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I peggiori cattivi della storia del cinema
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Qual' è lo scopo del cattivo in un film? Per quale motivo sono così contorti, così infami e così corrotti? Perché alcuni di loro sono così maledettamente seducenti? E perché alcuni di loro così fastidiosamente minacciosi da trasformare un cucchiaio di legno in una bomba nucleare? Un criminale è destinato a rappresentare tutto quello contro cui combatte l'eroe. Mentre l'eroe è quello in cui noi spettatori ci identifichiamo e per cui siamo destinati a parteggiare e simpatizzare, il cattivo è quello che vogliamo vedere fermato nei suoi propositi più vili e ridotto all'impotanza. Un vero criminale costituisce una sfida per l'eroe così che noi identifichiamo i buoni come dei bravi ragazzi che combattono coraggiosamente per il bene più grande mentre loro, i cattivi, sono destinati ad ergersi contro tutto ciò che è onesto e morale, perseguendo solo la propria avidità, il proprio potere ed il perverso personale guadagno. Dalla cicatrice in fronte di Ernst Stavro Blofeld della serie "James Bond" all'asmatico dittatore dello spazio Darth Vader della saga di "Star Wars", ci sono molte icone di super-cattivi nel folklore cui i dilettanti, i cattivi in erba, possono ispirarsi. Tuttavia, ci sono anche molti cattivi verso i quali i grandi villains dovrebbero guardare con puro imbarazzo. Mentre un criminale è destinato ad essere una minaccia fisica o mentale per il coraggioso protagonista, alcuni cattivi del cinema sono francamente risibili, assolutamente incompetenti e non saprebbero spaventare un neonato di criceto. Ecco la mia lista dei top 20 peggiori cattivi nella storia del cinema.

 

                                                                       

                                                                20. Ray Park è Toad in "X-Men" (2000)

Se c'è qualcuno con un superpotere risibile in uno qualsiasi dei film "X-Men", è certamente Toad, il rospo. Per fortuna non è il cattivo principale del film, ma una sorta di scagnozzo del brillante Sir Ian McKellen alias Magneto. Se lui fosse il villain principale ci sarebbe davvero di che ridere a crepapelle. Come diavolo si potrebbe seguire gli ordini di questo ragazzo ? È interpretato dallo stuntman Ray Park, il potere del suo personaggio deriva dalla doppia natura: è in parte uomo, in parte rospo. Un rospo burlone, che saltella, stringendo mosche nelle mani. La sua pelle è verde, la lingua è incredibilmente lunga, ha la capacità di eiaculare una sostanza verde appiccicosa e mangiare gli uccelli vivi. Come ho già detto, che inferno sarebbe prendere ordini da uno come lui ? E' semplicemente ridicolo e praticamente inutile, così che è un momento meravigliosamente appagante quando viene ucciso da un bullone in un lampo. Sì, andare a mangiare alcune mosche aggrava la tua situazione anfibio.

 

                                                  19. Tommy Lee Jones è Due Facce in "Batman Forever" (1995) 

 

Il film di Joel Schumacher è tra i punti più bassi della serie, a partire dal Batman privo di fascino e carisma dell'asfittico Val Kilmer fino alla coppia di cattivi Carrey/Jones. Il primo è proprio lo schizzofrenico Due Facce, ossessionato dal dualismo Bene-Male, l' ex procuratore distrettuale Harvey Dent, impazzito dopo essere stato sfigurato dal boss mafioso Salvatore Maroni, che gli ha schizzato dell'acido sul volto mentre veniva processato, rimanendo con il lato sinistro della faccia mostruoso, Dent diventa una sorta di supercriminale, convinto che sia stato il suo vecchio alleato Batman a crearlo, e prova a ucciderlo mentre questi tenta di catturarlo durante una rapina a una banca, ma entrambi falliscono. Nonostante l'indubbio talento di un veterano del cinema americano come Tommy Lee Jones, il personaggio è eccessivamente caricaturale e ridicolo che realmente minaccioso e Jones non riesce, anche a causa della sceneggiatura e della regia semplicistiche a dare credibilità ad un personaggio che avrebbe anche una sua complessità e tragicità; al contrario le sue smorfie continue risultano piuttosto stucchevoli e alla fine la sua uscita di scena risulta sempre alquanto tardiva. Il tentativo è quello di ripetere il Jocker di Jack Nicholson ma Jones finisce per esserne solo una caricatura mal riuscita.

