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Nel ventre dell'Europa - "Urban explorer" ed il problema del 'sotto'
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Quattro ragazzi scendono nei sotterranei di Berlino. “Un’avventura, nient’altro” si ripetono, e per il gusto di incrociare la loro di ventura percorrono le budella della città (che nient’altro sono che l’acne di Madre Terra, sia chiaro). Li guida un certo Dante che trova ben presto il suo Virgilio, una sorta di ‘frontier’ di westerniana memoria che li introduce, tutti quanti, nei vari gironi dell’Inferno... Detto così il film fà la figura di un’operina perfettamente calata nel ‘genere’, di cui pare voglia arditamente alterare alcuni canoni quando invece, alla fine, sapientemente tutti li osserva e concelebra. Ma in effetti di che ‘genere’ di storia stiamo parlando?... Si sarà forse fatto qualche grossolano errore nell’unificare le due Germanie? Si sarà infranto un secolare tabù mischiando genti e menti diverse (e distorte) sotto la fragile egida europeista? E di quale legge di natura ci si è dimenticati, nel più globale mercimonio finanziario-capitalista che ha invaso ed infettato il mondo intero? Perché per uno o due attimi appena, questa spietata caccia all’uomo, questa sconsacrata razzia di corpi e di anime pare possa rappresentare qualcosa d’altro. La constatazione che dentro la lucentezza di una moderna, ricca, technologica (la porta degli Inferi è una pulsante discoteca) capitale europea possa ancora albergare l’orrore più sordido, odio raggrumato di storie mai finite, concluse (la follia nazista, “il muro”, gli orrori afgani ed altro ancora) e che questo vettore virale sia lì, a venti metri sotto le suole delle nostre scarpe, a dieci metri oltre la fermata della metro, a due metri dietro le nostre spalle mentre decidiamo se pigiare o meno un segnale di allarme... Certo, incongruenze in questo film di Andy Fetscher - che è dell'anno scorso e fa un po' il verso ad un'attività che sta tra lo sport estremo e l'avventura, e risulta molto praticata in parecchie metropoli in giro per il mondo - ce ne sono di belle e fatte; perché i due ragazzi non uccidono Virgilio quando ce lo hanno lì in pugno? Come è possibile che questa sorta di uomo-orso-affamato-delle-viscere, ferito da pistola e sbarellato più volte da una pesante barra di ferro acquisti più forza di prima e proceda nel massacro senza alcun tentennamento? E come fà Dante, che poi di nome fà Kris, con non più di mezz’ora di vita, ossa rotte ben benino, emorragie interne a iosa, a fuggire dalla pattumiera del mostro giù giù lungo le fognature per riveder la luce?... Ma se questa è una favola, una favola nera, noi l’accogliamo così, per quello che è senza ricamarci tanto su. D’altronde siamo un po’ tutti cresciuti a pane e favole; le nostre fibre sono carne e non-verisimiglianza in parti uguali. Prima di chiudere gli occhietti, ogni sera, ripetiamo a memoria qualche bel passo dei fratelli Grimm, Stevenson,   ... poi li riapriamo il mattino a seguire, e le orecchie si riempiono di altri ben più tristi affabulatori: Sarzoky, Blair, Berlusconi, Zapatero, Hollande, Monti, Bersani... e la Angela Merkel che, nella sua linda e ordinata Berlino, continua a ripetersi: “L’Europa c’est moi!”...

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