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Cattivi senza divisa...
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Facile fare i cattivi indossando una divisa delle SS oppure un cappuccio del Klu Klux Klan.

La memoria collettiva, gli studi fatti, i documentari visti, i racconti ascoltati fanno sì che la fantasia si appiattisca, e soltanto vedere una divisa dell'esercito tedesco (ad esempio) ci fa subito capire che chi la indossa non può che essere cattivo o folle. In questo caso anche la trama è facilitata, non c'è bisogno di capire come mai il personaggio sia cattivo, il solo fatto che indossi quel tale indumento (che può essere anche un impermeabile con dei guanti neri se si tratta di un serial Killer, ad esempio) comporta già tutta una serie di convinzioni, di consapevolezze, che impediscono tutta una serie di domande: chi indossa tali divise cinematografiche da cattivi è cattivo! Bisogna solo aspettarsi gesta tali da giustificarne le azioni terrificanti che il film ci mostra.

 

Non sono i cattivi che piacciono a me, chi indossa divise da “storici cattivi” non stuzzica la mia fantasia, e non libera quel sentimento di sfogo e di esorcismo dalle paure che altri cattivi cinematografici comportano.

 

Adoro i cattivi originali, quelli nati dalla pura fantasia dello sceneggiatore, dello scrittore, quello che non ha storia, che solo se la trama lo permetterà si potrà scoprire da dove arriva e perché si comporta così. Il malvagio che si crea una sua maschera se lo vorrà, ma che non indossa una maschera che la storia gli ha consegnato.

Naturalmente sono molto legata a personaggi di film anni '70, quelli italiani... ma anche alcuni stranieri, ben tratteggiati mi hanno molto entusiasmata.

 

I quattro dell'Apocalisse (1975)

di Lucio Fulci con Fabio Testi, Lynne Frederick, Tomas Milian, Michael J. Pollard, Harry Baird, Adolfo Lastretti, Bruno Corazzari, Giorgio Trestini, Donald O'Brien

 

Uno che con i film sapeva davvero essere crudele era Lucio Fulci, uno dei suoi personaggi più malvagi è Chako, interpretato da Tomas Milian (grandissimo) nel film “I quattro dell'apocalisse”.

Un indio che arriva dalla polvere del deserto, si unisce alla compagnia, provocando morte e dolore, come un vero demone. Chako non si sa né da dove arriva né qual'è la sua storia, ma è cattiveria pura, senza ripensamenti.

 

Ancora un film spietato italiano, il bellissimo “L'ultimo treno della notte” di Aldo Lado, qui cattivo è femmina, una terribile Macha Meril interpreta una signora borghese ambigua e perversa.

 

L'ultimo treno della notte (1975)

di Aldo Lado con Flavio Bucci, Macha Meril, Enrico Maria Salerno, Franco Fabrizi, Gianfranco De Grassi, Marina Berti, Irene Miracle, Laura D'Angelo

 

Il suo ruolo da “donna perbene” è in verità una facciata che non solo le permette di fare cose orribili, ma di attribuirne la colpa e la responsabilità solo sui suoi complici, uscendone così pulita e pronta per nuove avventure.

 

 

Robert Mitchum è un cattivo in bianco e nero con Cady in “Il promontorio della paura” di J. Lee Thompson.

 

Il promontorio della paura (1962)

di J. Lee Thompson con Robert Mitchum, Gregory Peck, Polly Bergen, Martin Balsam

 

Cady non è solo cattivo per vendetta, la sua malvagità nasce da prima, e lo porta a fare cose terribili per il gusto di farle, è prepotente con i deboli, furbo, calcolatore, paziente... il suo portamento e il suo vestirsi di bianco lo rendono speciale, diventa un personaggio. Il cappello di panama bianco verrà ripreso anni dopo per l'ultima scena di Hannibal Lecter in “Il silenzio degli innocenti”, se ci fate caso anche la camminata di Lecter e la sua postura ricordano molto quella di Cady.

 

Più recentemente è stato creato un cattivo eccellente: Anton Chigurh, interpretato da Javier Bardem in “Non è un paese per vecchi”-2007- dei fratelli Coen.

 

Non è un paese per vecchi (2007)

di Ethan Coen, Joel Coen con Tommy Lee Jones, Josh Brolin, Javier Bardem, Woody Harrelson, Kelly McDonald

 

Caschetto nero, occhio spento, camminata sicura e un'arma che non è un'arma ma piuttosto una pistola pneumatica per l'abbattimento di animali. Questo particolare dell'arma impropria, poco maneggevole, molto pericolosa, non può che ricordare la mitica motosega di “Non aprite quella porta”-1974-, altro film in cui viene creato un personaggio originale e assurdo come Leatherface.

 

Per finire in bellezza cito il “Cattivissimo” per eccellenza, quello di Bruno Bozzetto in “West and soda”-1965-, il bellissimo film di animazione italiano, esempio di perfetta parodia dei film western all'italiana e non.  

 

 

West and Soda (1965)

di Bruno Bozzetto

 

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