 

                                                   18. Jim Carrey è l'Enigmista in "Batman Forever" (1995)

 

Jim Carrey è il degno compare di Tommy Lee Jones nel pessimo "Batman Forever" di Joel Schumacher. Carrey interpreta l'enigmista dandone una versione piuttosto comica e sopra le righe; si tratta di un folle ossessionato da Batman e desideroso di vendetta contro Bruce Wayne (che gli aveva rifiutato l'approvazione di un progetto). Alla fine del film, impazzito e deformato a causa della perdita dell'intelligenza che aveva rubato tramite il "Box" (un dispositivo per manipolare le attività cerebrali in modo da consentire, teoricamente, una migliore visione dei programmi televisivi), Edward Nigma viene arrestato da Batman e ricoverato nel manicomio criminale Arkham Asylum, dove trascorre il resto delle sue giornate delirando e affermando di essere Batman. L'istrionismo caratteristico di Carrey che ripete il suo personaggio di "The Mask" risulta davvero difficile da sopportare per l'intera duranta del film, quanto ai suoi capelli meglio calare un velo pietoso.

 

                                                   17. Topher Garce è Venom in "Spiderman 3" (2007)

 

Chiunque abbia letto i fumetti di "Spider-Man" o guardato i cartoni animati o, anche solo giocato ai videogames dovrebbe sapere che Venom era un erculeo mostro urlante ed uno dei migliori ultimi nemici dell' Uomo Ragno. Tuttavia, in "Spider-Man 3," il personaggio è interpretato dall'inetto Topher Grace, l'esatto contrario di ciò che uno si aspetterebbe date le passate raffigurazioni di Venom nei comics. Lui è magro, piagnucoloso e piuttosto antipatico. E quando il corpo di Eddie Brock, alla fine, si fonde con la controparte malvagia di Spiderman e diventa Venom a circa tre quarti di svolgimento del film, si capisce che il personaggio è un una gran delusione, a mala pena lo si intravede come una vera minaccia perché scompare troppo in fretta dal video. Grace come Venom è un clamoroso caso di casting sbagliato ed anche un esempio di come un personaggio che sta troppo poco tempo sullo schermo finisca per essere troppo limitato per assumere un respiro epico sufficiente. Venom è più anticipato che realmente realizzato sullo schermo e finisce quindi per bruciarsi subito. Ci dispiace Topher, ma ci piace il nostro Venom appassionato e virile (quello vero dei fumetti).

 

 

                                         16. Shelley Winters è Mommy in "Cleopatra Jones: licenza di uccidere" (1973)

 

In questo tentativo non riuscito di cavalcare il successo di “Coffy” e di lanciare un’altra Pam Grier nel firmamento del cinema blaxploitation, l’eroina è la modella di colore Tamara Dobson che interpreta l’agente speciale Cleopatra Jones e deve vedersela con l’organizzazione criminale capeggiata dalla spietata Mommy, il personaggio interpretato dalla Winters in una parodia totalmente fallita del suo personaggio di Ma’ Barker nel bel film di Roger Corman “Il Clan dei Barker”. La Winters, grande interprete della Hollywood classica vincitrice di 2 oscar non fa un favore alla sua immagine di attrice interpretando un ruolo orrendo che riprenderà più volte nella seconda parte della sua carriera: l’arpia spietata e senza scrupoli che lascia emergere tutte le peggiori caratteristiche della classiche figure matriarcali ma per non risparmiarsi nulla i creatori del film, nella peggiore tradizione misogina hollywoodiana, devono anche aggiungere a questa donnaccia tremenda anche un’altra caratteristica "positiva": il lesbismo, così abbiamo questa vecchia e sfatta boss della malavita che discute i suoi malaffari con i suoi uomini trastullandosi con giovani ragazzine appoggiate sulle sue ginocchia. La Winters già ultracinquantenne già non aveva certa un corpo da spot di Lancome ma così conciata con trucco e parrucco da drag queen è piuttosto imbarazzante come antagonista di una sexy modella di colore alta 1 metro e novanta e che ha la metà dei suoi anni; lo scontro finale in un deposito di auto abbandonate è reso risibile dallo squilibrio delle forze fisiche in campo. Mi spiace Shelley ma come boss della mala vita sei proprio da dimenticare.   

 

        15. Tim Curry e Jennifer Tilly sono Caspar e Dolores Pennington in "Bailey - Il Cane più Ricco del mondo" (2005)

 

