“...proprio perché sono partito prima che sono arrivato dopo!”
Succede, a volte, che io e il mio amico cominciamo a parlare citando frasi di vecchi film...per poi giocare chiedendoci: “di che film è?”...
Anche quella sera di due anni fa si cominciò a chiacchierare con questa frase, improvvisamente venutami in mente, facendomi sorridere come mi succede sempre pensando a “I soliti ignoti”.
“Dammi qualche altro indizio...”- mi fa il mio amico-
“E' in bianco e nero e parla di ladri.”-rispondo io-
“Troppo facile: I soliti ignoti”-
Non lo vedo, ma so che sta ridendo anche lui, ci capita spesso anche questo... e comincia la serie di frasi... e sono tantissime:
“Fimmina cuciniera prendila per mugghiera, fimmina piccante prendila per amante”
“Cu je? Sono Michele... dimenticai le chiavi”
“sc...sc...sc...scientifico”
“son sportivo...”
“Calun...Calun...Calun...”
“Buongiorno brigadiere! Come vede si lavicchia...”
“Manco il dolore ho sentito, più la paura è stata...”
“Dante Cruciani....controllo!!!!”
Potremmo continuare all'infinito, perché il film lo conosciamo a memoria, ed è come quando da bambini si ascoltano le filastrocche prima di andare a dormire: si sa già come vanno a finire, ma rimangono divertenti e si vogliono ascoltare tutte, fino alla fine.
Invece improvvisamente quella sera cascò un silenzio pesante, una notizia inattesa arrivò prepotente e cattiva: Mario Monicelli è morto, ed ha scelto lui di morire gettandosi dalla finestra dell'ospedale dove era ricoverato.
Ero sollevata di stare accanto al mio amico in quel momento, perché non avrei retto una notizia di quel genere da sola... e si avvertì subito il bisogno di cercare sul sito e sul blog la solidarietà e la vicinanza degli utenti. Come in una grande piazza ci riunimmo e tutti cercarono con playlist, opinioni e post di ricordare e in qualche modo esorcizzare la notizia della morte di Monicelli.
Sono passati due anni da quel giorno, e ancora oggi se penso al braccio ingessato di Mastroianni nel film non posso non ricordarmi della scelta di Monicelli di volare via. Ora quando rivedo “I soliti ignoti” o mi capita di ripetere qualche battuta del film, il sorriso che mi appare sulle labbra nasconde un magone di fondo. Monicelli ha fatto centro con me, ha firmato il suo ultimo copione ben riuscito, non potrò mai dimenticare il giorno della sua uscita di scena, mi ha legato a lui, al film e al mio amico in modo definitivo. Ci sono cose nella vita che ci si sforza di costruire senza riuscirci, altre che capitano inattese e rimangono forti, resistenti a tutte le intemperie... così come ci dimentichiamo di cose importantissime (magari causando anche qualche problema) mentre alcuni particolari rimangono impressi per sempre: una parola, il tono con la quale viene detta, un sorriso.
Ho sempre dato importanza al linguaggio cinematografico, personalizzandolo, trovando in una frase o in un gesto una risposta che cercavo, o un motivo di consolazione. In un momento molto lungo di isolamento che sto sopportando mi arriva tutto il calore di un abbraccio che forse percepisco solo io, e sento forte un'amicizia o un sentimento silenzioso, spesso dico: “il film più bello rimane quello che mi sono costruita nella mia testa”... beh, il 29 novembre di due anni fa a questo film ha fatto da regista Mario Monicelli, come suo uso è stata una commedia da ridere, con risvolti amari e forti, che ti lasciano da pensare, che ti lasciano qualcosa dentro e che non ti abbandonano mai.
Grazie a Mario Monicelli per tutto quello che continua ad essere e a quel senso di familiarità che mi fa sentire la sua mancanza.
Grazie al mio amico, che continua ad esserci dopo tanto tempo anche quando “non c'è” (come mi dice qualche volta), sopportando tutte le mie “deviazioni”.
Grazie a “I soliti ignoti”, un film che mi fa sempre sorridere anche alle battute più conosciute, e soprattutto in momenti di forte depressione non c'è medicina migliore che un sorriso, che magari si riempie di lacrime un secondo dopo, ma che non ha altre controindicazioni.
“...proprio perché son partito prima che sono arrivato dopo!”. Sorrido e penso al legame che mi tiene unita ad un'amico lontano e ad un regista suicida: potenza del cinema.
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