“... se non sai trovarti un'amico inventatelo!”.
Ti ho aspettato, ti sono piaciuta, mi hai sorriso, ci siamo intesi... ci ho creduto.
Ti ho dato il mio bacio, era strano, ti ho amato, per la prima volta nella mia vita ho amato, ti sono sembrata strana. Non mi hai voluto più.
La mia bambola, io sono la mia bambola. Il mio gatto, con il tuo nome, ti ha spaventato?
Ti ho aspettato in tutti i luoghi dove sapevo saresti arrivato, i nostri luoghi... ma tu hai fatto finta di non vedermi. Se tu mi avessi ancora parlato... se tu mi avessi ancora guardato, accarezzato, sorriso... io non avrei pensato mai di diventare trasparente.
La pietosa bugia che hai inventato per non dovermi incontrare, per non dover stare con me nemmeno i pochi minuti in lavanderia a fare il bucato... mi ha fatto capire che ti avevo perso, per sempre.
Tu mi hai uccisa in quel preciso momento! Sono morta nel momento esatto in cui mi hai dimostrato tutta la tua indifferenza, il tuo stupore nel non capirmi, nel non vedermi... Ti sei costruito un tuo personaggio, ma non ci credi! Io sono come i tuoi personaggi inventati, ma sono reale e non hai saputo gestirmi... ora son cazzi tuoi!
“... se non sai trovarti un'amico inventatelo!”.
Me lo diceva la mia mamma e io ho sempre dovuto inventarmeli e cucirmeli da sola i miei amici, ho passato la mia vita a parlare con una bambola in una teca e un gatto, ora che non ho più né l'uno né l'altro, ora che anche te, che pensavo differente, mi hai lasciata, dovrò cucirmi un nuovo amico per me, su misura.
Prenderò la parte di te che più mi piaceva: le tue mani. Quando potrai vedermi con il mio occhio saprai amarmi?
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