Nei film che hanno per protagonisti gli animali ci sono sempre dei cattivi piuttosto idioti che infatti finiscono per fare la figura dei fessi al cospetto dei ben più scaltri ed astuti bi o quadrupedi di turno. Potremmo addirittura inserire una sottocategoria tra i peggiori cattivi del cinema che ha per oggetto proprio i cattivi da film per famiglie con animali da “Beethoven” passando per “Il Mio Amico Zampalesta” fino alla Crudelia de “La carica dei 101” che pur essendo deliziosamente perfida non è che brilli per intelligenza. In questa categoria abbiamo anche “Bailey – Il Cane più ricco del Mondo”, un’improbabile film per famiglie con protagonista il cane Bailey, un quadrupede che eredita una fortuna alla morte della ricchissima padrona che lascia tutto al cane in barba ai parenti. Tra i protagonisti il Dean Cain di “Lois & Clark” e la bella Laurie Holden di “The Walking Dead” e “The Mist”, animalisti, schierati dalla parte dei cani ed impegnati ad aiutare Bailey a sventare i piani malvagi dei due cattivi più maldestri che realmente pericolosi interpretati dai pessimi Tim Curry e Jennifer Tilly rispettivamente nipote della defunta vecchia riccona e sua odiosa moglie; i due sordidi individui rapiscono Bailey e chiedono come riscatto la sua esosa eredità. Difficile pensare ad una coppia più scema dei suddetti cattivi talmente idioti da non essere mai divertenti ma solo insopportabili,  in particolare la svenevole Tilly che ho desiderato ardentemente di investire con un tir dopo i primi venti secondi in cui è comparsa in scena.    

 

                                             14. Charles Dance è Macanudo in “Space Truckers” (1996)

 

 In questa divertente parodia del genere fantascientifico dal regista di “Re-Animator” Stuart Gordon, i buoni sono gli inediti Dennis Hopper e Stephen Dorff mentre a capitanare i cattivi c’è Charles Dance che a seguito di un incidente è diventato una sorta di scherzo della natura mezzo uomo e mezzo robot, la cosa che dovrebbe risultare divertente ma che fa precipitare il personaggio nel ridicolo è il suo tentativo di insidiare la bella eroina Debi Mazar che accetta di "sacrificarsi" per salvare i due amici Dorff e Hopper salvo poi fuggire a gambe levante di fronte agli organi genitali bionici del povero Dance, il cui membro meccanico con carica a mano fa cilecca a ripetizione mortificando l’altre volte sofisticato ed elegante interprete britannico qui davvero ridotto allo zimbello della compagnia. 

 

                       13.  Helena Bonham Carter è la Regina di Cuori in “Alice nel paese delle Meraviglie” (2010)

 

Nella non completamente riuscita operazione di Tim Burton di riportare sul grande schermo la favola di Alice aggiornandola ai tempi del 3D, la moglie Helena Bonham Carter veste i panni della cattiva Regina di Cuori ma riesce ad essere soltanto noiosa,  la Bonham-Carter è più insopportabile e stupida che realmente perfida. Un personaggio il suo, grottesco e ridicolo e lei oltrepassa il limite dell’over-the-top troppo presto per non risultare stucchevole borbottando le sue battute in modo piuttosto incomprensibile. Il suo urlare “tagliategli la testa” non ottiene l’effetto di creare paura o ansia perché non si potrebbe mai avere timore di un’essere tanto bislacco. La regina di cuori del cartone animato Alice è molto più minacciosa. L’idea della testa enorme della Bonham-Carter sproporzionata rispetto al corpo che avrebbe la funzione di spiegare la sua ossessione di far tagliare la testa a chi osa contrariarla è una trovata originale ma conferisce ancora maggiore comicità al personaggio che ha un’aspetto troppo brutto e sgraziato per risultare minimamente pericoloso. 

 

                                                  12. Joan Collins è Max Happy in “Il mio amico Ozzie” (2006)

 

Capitolo film per famiglie con animali protagonisti, un genere deleterio per i cattivi che sono sempre di grana grossa: il protagonista è l’immancabile ragazzino che solidarizza con l’animale di turno e il cattivo è sempre l’antipaticone snob, affarista e senza scrupoli che crede di essere un padre eterno ma in realtà è solo un fesso che rimedia l’inevitabile figuraccia finale. Credo che dovrebbe essere proibito per decreto pena multa salata di accettare certi ruoli quando si è delle vecchie glorie di Hollywood con alle spalle una carriera di un certo prestigio come per la grande Joan Collins, una delle cattive più sexy e più divertenti della TV: la sua Alexis di “Dynasty” mi teneva da piccolo incollato allo schermo per quella che in fin dei conti era soltanto una non eccelsa soap-opera in salsa patinata. Certo “Dynasty” per la splendida Joan è stata motivo di grande successo e popolarità (non dimentichiamo che all’epoca dello sceneggiato la Collins era già, anche se sembra incredibile, una  48enne, semplicemente splendida ed in grado di tenere testa alla rivale Linda Evans di ben 9 anni più giovane) ma inevitabilmente un così grande successo le appiccicò il ruolo dell’arpia calcolatrice e senza scrupoli, di fatto in seguito interpreterà sempre lo stesso ruolo e purtroppo anche in questo filmetto per famiglie del 2006 dove il protagonista è addirittura un Koala, Ozzie. Dalla parte del fintissimo animale l’immancabile bambino è il rotondetto Spencer Breslin che trova l’animale e lo aiuta a sfuggire alla malvagia Collins. Lei che è la proprietaria di una ditta di giocattoli vorrebbe utilizzare l’animale per creare il prototipo di un peluche parlante mediante una non meglio precisata macchina creata ad arte da uno scienziato. A metterle i bastoni tra le ruote c'è anche la bella mamma di Breslin, interpretata dalla splendida Rachel Hunter, il vero motivo per vedere un film altrimenti piuttosto sciocco in cui la vecchia arpia Joan, ormai mummificata dal bisturi del chirurgo imperversa da par suo tiranneggiando i poveri sottoposti. Alla fine pero’ la povera Joan viene sconfitta da un ragazzino sull’orlo dell’obesità e da un peluche di Koala (ve lo giuro mentre lo scrivo provo un dolore vero…) finendo lei stessa al posto del Koala nella macchina, da dove esce con una acconciatura che è un chiaro omaggio a “La Moglie di Frankenstein” di James Whale mentre viene portata via dalla polizia con il cervello completamente fritto.  

 

                                                       11. Missi Pyle è Nadia Vole  in “Stormbreaker” (2006)

 

L’idea di confezionare un mini James Bond adolescenziale nel quale possano identificarsi i teen-agers resta una pia illusione e partorisce questo film irrisolto e francamente non si capisce a quale platea possa essere destinato un tale prodotto. Certo è che ci troviamo di fronte ad un romanzo per ragazzi che si sviluppa tra cattivi da cartoon, gadget high-tech, meduse assassine, una supposta ironia britannica e una sessualità preadolescenziale incarnata dal bel protagonista, il giovane Alex Pettyfer, una sorta di 007 in erba che ispirato dallo zio ex-agente Ewan McGregor deve vedersela con una banda di malviventi guidata dal ricchissimo super-criminale pazzo Mickey Rourke. La mia attenzione, questa volta, si concentra su quella che si puo’ definire il capo della sue guardie del corpo, la sadica Nadia Vole, interpretata dalla solita Missi Pyle, caratterista di decine di film americani di vario genere da Tim Burton a “The Artist” passando per Ben Stiller uniti tutti dal tratto comune del camp. La Pyle che per via del suo particolare aspetto (un viso squadrato e spigoloso con lineamenti marcati, allampanata e priva di curve) si presta bene alle parti di cattiva, ha rivestito il ruolo fin dagli inizi della carriera, la ricordo nella parte di una maldestra ladra sbeffeggiata dal bambino di turno nel quarto capitolo della saga di “Mamma Ho Perso l’aereo”  (“ Mamma Ho allagato casa”) e in una memorabile catfight con Queen Latifah in “Un Ciclone in Casa”, quando interpreta un’antipatica snob a caccia di dote che in un bagno pubblico, viene prima stesa e poi letteralmente attaccata al muro dalla corpulenta rivale. In questo Stormbreaker Missi impersona la subdola Nadia Vole, parodia evidente delle sexy cattive dei film di James Bond ed è francamente terribile, si muove con la grazia e l’elasticità di un robot, ci presenta tutto il suo campionario camp di smorfie e mossette assortite, regala l’immancabile catfight (questa volta sfidando Alicia Silverstone) e minaccia di far finire divorato il bel protagonista da una medusa gigante che naturalmente e per fortuna nostra finirà invece per “attaccarsi” sul suo muso sgraziato.  

 

                                          10. Max Von Sydow è l’imperatore Ming  in “Flash Gordon” (1980)

 

Un’altra categoria di film in cui si dovrebbe proibire per decreto di scritturare grandi attori per la parte dei cattivi è quella dei cinecomics, perché purtroppo gli eroi dei fumetti sono sempre o quasi degli adolescenti, infatti la fetta di pubblico a cui gli albi sono destinati è per la stragrande maggioranza costituita dai teen-agers, inoltre spesso l’eroe è in incognito o un ragazzo che scopre progressivamente i suoi poteri per cui vengono sempre scritturati per la parte dei protagonisti dei giovani sconosciuti ed ordinari e pertanto il cattivo, solitamente più attempato deve avere la funzione anche di attirare il pubblico e quindi è spesso una star o un grande interprete. I grandi attori amano dichiarare di essersi divertiti un mondo ad interpretare certi personaggi assurdi e folli ma molti di loro in questo modo si sono giocati la carriera. Non è il caso del grande interprete di cui sto per parlare, per fortuna, ma comunque anche lui non si è fatto un favore accettando di comparire in questo film. Infatti in questo fumettone camp del produttore Dino De Laurentiis, una sorta di spettacolo da baraccone costato oltre 18 milioni di dollari, ad interpretare il cattivissimo imperatore Ming che regna sul pianeta Mongo e progetta di distruggere la terra, viene chiamato addirittura il grande Max Von Sydow, uno dei più raffinati attori viventi, volto simbolo del cinema di Ingmar Bergman; una sorta di lesa maestà aver pensato a lui per “Flash Gordon”, un po’ come se si chiamasse Laurence Olivier ad interpretare J.R. in “Dallas. Max Von Sydow è attore di una tale classe ed eleganza che riesce a conferire un alone di fascino e di simpatia anche a personaggi negativi, ricorderei il suo strepitoso killer ne “I Tre Giorni del Condor” di Sidney Pollack ma qui pelato , con sopracciglia, baffi e pinzo posticci è troppo pacchiano per funzionare davvero ed accetta di apparire con un trucco bizzarro che gli conferisce un aspetto grottesco. Vederlo sconfitto dal nerboruto giocatore di football Sam J. Jones, uno yankee di grana grossa scomparso dalla faccia della terra subito dopo questo film, costituisce un’ affronto alla storia del cinema anche se Max, almeno esce di scena con la consueta classe.

 

                                           9. Christopher Walken è Feng  in “Balls of Fury – Palle in Gioco” (2007)

 

 

Come Max Von Sydow, anche Christopher Walken è uno degli attori di maggior talento della scena internazionale anche se venendo dal cinema Hollywoodiano, Walken è un po’ più avvezzo al camp, alla parodia ed alla commedia demenziale rispetto al collega svedese. Memorabili sono alcuni dei suoi “villain” dal Max Shreck di “Batman Returns” al Max Zorin di “Bersaglio Mobile” passando per il cattivo di “Una Vita al Massimo” ma sempre con un certo gusto per l’assurdo e per il farsesco in questo senso ricorderei il suo personaggio del disinfestatore nella commedia “Un Topolino sotto Sfratto”. In questa commedia a sfondo pongistico del 2007, Walken interpreta il temibile Feng, un campione di ping-pong che invita a casa sua i più grandi giocatori al mondo per un torneo dove chi perde muore, la parodia del supercriminale alla James Bond è fin troppo scoperta e Walken vestito in improbabili panni orientali sta al gioco e si prende in giro con gusto ma quando si è sconfitti da un eroe come il protagonista del film, il bolso Dan Fogler, un giocatore di ping-pong obeso e fallito che si presenta perennemente in scena in calzoncini corti, non si può certo rimediare una gran figura; mi spiace per te Christopher ma in questo film non ti si puo’ proprio salvare anche se ti mangi tutti gli altri attori in campo ad ogni scena, conciato come una sorta di matura geisha vestita con gli stracci che Elton John da in beneficienza sei piuttosto ridicolo.

 

                                              8. Dennis Hopper è Koopa  in “Super Mario Brothers” (1993)

 

Nel primo film ispirato a un videogame, i due idraulici Bob Hoskins e John Leguizamo aiutano la principessa Samantha Mathis nella lotta contro un malvagio tiranno di un universo parallelo di uomini-rettili, che vuole estendere il suo dominio anche sulla Terra. Per interpretare il cattivo viene ingaggiato un altro dei grandi nomi di Hollywood, attore e regista nello stesso tempo indipendente ma anche facente parte a pieno diritto della Hollywood classica, Dennis Hopper, specializzato nelle parti di cattivo qui veste i panni del viscido Koopa, mezzo uomo e mezzo rettile e giustifica quelli che per molte delle sue interpretazioni minori, lo accusano di eccedere nel camp e nell’over-acting.  Come Max Von Sydow e Christopher Walken il suo personaggio mosso da ragioni piuttosto cartoonesche come il dominio del mondo è troppo pacchiano per divertire, la sua recitazione camp ed il suo aspetto grottesco finiscono per far fare bella figura a due eroi per caso come Hoskins e Leguizamo, non esattamente Brad Pitt e Tom Cruise.  Non comment sulla lingua acuminata del povero Dennis.

 

                                        7. Henry Silva è Agon  in “Gli Avventurieri della Città Perduta” (1986)

 

In questo seguito dall’alto tasso di banalità di “Allan Quatermain e Le Miniere di Re Salomone”, sorta di filone avventuroso che vorrebbe fare il verso a Indiana Jones, i protagonisti sono i bellissimi Richard Chamberlain nei panni del protagonista, un coraggioso cacciatorie che torna in Africa sulle tracce del fratello e la sua donna, una giovane e già splendida Sharon Stone. Per cercare il fratello scomparso Chamberlain finirà sulle tracce di una tribù nel tentativo di trovare la città d’oro, a capo di questa tribu’ il perfido stregone Agon ancorato a usi e costumi tribali e deciso a non tollerare in alcun modo l’intrusione degli occidentali nelle vicende del suo popolo. Ad intrepretarlo Henry Silva, faccia da duro, grande caratterista del cinema americano, cattivissimo di tanti film di serie A e B ("Va' e Uccidi", "Colpo Grosso", "Ghost Dog") e volto di punta anche del polizziottesco all'italiana ("("Il Boss" e "La mala ordina" su tutti). Ebbene questo grande attore, qui sembra una sorta di pugile suonato perchè il suo personaggio è davvero orrido e quanto al suo look calerei un velo pietoso, la zazzera informe di riccioloni neri è assolutamente orrenda e lo candida assieme al Nicholas Cage degli ultimi 15 anni, al John Travolta di "Battaglia per la Terra" e al Robert Carlyle di "Eragon" al premio per la peggior capigliatura maschile del cinema. Non va meglio alla sua donna Safiris, la supersexy Cassandra Peterson di "Una Strega chiamata Elvira" che fa una finaccia e da l'idea di essere stata ingaggiata solo per far risaltare ancora di più la bellezza della sua rivale Sharon Stone. Sprecati entrambi i cattivi ma Silva veramente impresantabile e stavolta assolutamente non salvabile.

 

                                                        6. Robert Carlyle è Durza in “Eragon” (2006)

 

Dai romanzi della saga fantasy di Christopher Paolini viene tratto un dozzinale film per ragazzi senza stile né vergogna popolato com’è di immancabili effetti digitali, giovani attori anonimi e divi troppo gigioni tra i quali non rimediano una figura dignitosa né John Malkovich ridotto a parodia di se stesso nei panni del tiranno Galbatorix né Jeremy Irons in quelli non proprio carismatici di Brom, il mentore del protagonista. La palma del peggiore va pero’ a Robert Carlyle nel ruolo dello spettro Durza al servizio di Galbatorix, un solido attore inglese (“Trainspotting”, “Go Now” e “007 – Il Mondo non basta”) ridotto veramente ad una sorta di scherzo della natura troppo orrido per poter essere preso sul serio, il suo aspetto, già al limite del grottesco viene ulteriormente peggiorato da una capigliatura di colore rosso shocking assolutamente inquietante che rende Durza veramente  impresentabile. Il povero Carlyle è eccessivo dalla prima all’ultioma inquadratura e non stupisce che dopo questa prova il suo ruolo più significativo sia stato quello del lupo cattivo di Cappuccetto Rosso nella serie TV fantasy “C’Era una Volta”.

 

                                         5. Jeremy Irons è Profion in "Dungeons & Dragons" (2000)

 

In questo ridicolo film tratto da un famoso gioco di ruolo che naufraga nella povertà di mezzi ed idee (gli effetti speciali sono davvero indegni), Il cattivo, lo stregone Profion, vuole detronizzare la principessa Savina, la Thora Birch di “American Beauty” ma per fortuna c’è l’eroe Damodar interpretato da Justin Whalin. Il peggio è pero’ che ad interpretare il sordido cattivo sia stato chiamato un’ attore di talento e classe come Jeremy Irons che veramente qui è al suo peggio in ogni senso: [Mereghetti]. Alternando smorfie ed espressioni folli in serie il povero Irons rimedia una figura che non fa un favore alla sua fama di raffinato interprete della scena internazione (“Inseparabili”, “Io Ballo da Sola”, “La Donna del Tenente Francese”, “M.Butterfly”) e quel che è peggio viene messo nel sacco da un bambocione senza qualità come Whalin che al suo attivo ha solo una parte da comprimario nella serie TV “Lois & Clarke – Le Nuove Avventure di Superman”, non esattamente il supereroe che ci aspetteremmo in un fantasy degno di tale nome. Quanto a Irons, il minimo che gli possa capitare è essere divorato da un drago come accade nel finale

 

                                               4. Mark Pillow è Nuclear Man in “Superman IV” (1987)

 

