Venezia 2012, Giorno 9
Penultimo giorno di proiezioni per la stampa a Venezia per un quadro di insieme che comincia a diventare interessante in vista dell'assegnazione del Leone d'Oro di sabato sera.
Per il Concorso, l'unico titolo della giornata è Thy Womb di Brillante Mendoza.
«Il film analizza la contrapposta natura di due donne (la sterile Shaleha e la fertile Mersila) per riflettere sulle condizioni di vita a Tawi-Tawi, un luogo ricco di risorse e di bellezza naturale ma impantanato in una crisi economica e socio-politica. Un tranquillo inferno in un paradiso, il “luogo natio” di Sinapupunan e i suoi dintorni sono una costante testimonianza di un conflitto del passato rimasto irrisolto nel presente».
Al di là del film di Mendoza, l'attesa oggi è soprattutto alta per The Company You Keep, il nuovo film di Robert Redford presentato fuori concorso.
«Resto sempre affascinato dalle storie sull’America che vanno oltre la superficie, concentrandosi sulle zone grigie, analizzando il quadro complessivo invece che i soliti ritratti a due dimensioni, e la verità che definisce tutti noi. Questa è una storia sulle conseguenze delle nostre scelte di gioventù, a volte sbagliate, e di come le sfide dell’amore e della persuasione possano penetrare il tempo ed essere pericolose e inevitabili».
Orizzonti presenta invece tre differenti titoli: Me Too del regista russo Alexej Balabanov, il documentario Three Sisters di Wang Bing e l'iraniano The Paternal House di Kianoush Ayyari.
«Three Sisters parla di una povera famiglia, un padre con tre figlie, e della loro vita quotidiana. Parla del rapporto tra loro, di come sono stati capaci di adattarsi alla miseria per sopravvivere, di come i bambini crescano comunque anche con nulla, di come le cose più insignificanti possano diventare ostacoli insuperabili per loro. Quando quattro anni fa incontrai questa famiglia, mi commossi davanti alla difficilissima situazione in cui le bambine erano cresciute. Per questo motivo, ho voluto dare una testimonianza della povera vita dei contadini oggi in Cina».
Per la Settimana della Critica è il momento del film di chiusura: Kiss of the Damned di Xan Cassavetes.
«Non sono una fanatica dei vampiri, anche se certi film di vampiri, perlopiù europei, si sono impressi nella mia mente fin da quando ero adolescente. La loro bellezza, la loro formalità e la loro atmosfera continuano ad affascinarmi. Sono fantasie che riflettono la realtà con la loro rappresentazione di questo tipo di poteri mozzafiato, solitudine e aspirazione alla sopravvivenza.
Con Kiss of the Damned, il mio primo lungometraggio narrativo, volevo raccontare una storiadi vampiri che cercano di trovate il significato della vita, di godere del dilemma dell'eternità. Ho voluto attingere alla tradizionale contrapposizione fra solitudine e brutalità dei film di vampiri che più amo, per costruire una storia di un gruppo di creature confuse che cerca di fare del suo meglio per scoprire la verità».
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