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E' Dorothy Malone alla tastiera?
di Neve Che Vola
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Neve Che Vola

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Sfogliando gli album fotografici presenti nel web, mi sono imbattuto in un singolare caso di somiglianza. 

L'attrice qui di seguito è Dorothy Malone, in una foto pubblicitaria per L'uomo del Nevada (The Nevadan, 1950) con Randolph Scott

Ai tempi, aveva ancora i capelli scuri, perlomeno non biondi come in Come le foglie al vento (Written on the Wind, 1956).

Pur conoscendola molto bene, pur avendo visto sia The Nevadan che Gli amanti della città sepolta (Colorado Territory, 1949), in cui ha di nuovo i capelli ancora scuri, sono rimasto momentaneamente sconcertato capitando sulle foto in questione (insieme ad altre dallo stesso film).

Che ci fa Elisabeth Leonskaja nel West ???

Riguardando le foto con attenzione, mi sembra ora forse che il paragone sia un pò forzato. Eppure, se la foto mi appare sotto gli occhi all'improvviso, continua a farmi lo stesso effetto. Ci vedo molto, nei contorni, nel modo di proporsi, non lo so neanche io, della grande pianista russa, indiscutibilmente anche lei una bella donna, oltre che un vero e proprio genio della tastiera (i momenti di maggior somiglianza forse si hanno nel video di Brahms verso la fine del post).

 

Non ne avevo mai riconosciuto appieno la statura di interprete fino a quando arrivai ad un suo concerto, tenuto in una chiesa a Mentone

Arrivai durante una prova, e ascoltai le note uscire dalla chiesa: riconobbi la Terza Ballata op.47 di Chopin, e pensai, ascoltando quel suono pianistico così straordinariamente bello, quel respiro così ampio, che non poteva essere altri che lei.

Non osai avvicinarmi, sebbene la situazione fosse favorevole: c'erano soltanto lei e l'accordatore.

Alla sera, però, fui ricompensato: ebbi l'onore di fare un tratto di strada con questa straordinaria artista, io e lei da soli. Avevo, come è logico, paura di dire qualche stupidaggine, ma mi mise a mio agio, parlando in italiano. Una ventina di minuti, ma che immensa soddisfazione!

Ecco la sua esecuzione, di grandissimo gusto, dell'ultimo tempo del Concerto n.5 op.73 "Imperatore" di Beethoven:

 

Ed ecco una bellissima esecuzione del Preludio in sol diesis minore op.32 n.12 di Rachmaninoff, realizzato in età più avanzata; una interpretazione che può fare il paio con quella di Horowitz o di Richter:

Sono particolarmente affezionato a questo Preludio. Ci scorgo una specie di visione notturna, nelle foreste innevate della Siberia, di notte. Appaiono gli spiriti, danzano. Cercano di toccare terra, ma si accorgono di non riuscirci.

Quando il motivo iniziale ritorna nelle note gravi, a 2'01, è un momento magico, irripetibile. Gli spiriti prendono coscienza del loro stato, ne segue il lamento rassegnato a 2'08  (che belle le due note basse che risuonano, intercalandolo, a 2'11). Gli spiriti svaniscono con le prime luci, morendo, in pp.

(Alla straordinaria pianista non riesce di far risuonare uno dei due sol diesis finali, che dovrebbero udirsi contemporaneamente, ma poco importa).

 

Aggiungo il Primo Tempo del Concerto n.2 op.83 di Brahms, sia perchè si tratta di uno dei sommi capolavori del genere (trovatemi, dico: "Trovatemi!" un solo momento di quest'opera straordinaria, che sia meno di straordinaria. Un solo istante, uno solo, in cui la forza emotiva venga meno) sia perchè la Leonskaja ha un bel look.

Concludo il post Malone/Leonskaja  con le prove e una esecuzione (insieme a Sviatoslav Richter) di un'opera poco conosciuta di Grieg.

Trattasi di una aggiunta che il compositore fece ad alcune Sonate di Mozart, tra le quali la piccola K.545 che è di seguito nei video. Della musica originale non cambiò niente, semplicemente compose un accompagnamento che definire geniale è poco, su un secondo pianoforte, idea che forse gli venne a scopo didattico.

Dirò una eresia, ma preferisco la versione Mozart/Grieg della Sonata K.545, all'originale. Nuove armonie che si fondono con le antiche in maniera sorprendente, è come sentire Mozart con le orecchie di Grieg.

A giudicare dallo sguardo di Richter al secondo 25, e da quello della Leonskaja, probabilmente le riprese furono fatte senza permesso, e poi accettate in diretta.

 

Ecco la Sonata K.545 nella versione di Grieg, l'Andante, che forse è la gemma dell'opera:

Momenti da "urlo", come amano dire alcuni, a partire da 4'45 fino a 5'43 (non che il resto sia da meno, eh!).

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