Tremo solo al pensiero della forza di Mark Pillow… d’accordo Nuclear Man è un nome piuttosto intimidatorio per un cattivo ma cio’ non toglie che lui sia il villain peggiore che l’uomo d’acciaio abbia mai affrontato e non è un caso che “Superman IV” e “Supergirl” che hanno avuto gli unici due cattivi inventati in sede di sceneggiatura apposta per il cinema e mai apparsi nei fumetti siano stati i maggiori insuccessi della saga. Certamente Nuclear Man era nato nel modo più terribile possibile - da un'esplosione nucleare avvenuta sulla superficie del sole - ma un'attrazione per una ragazza della terra come Lacy Warfield interpretata dalla non certo irresistibile Mariel Hemingway lo rendeva un nemico piuttosto scialbo; voi non potreste mai catturare il generale Zod facendogli una chiamata per invitarlo ad un appuntamento galante né Lex Luthor facendogli mandare un SMS da una delle sue amichette. Un criminale impersonato da una meteora come il povero Pillow che dopo il film ripiombo’ nell’anonimato più nero, sembra quasi una trovata per risparmiare qualche soldo da parte della produzione visto che i cattivi degli altri film erano gente come Gene Hackman, Terence Stamp e Robert Vaughn, non esattamente tipi da prezzo di saldo. Nuclear Man si distingueva per essere piuttosto sciocco e perché aveva un certo gusto dell’orrido tanto da preferire la scialba Hemingway alla ben più appetitosa Lois di Margot Kidder; mi spiace ma non c’è nulla di minaccioso o accattivante in tutto questo. Il suo costume era piuttosto grottesco e i suoi lunghi capelli biondi e cotonati rispecchiavano il kitsch anni 80.  L'unica volta che mi sono preoccupato durante il film è stato quando Pillow ha minacciato Superman con le sue unghie lunghe ma anche allora, ero più preoccupato che se ne rompesse una che di qualsiasi altra cosa avrebbe potuto fare. L'uomo nucleare ha conosciuto pure una morte prevedibile per mano di uno spaesato Superman venendo gettato in un reattore nucleare, che in qualche modo lo uccide nonostante fosse la fonte del suo potere; l'ottuso Pillow non poteva nemmeno morire correttamente.

 

                            3. Robert De Niro è Fearless Leader in “Le Avventure di Rocky Bullwinkle” (2000)

 

In questa trasposizione molto costosa e fallimentare di una serie TV animata famosa nell’America degli anni 60’, protagonisti sono due supereroi in cartoon: il castoro Rocky e l’alce Bullwinkle che dovranno vedersela con il pazzo Fearless Leader interpretato nientemeno da Robert De Niro che vorrebbe sottoporre al lavaggio del cervello i teledipendenti. De Niro è una sorta di folle criminale che ha al suo servizio due aiutanti sfigati e maldestri come Jason Alexander e René Russo ma è deciso a dominare il mondo; combinato come una sorta di SS, pieno di tic, De Niro si produce in un’interminabile teoria di monologhi delineando un personaggio nevrotico, eccessivo e da cartoon nel tentativo fallito di far vivere un film nel delicato equilibrio delle interazioni tra attori in carne ed ossa e cartoni animati. Purtroppo per lui e per noi che siamo suoi fan, il vecchio Bob da pessima mostra di sé e si riduce ad una macchietta da dimenticare in fretta… vedere il grande interprete di "Toro Scatenato", "Il Cacciatore", "Mean Streets" e "Heat" messo nel sacco da un'alce e da un castoro di cartoon fa francamente un po' di tristezza.

 

                                              2. John Travolta è Terl in “Battaglia per la Terra” (2000)

 

Anno 3000, la Terra è colonizzata da alieni cattivi e giganteschi con discutibilissime acconciature a dreadlocks e sopracciglia lunghissime, il capo della sicurezza Terl interpretato da un istrionico al limite del masochismo John Travolta è stufo di stare su un pianeta che odia e decide di servirsi degli schiavi umani per cercare oro ma naturalmente non ha fatto i conti con il buon Barry Pepper nei panni dell’eroe Jonnie Goodboy Tyler, una sorta di spartacus della fantascienza. Il film è una pellicola di SF di rara goffaggine, statico, verboso e per nulla originale copia un po’ “Indipendence Day” e un po’ “L’Uomo del Giorno Dopo” e se il divertimento dovrebbe essere garantito dal gigionismo del cattivo Travolta che ruba la scena, devo dire che così conciato con quella testa impresentabile e le dimensioni extra-large me lo sarei volentieri risparmiato sotto quell’ammasso informe di peli misti a extensions e rasta c’era l’uomo che ha impersonato Tony Manero e Vincent Vega…..incredibile; PS: non rimedia figura migliore il suo compagno di merende Forrest Withaker, se possibile ancora più brutto.  

