Stati Uniti, gennaio 1919. La ratifica del XVIII emendamento alla Costituzione vieta di produrre, vendere e trasportare sul suolo nazionale bevande alcoliche. Hanno così inizio 14 lunghissimi anni (il divieto viene abrogato nel dicembre 1933 con il XXI emendamento alla Costituzione) in cui il fenomeno del gangsterismo favorì i traffici illeciti e clandestini degli alcolici.
È da questa premessa storica, su cui si basa il saggio dell’autore americano Nelson Johnson, Boardwalk Empire: The Birth, High Times, and Corruption of Atlantic City riadattato per il piccolo schermo, che si diramano i 12 episodi della serie Boardwalk Empire, prodotta da Martin Scorsese (che ne dirige anche il pilot) e Mark Wahlberg e scritta da Terence Winter, geniale mente che si nasconde dietro lo strabordante e inaspettato successo della serie The Sopranos.
Debutta così anche Martin Scorsese dietro la macchina da presa per una serie televisiva. Era già accaduto in passato che il cinema avesse incontrato il piccolo schermo in vari progetti: si pensi a David Lynch che gira Twin Peaks o a Quentin Tarantino alla regia di un episodio della popolare serie crime CSI, a Lars Von Trier con la sua saga The Kingdom o a tutti quei film che nascono da telefilm (Sex and The City, ad esempio) e viceversa (è ad esempio il caso del nostro Romanzo criminale o della meno fortunata serie nata da Quo vadis, baby?).
In Boardwalk Empire, prodotta in partnership con il canale televisivo statunitense più “spregiudicato” (HBO), Scorsese porta tutti gli elementi tipici del suo cinema: innanzitutto la rilettura della storia degli Stati Uniti all’inizio del XX secolo attraverso la figura di esponenti della malavita organizzata, fatta di personaggi inventati che interagiscono con personaggi realmente esistiti, come Lucky Luciano o Al Capone. E poi la descrizione psicologica di ognuno di essi, caratterizzati da estrema violenza generata da sofferti percorsi personali o che esplode in piccoli comportamenti maniacali, come ad esempio la voglia del gangster protagonista di vedere le strade della sua città sempre pulite.
Boardwalk Empire (2009)
di Martin Scorsese con Steve Buscemi, Michael Pitt, Kelly Macdonald, Michael Shannon, Aleksa Palladino, Michael Stuhlbarg, Stephen Graham, Paz de la Huerta, Vincent Piazza, Michael K. Williams, Brady Noon, Josie Gallina, Lucy Gallina, Edoardo Ballerini, Dabney Coleman, Robert
Lo stesso atteggiamento maniacale che ha lo stesso Scorsese nella ricostruzione dell’ambientazione, degli scenari che caratterizzavano Atlantic City, città in cui si svolge la vicenda, nel 1923.
Al centro della serie è l’attore Steve Buscemi, per la prima volta nei panni del protagonista, Enoch Thompson detto Nucky, personaggio realmente esistito, vissuto tra il 1883 e il 1968 e indiscusso boss politico di Atlantic City fino al 1941, anno in cui venne arrestato per evasione fiscale (per inciso, vi ricorda qualcosa?). Le vicende di Nucky sono seguite anche attraverso gli occhi del suo giovane figlioccio Jimmy Darmody, interpretato da Michael Pitt, un reduce della Prima Guerra Mondiale che ha perso ogni fiducia nel Governo e che per ciò inizierà un percorso alternativo che lo vedrà prima succube degli insegnamenti di Nucky e poi indipendente nei suoi loschi affari con Al Capone.
Non mancano poi figure femminili di riferimento che prenderanno sempre più spazio nel corso delle puntate, come ad esempio Margareth Schroeder, interpretata da Kelly MacDonald, moglie umiliata dai tradimenti del marito, che intraprenderà un lungo percorso verso la sua emancipazione femminile, percorso lasciato a metà per via della facile scelta di farsi mantenere.
L’affresco degli Anni Venti è completato anche dalla scelta di inserire nello script pericolosi criminali come Lucky Luciano e Al Capone. E proprio in riferimento a questi personaggi l’attore Vincent Piazza, che ricopre il ruolo di Luciano, ha raccontato che per entrare meglio nella parte Scorsese lo ha “costretto” a rivedere più volte il dvd del film del 1974 diretto da Francesco Rosi, Lucky Luciano, in cui il mafioso era superbamente interpretato da Gian Maria Volonté.
La ricostruzione scrupolosa dell’America degli Anni Venti è stata possibile anche agli effetti speciali ricreati dalla Brainstorm Digital, le cui tecniche usate si possono ammirare nei seguenti due video:
Infine, ulteriore genialata di Scorsese è stata la scelta del tema musicale portante della serie. Non un pezzo che richiamasse direttamente l’epoca ma un tema strumentale proveniente dagli Anni Novanta, “Straight Up and Down” della Brian Jonestown Massacre.
I 12 episodi della serie andranno in onda per sei venerdì su Sky Cinema 1 alle 21:00, a partire dal prossimo 14 gennaio.
«Questa è l'America, ragazzo. Chi cazzo vuoi che ti fermi?»
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