In questi giorni è stata presentata l'edizione del 2011 del FIPA (Festival Internazionale dei Prodotti Audiovisivi), una sorta di rassegna/fiera che si svolge ogni anno a Biarritz in Francia e che presenta "ogni sorta di prodotto audiovisivo (film, documentari, fiction, esibizioni live e concerti)" realizzato su argomenti con cui intavolare discussioni tra registi, critici e pubblico.
L'Ansa oggi ne ha dato particolare rilievo per via della presenza in concorso del regista Giacomo Battiato:
(ANSA) - ROMA, 20 GEN, 19:11 - ''Un film di spionaggio'', ma anche ''il racconto della tragedia di una generazione, che vede nella violenza e nel terrorismo il suo unico sbocco''. Cosi' il regista Giacomo Battiato descrive "L'infiltrato", prodotto da Canal+, in concorso la prossima settimana al 27/o Festival internazionale dei programmi audiovisivi (Fipa) a Biarritz. E' la storia degli accordi che i servizi segreti di Parigi sottoscrissero con il terrorista palestinese Abu Nidal, per evitare attentati in territorio francese.
Ma ha tralasciato un piccolo particolare. Nella sezione "Reportage and Current Affairs" sarà presentato un documentario destinato a far discutere per via del contenuto. Realizzato in tempi non sospetti, quando ancora il bunga bunga era un miraggio, "Sorelle d'Italia" (questo è il titolo) racconta la visione che le donne italiane hanno del Cavaliere.
Ecco la scheda di presentazione del film:
"Sorelle d’Italia" è il racconto realizzato con la camera a spalla, di un viaggio nell’universo femminile lungo l’Italia di Berlusconi, fatto da Lorenzo Buccella e Vito Robbiani. Da Nord a Sud, dalla storica residenza del premier villa San Martino (Arcore) a villa Certosa, la reggia estiva affacciata sul mare della Sardegna. 101 donne, incontrate casualmente per strada nei centri storici di varie città raccontano chi è per loro Silvio Berlusconi. Un modo per attraversare l’immaginario di un paese dominato dalla presenza ingombrante del suo uomo più in vista. Nel bene o nel male, tra adorazioni di massa, critiche feroci, gaffe internazionali, scandali erotici, barzellette maschiliste, battaglie giudiziarie e un ampio ventaglio di proclami pubblicitari: nessuno più di lui è riuscito a unire e dividere la penisola in maniera così radicale.
Un juke-box di voci, raccolto senza alcun tipo di filtro né di pregiudiziale e innescato da una semplice domanda-passe-par-tout: Berlusconi? Ne è venuto fuori il ritratto dal basso e senza censure di un paese spaccato in due, diviso fra fazioni risolute nello screditarsi a vicenda. Ad accompagnare a livello musicale il tutto, le libere reinterpretazioni dell’inno italiano, fatte appositamente per il film, da parte di 3 musicisti: Sandro Schneebeli, Rino Scarcelli, Maurizio Forte.
Che poi in Italia il rapporto tra Berlusconi e il mondo femminile rimanga ancora oggi argomento sensibile e delicato, lo testimoniano gli eventi che hanno segnato le riprese nell’ultima tappa del documentario. Lorenzo Buccella e Vito Robbiani sono stati fermati dai carabinieri proprio mentre giravano alcune immagini su suolo pubblico ancora a chilometri di distanza da Villa Certosa. Non soltanto un semplice e legittimo controllo d’identità, ma qualcosa di più. Dopo esser stati costretti a mostrare le immagini filmate, infatti, i due cineasti sono stati interrogati, portati al comando e trattenuti senza alcuna giustificazione per diverse ore. Un comportamento che Alexandre Curchod, l'avvocato di impressum (Federazione svizzera dei giornalisti) non ha esitato definire ingiustificato e addirittura illegale. Alla sua lettera di richiesta di scuse ufficiali, il comando dei carabinieri di Porto Rotondo non ha mai dato risposta.
Ed ecco come il "nostro" Boris Sollazzo lo descriveva su "Liberazione" di oggi:
"Non accarezza ideologie né battaglie di religione. Non si attacca a un femminismo dovuto o a un maschilismo subdolo. Sorelle d'Italia, un'indagine senza rete, è un piccolo gioiello, uno sguardo cineantropologico sul nostro paese".
Mentre la scrittrice Lidia Ravera scrive sull' "Unità":
"I due autori, Lorenzo Buccella e Vito Robbiani, trentenni, curano i primi piani, escludono le domande e concentrano la loro attenzione sulla mimica dei visi, sui sorrisi, le scoraggiate stanchezze e le eloquenze meccaniche, le deliranti dedizioni al Premier (materne o civettuole) e le furie di quelle che lo detestano (parecchie).
In un montaggio rapido, coerente con la grammatica dell’obbiettività, ci viene mostrata un’opinione divisa. Niente bilancino televisivo, è il caso a riprodurre i due punti di vista. Berlusconi è un sant’uomo, Berlusconi è un puttaniere. Ha fatto tanto per noi, ha fatto solo i cazzi suoi. Quelle istruite sono contro e le descolarizzate pro? Le studentesse contro le anziane pro? Forse…
Certo è che tutte, come me, come voi, siamo sottoposte al fall out di questa catastrofe culturale. Non esiste un rifugio anti-B. Tocca esporsi ai suoi raggi malefici, precipitare, eppure continuare a commentare.
Questo blob di ripetizioni che non giovano, il senso di nausea, con cui si recita il mantra della santificazione o della demonizzazione, «Sorelle d’Italia» lo racconta con atroce eleganza."
Una domanda sorge spontanea: lo vedremo mai da noi??
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta