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È morto il regista Peter Yates
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Si è spento il regista Peter Yates

L'agenzia Associated Press ha battuto la notizia della morte del regista 82enne spentosi ieri dopo un lungo periodo di malattia.

 

Il regista inglese Peter Yates, che aveva mandato Steve McQueen a indagare e scorrazzare per le strade di San Francisco su una Ford Mustang in "Bullit", è morto all'età di 82 anni.

 

Yates ha ricevuto nella sua lunga carriera 4 nomination all'Oscar - due come regista e due come produttore - per "All American Boys" e "Storie" (aka "Il servo di scena").

 

 

Nato a Aldershot, nel sud dell'Inghilterra nel 1928, esordì come attore teatrale prima di passare al cinema come assistente di regia in pellicole come "Sapore di miele" di Tony Richardson e "I cannoni di Navarone" di J. lee Thompson.

 

Il suo primo film da regista fu il musical "Summer Holiday" del 1963, a cui seguì "La rapina al treno postale".

 

Il trasferimento a Hollywood lo porterà a realizzare pellicole entrate nella memoria collettiva, passando da un genere all'altro. Oltre ai titoli su citati, si ricordano "L'uomo che venne dal Nord", "Gli amici di Eddie Coyle", "John & Mary", "Abissi", "Krull", "Labirinto mortale" e "Suspect".

 

Accusato spesso di essersi "venduto" al cinema commerciale, il regista aveva diretto negli ultimi anni diversi sceneggiati televisivi.

 

 

 

OPINIONE DI JONAS SU "JOHN & MARY", uno dei miei film preferiti diretti da Yates

 

"Yates, regista bravino ma senza grandi voli, firma un piccolo capolavoro reinventando dalle fondamenta il trito schema “boy meets girl”, aggiornandolo alla vita quotidiana dei tardi anni ’60, fra rivoluzione sessuale e impacci esistenziali, e regalando al film una profondità sorprendente per una commedia sentimentale. Hoffman e la Farrow, con le loro facce normali, interpretano in modo perfettamente credibile due personaggi divisi tra voglia di abbandonarsi e paura di farlo, desiderio di dire “resta” e orgoglio di non dirlo" [...]

 

 

 

I suoi film a 4 stelle per Film Tv:

 

La rapina al treno postale (1967)

di Peter Yates con Stanley Baker, James Booth, Frank Finlay

 

 

Bullitt (1968)

di Peter Yates con Steve McQueen, Jacqueline Bisset, Robert Vaughn, Robert Duvall

 

 

Gli amici di Eddie Coyle (1973)

di Peter Yates con Robert Mitchum, Peter Boyle, Richard Jordan, Steven Keats

 

 

La pietra che scotta (1973)

di Peter Yates con Robert Redford, George Segal, Zero Mostel, Ron Leibman

 

 

All American Boys (1979)

di Peter Yates con Dennis Christopher, Dennis Quaid, Daniel Stern, Jackie Earle Haley

 

 

Uno scomodo testimone (1981)

di Peter Yates con William Hurt, Sigourney Weaver, Christopher Plummer, James Woods

 

 

Suspect. Presunto colpevole (1987)

di Peter Yates con Cher, Dennis Quaid, John Mahoney, Liam Neeson

 

 

Labirinto mortale (1988)

di Peter Yates con Jeff Daniels, Kelly McGillis, Mandy Patinkin, Christopher Rhode

 



 

 

 

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Ultimi commenti

  1. Carica precedenti
  2. fixer
    di fixer

    Il pregio maggiore di Yates è quello di aver diretto film dignitosi e di qualità medio-alta. Poi ha diretto due ottimi film come BULLITT e GLI AMICI DI EDDIE COYLE. A mio avviso, non ci sono cadute di tono e qualità nella sua produzione. E' anche vero che non ci sono capolavori, ma ciò che mi piace di Yates è che quando ti appresti a vedere uno dei suoi film, sai in partenza che assisterai a uno spettacolo gradevole e di buon livello. Non è poco, credimi.

  3. Spaggy
    di Spaggy

    Fixer, a me piace definirlo (come si faceva con il nostro Sergio Corbucci) "mestierante", ovvero regista che dietro la macchina da presa sapeva fare il suo lavoro. Si, non saranno capolavori ma il rigore formale di certe sue opere e la maniera in cui dirigeva gli attori era esemplare: basti pensare ad esempio a "Labirinto mortale", "Il servo di scena" e "Suspect - Presunto colpevole". Certo, ha pagato anche lo scotto di certi pensieri critici "perbenisti": io ad esempio non credo che il suo "Abissi" si meritasse tutte le stroncature che ha avuto...

  4. maurri 63
    di maurri 63

    Mi associo al cordoglio per la perdita di Peter Yates: "Il servo di scena" (chissà mai perchè l'hanno chiamato così, in italiano...) è un vero capolavoro. Ma una cosa mi colpisce quando rivedo un suo film: come sono cambiati i tempi! Lo spirito degli anni '60, '70, '80 oggi è irriproponibile (vedere "Vallanzasca"... bah!), ma, grazie a precisioni d'inquadratura e ad attori fortemente legati al loro periodo da star (quale attore meglio di Steve McQueen può dire di avere speso male il suo tempo?), Yates riesce a rammentarci che un tempo....ci amavamo (in sala!).Ps : mi spiace, Spaggy: il cinema, checchè se ne dica, resta un'arte. L'idea del mestierante - così in voga a Cinecittà - lasciamola al calzolaio o al falegname: non è l'artigianato del cinema a fare il regista, semmai il contrario. E, francamente, il paragone con Corbucci mi sembra davvero irriverente. Buona visione!

  5. Spaggy
    di Spaggy

    Maurri, beh... c'è da contestualizzare il termine: "mestierante" al cinema è colui che è capace di passare da un genere all'altro portando a casa il risultato. Parlando di arte, come ben sostieni tu, è chiaro che non si faccia alcun riferimento alla standardizzazione del prodotto ma solo alla capacità di prendere in mano "registri stilistici" consolidati confermandone regole e stilemi, imprimendo al contempo un proprio tratto distintivo. Non c'era alcun paragone tra i due registi ma solo l'uso di un termine che li accomuna: checché se ne dica o se ne pensi, Corbucci negli ultimi vent'anni della sua produzione ha dimostrato di essere un "mestierante", senza però denigrare il lavoro che aveva fatto con i western all'italiana (e qui si aprirebbe una lunga parentesi su chi ne ha la paternità, ma sarebbe argomento di infiniti altri post)...

    Su molte cose siamo d'accordo, come sull' "amarsi" in sala... trovo però più azzeccato "Il servo di scena" come titolo piuttosto che il primo, anonimo, "Storie", anche perché spesso tradurre dall'inglese diventa complicato... Lo chiamavamo "Il sarto"? Non avrebbe reso... su "Vallanzasca" non mi pronuncio, lo vedrò martedì prossimo ma la mia visione rischia di essere alterata dalla presenza in sala di Placido e del resto del cast...

  6. Inside man
    di Inside man

    Ma Gli amici di Eddie Coyle è un capolavoro!! Se finora Yates non mi aveva affatto impressionato, nemmeno con i suoi film più celebri (i riusciti Bullitt e Breaking away, il sopravvalutato The Dresser), oggi tutto è cambiato durante la tanto attesa visione al Cinema Ritrovato - in lingua originale - dell’opera tratta dal superbo racconto d'esordio di Higgins. Il nostro "mestierante", sulla fragorosa scia dell'antecedente The French Connection, riesce nell'impresa di sfornare un’altra squallida e sporchissima pietra miliare del neo-polar americano anni "70 di matrice neorealista (e con che qualità la mdp pennella il desolante e infido milieu bostoniano); una gemma imprescindibile per qualunque pantheon della storia del cinema. Purtroppo sono in ritardo, lo so, comunque… Chapeau mr.Yates.

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