 

                                               and The winner is…. ed ecco a voi la peggiore cattiva dei film:

 

                                1. Faye Dunaway è la strega Selena in “Supergirl la ragazza d’ Acciaio” (1984)

 

 Assieme all’egualmente orrido Nuclear Man di Mark Pillow, Selena è il solo altro villain dei fumetti ad essere stato inventato per il cinema senza mai essere apparso in alcun albo Dc Comics, ma come se già non bastasse l’aver propinato al pubblico un personaggio risibile come questo: una sorta di aggiornamento della strega malvagia delle favole che brama di conquistare il mondo e dominarlo anche se in realtà vive in un parco divertimenti abbandonato, legge le carte e i fondi del the’ raggirando il prossimo nel tentativo di strappare i soldi per pagare i conti a fine mese, ecco che la produzione pensò bene di dare un simile ruolo in pasto a Faye Dunaway alias nostra signora dell’overacting, la peggiore attrice su piazza per impersonare un personaggio già eccessivo e sopra le righe come quello della perfida strega Selena. Sua malvagità Faye “sto considerando di conquistare il mondo e dominarlo” Dunaway finisce così per vampirizzare il film con la sua ingombrante presenza, dando vita ad una cattivona camp da film per famiglie della Disney, una sorta di megera in calore che occupa gran parte del tempo nel tentativo vano di portarsi a letto il bel fusto di turno, Hart Bochner, un giardiniere tutto muscoli e poco cervello che naturalmente finisce tra le braccia della ben più desiderabile Supergirl/Helen Slater. La Dunaway post-“Mammina cara” era ormai un’icona camp, la sua popolarità era già ai minimi storici e la sua immagine presso il pubblico era ormai quella grottesca della sua Joan Crawford, se poi aggiungiamo che già ultraquarantenne, non era certo più abbastanza sexy ed attraente per reggere il confronto con la splendida e giovanissima eroina Helen Slater proponendosi come sua seria antagonista ecco che la produzione pensò di sfruttare la sua presenza così kitsch per spingere il suo personaggio oltre i confini del ridicolo involontario mettendo così in piedi una sorta di film semiparodico, dove prevalesse più il lato comico che quello da cinecomics o d’azione. Vedere la Dunaway esagerare la parte in gesti teatrali, mossette ed istrionismi vari, fa restare quasi affascinati per quanto è atroce e rappresenta uno dei motivi del film che lo hanno fatto diventare negli anni un autentico “guilty pleasure”. Un critico americano definì l’aspetto della Dunaway in “Supergirl” metà maschera Kabuki e metà testa di Medusa per via dei parrucconi riccioluti rosso-shocking che sfoggia; con le sopracciglia perennemente arcuate, gli occhi fuori dalle orbite e l’improbabile criniera leonina di un inguardabile color arancio, la Dunaway sembra una sorta di perfida tardona a metà strada tra Crudelia de Mon e Sally Spectra ed ho sempre pensato che incarnasse alla perfezione l’immagine della classica brutta strega cattiva. Molti addetti ai lavori e critici cinematografici hanno dichiarato di aver tratto una sorta di sottile piacere dalla visione di “Supergirl” proprio perché rappresenta meglio di tutti, il film nel quale, finalmente sono state punite la supponenza e l’arroganza di questa storica attrice americana che a causa dei suoi comportamenti si era resa negli anni invisa all’intero mondo di Hollywood. Bette Davis che aveva avuto modo di lavorare con lei non perdeva occasione di parlarne male, Polanski, suo regista in “Chinatown” la definì la più grande rompiscatole con cui avesse mai lavorato per le sue continue richieste e le bizze da star, si sprecano gli aneddoti sul suo pessimo carattere, basti pensare solo a quanto dichiarato dai poveretti che abbiano avuto la sventura di lavorare a stretto contatto con lei, solo recentemente, Nathan Lane chiamato ad interpretare il servo della Regina cattiva Julia Roberts in una recente nuova trasposizione di “Biancaneve” ha dichiarato di aver interpretato il suo ruolo ispirandosi a come pensava avrebbe dovuto essere l’assistente personale di Faye Dunaway. Forse saranno solo “rumors” quelli che si tramandano, veri magari solo in parte ma certo non hanno contribuito a rendermela simpatica o forse saranno stati i tratti spigolosi del suo viso, i suoi zigomi alti e sporgenti e gli occhi grandi e penetranti, certo è che ho sempre trovato antipatica quella sua faccia altezzosa e un po’ snob che non a caso, nemmeno all’apice della sua popolarità, le ha mai consentito di incarnare l’eroina o la protagonista positiva del film non corrispondendo ai canoni della classica bellezza rassicurante Hollywoodiana alla Julia Roberts o alla Audrey Hepburn; fu così che la Dunaway è stata scelta sempre in carriera per impersonare un’incredibile quantità di donne meschine e senza scrupoli che puntualmente avevano la giusta e meritata punizione finale. In ogni caso, sarà per la sua brutta fama, per il fatto che era sempre la stronza della situazione o perché semplicemente mi era antipatica a pelle come si usa dire, confesso  che, ogni volta che la vedo interpretare una maldestra ed improbabile strega malvagia in un film di serie B, agghindata come Sally Spectra e finire addirittura divorata tra urla disumane da un mostro tipo Godzilla, provo sempre un certo sottile piacere.

 

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