che prova per lui un sincero affetto e amicizia, si lascia coinvolgere, ma modificherà completamente il progetto iniziale, il film sarà altro, il carisma e la personalità di Ferretti prendono il posto dell'idea di partenza, la possibilità di raccogliere il flusso di ricordi di Ferretti e farne un film diventa prima tentazione, poi si concretizza nel film.

So che molti utenti del sito e blog sono avvezzi a frequentare Festival, prime cinematografiche, pubblicano libri e molto altro sull'argomento... io sinceramente sono molto provinciale in questo tipo di esperienze e anche infantile, vedere Giovanni Lindo Ferretti che con la sua voce spiega, racconta come è nato il tutto, il perché e anche la sua iniziale delusione per un film che non voleva fosse fatto su di lui, non ha prezzo per me.

 

Molte volte ho ricevuto proposte da registi e giornalisti per fare un film su di me, non ho mai voluto. Io volevo fare un film su i miei cavalli, ma ho lasciato carta bianca a Germano e ora il film ha la sua vita.” . Giovanni abbassa spesso gli occhi, ha un sorriso disarmante, i capelli lunghi, risponde alle domande in modo divertente, punta sempre sul suo paesaggio, sui suoi amati cavalli. Mi faccio coraggio, e dopo una prima domanda di uno spettatore che chiedeva il motivo dell'assenza nel film dei tanti personaggi protagonisti della vita di Ferretti, prendo la parola pure io. Non conosco la timidezza, non ho problemi a parlare in pubblico, ma davanti a Ferretti, a pochi metri, dopo che avevamo avuto il nostro piccolo incontro poche ore prima... beh, il cuore in gola l'ho sentito, lo ammetto. Mi sono concentrata sul film appena visto, sul regista, ho fatto il mio intervento (che si è annebbiato nel momento in cui ho incrociato i miei occhi con quelli di Ferretti, son piccina... lo ammetto), avere la possibilità di parlare con chi ha girato il film è un'opportunità unica per chi ama il cinema, almeno per me, e sono lieta che le mie valutazioni sul film siano state apprezzate da chi il film lo ha voluto, girato e costruito.

Dopo di me una signora si è alzata, iniziando a parlare fortissimo: “Sai Giovanni? Anche noi veniamo da lontano lontano per vederti....”, un sorriso pazzesco appare sul volto di Ferretti, che raggiunge le donne che continuano a parlare.... le saluta affettuosamente, si abbracciano, quando torna sul palco dice: “Sono le mie cugine, erano anni che non le vedevo, e vederle bionde “naturali” mi ha davvero commosso... grazie”.

 

La serata si è conclusa con grandi applausi, all'uscita del cinema ho nuovamente avuto modo di salutare Giovanni Lindo Ferretti, che si è dimostrato davvero una persona carina e disponibile, dolcissimo... ho potuto abbracciarlo un'ultima volta prima di vederlo andare via.

Ho conosciuto il regista, un ragazzo giovane e determinato, con il quale ho avuto modo di poter scambiare qualche parola sul film a quattr'occhi.

 

Quando sono rimasta da sola, con le mie amiche e mio fratello, quando la gente era già andata via quasi tutta in gruppetti, quando ho visto partire la macchina che ha portato a casa Ferretti, quando tutto era finito... mi sono sentita felice. Ho provato la sensazione che si provava a Natale quando da piccini si aveva ricevuto il regalo tanto atteso, mi è rimasto un sorrisone stampato sul viso per due giorni.

 

C'è un punto nel film in cui Giovanni racconta che quando era piccolo a scuola avevano notato che aveva già una bella voce ed era intonato, la sua mamma quasi con un fare premonitore disse al maestro di musica “male che vada ne faremo un cantante”... è andata tanto male?

Giovanni Lindo Ferretti

Fedele alla linea (2013): Giovanni Lindo Ferretti

 

Ringrazio il mio amico Piero per avermi permesso di pubblicare le foto che ho fatto quella sera, che in un baleno ha fatto quello per me è quasi impossibile. Grazie Piero sempre.

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