È il 6 settembre 1995 quando nel mare di Carloforte un'onda pone fine alla vita del quarantatreenne scrittore Sergio Atzeni. E sarà il 6 settembre quando alla 69ª Mostra del Cinema di Venezia sarà presentato in concorso nella sezione Orizzonti Bellas Mariposas, il film che il regista Salvatore Mereu ha tratto dall'omonimo racconto di Atzeni pubblicato postumo nel 1996 dalla casa editrice Sellerio di Palermo.
"Era molto tempo che Tonio lo minacciava ma credevo che scherzava
che lo odia lo so si vede da come lo guarda quando lo incontra e perché cerca sempre occasione di
arropparlo di mala manera
ma credevo che scherzava dicendo Un giorno quello lo uccido
e invece il 3 di agosto è stato il giorno dell’ammazzamento di Gigi del quinto piano l’innamorato
mio
non si è mai permesso di allungare le mani se provava gliele tagliavo
se ti fai toccare l’albicocca da bambina finisci come mia sorella Mandarina pringia a tredici anni
adesso ne ha venti e ha tre figli batte in casa privata non è lo schifo della strada ma sempre ti devi
ciucciare minca purescia di qualche pezzemmerda
non mi interessa voglio diventare rockstar dopo che sarò rockstar sceglierò l’uomo"
Il compito di Mereu, da sempre innovativo cantore della sua terra con opere rimaste impresse come Ballo a tre passi e Sonetàula, non era semplice. Il racconto delle belle farfalle di Atzeni si dipana in 30 pagine scritta in soggettiva, dove a ripercorrere tutto ciò che succede durante la calda giornata del 3 agosto è lo sguardo di Cate, adolescente che vive nella "palazzina 47 C di via Gorbaglius quartiere di Santa Lamenera periferia di Kasteddu". Un posto in cui criminalità, droga, sesso e violenza si intrecciano con i sogni, i desideri e gli amori di una ragazzina alla scoperta del mondo.
Quello di Cate è un universo descritto con un linguaggio ibrido, in cui italiano e sardo diventano un unicum neorealista: squarci di mare e di città, descritti in poche ma forti righe, ospitano resoconti di amori clandestini, di folaghe e albicocche usate come mezzo di scambio, di padri pezzemmerda e babbasoni, di giovani prostitute e ancora più giovani criminali in erba con pistole sotto braccio e i Levi's da discoteca stretti stretti.
In tanta desolazione e miseria umana, a ribaltare il destino di tutti quanti è il fato, la sorte che si presenta sotto le vesti di un personaggio magico e surreale che nel disincanto aiuta le farfalle a prendere il volo.
"Tonio era già sveglio si è alzato è andato in bagno si è fatto la doccia si è profumato si è fatto i
capelli riccetti con la gommina si è messo una camicia rossa e i Levi’s da discoteca stretti stretti che si
vede il pacco enorme
di tutti i miei fratelli Tonio ha la proboscide più lunga e si vanta con tutti e mamma glielo dice
Guarda che non è testa mancai tengas minca manna calloni ses nascili e calloni atturas
tirato al massimo e profumato come una bagassa Tonio è uscito di casa alle cinque e mezza"
«Quando lessi per la prima volta Bellas Mariposas ne rimasi abbagliato.
Tanto dalla trama, lieve e terribile, e dalle modalità con cui essa si dipana, quanto dalla forma, musicale e inusitata, soprattutto nell’adozione spregiudicata della lingua del luogo», racconta Mereu.
«Nella letteratura sarda, mi pare, mai tanta grazia e tanta leggerezza si erano coniugate ad accadimenti anche drammatici. Ogni più piccolo episodio della giornata mirabile di Cate e di Luna anche quando sarebbe meritevole, nelle mani di altri, della peggior cronaca, è sempre stemperato da un'ironia sottile e da una capacità di sorridere di se stessi rara nella nostra letteratura e nel nostro vissuto almeno quanto l’intrusione continua della lingua parlata in quella scritta.
"Tonio e Fisino hanno raccontato tutto al bar di Konkimbirdi di come sono riusciti a convincere
Samantha e la cronaca successiva minuto per minuto parola per parola urlo per urlo e la voce ha girato
veloce e potrei raccontarti com’è andata ma non voglio perché è una storia porca
e da quel giorno Samantha fa le folaghe a chi le dice Se non mi fai una folaga dico a tuo babbo
quello che hai fatto con Tonio Frau e Fisino Aligas
lei risponde Sei pazzo se lo sa mio babbo ammazza a me e a loro
si china e fa la folaga con cura e attenzione ormai la aspettano tutte le sere vicino al campo lei
potrebbe passare dallo stradone e andare dritta a casa nessuno la vedrebbe invece fa il giro lungo passa
vicino al campo la incontrano e si fanno fare le folaghe
una che se lo cerca cosa devi pensare? Che le piace però è vergine"
Atzeni può essere considerato, a buon diritto, l’apripista, il padre della nuova letteratura isolana, per esplicita ammissione anche di coloro che lo hanno succeduto e a cui hanno manifestato dichiaratamente di ispirarsi.
Eppure qui sta il paradosso, l’errore più grande: quello di trattare Bellas Mariposas e Sergio Atzeni solo come una faccenda isolana da dibattere tra conterranei. Le zazies di Atzeni (che si aggirano nella città di Cagliari come quella di Queneau faceva a Parigi) potrebbero avere ugualmente vita allo Zen di Palermo, a Scampia, o nelle periferie di Caracas».
"alle sette e sette Tonio mi ha strappato il cuscino di testa e ha detto a voce bassa Stasera uccido
cuddu zurpu Gigi l’innamorato tuo così lei impara Non vuole minca di casa Frau? E mancu cussu
zurponi de su fillu coddara casa Frau du bocciu giuro stasera lo uccido
poi Tonio si è messo a letto ero fulminata rigida e ho pensato che comunque Gigi non è zurpu però
gli mancano nove diottrie all’occhio destro e cinque al sinistro quando si mette gli occhiali non gli vedi
gli occhi quando si toglie gli occhiali non vede un pinguino a un metro ma i pinguini non li vede
neanche con gli occhiali perché a Santa Lamenera non c’è mai stato un pinguino salvo signor
Corduleris del piano terra
babbo di Samantha"
Per girare il suo film, Mereu ha scelto attori non professionisti reclutati dalla strada: Cate e Luna, le protagoniste principali, sono interpretate da due ragazzine acqua e sapone, Sara Podda e Maya Mulas. Al loro fianco, vi sono attori noti della scena sarda (Luciano Curreli, Rosalba Piras, Maria Loi) mentre l'unico nome conosciuto a tutti è quello di Micaela Ramazzotti, a cui è concessa una breve ma importante apparizione sul finale: è lei la coga Aleni che, muovendosi di notte con un esercito di gatti al seguito, predice il futuro agli abitanti del quartiere.
"e alle sette e quaranta sono uscita e in strada seduta sul marciapiede c’era Luna Cotzas la migliore
amica mia uguale a me di corpo di viso di capelli
tutti ci credono gemelle siamo nate a tre giorni di distanza lo stesso mese lo stesso anno nelle
palazzine 47 A e 47 C di via Gorbaglius
una volta Luna ha detto che mio padre si è coddato sua madre tre giorni dopo la mia
è probabile"
Prodotto dalla Viacolvento, società fondata da Mereu con la moglie Elisabetta Soddu, e da Gianluca Arcopinto, con il sostegno del MiBAC, Bellas Mariposas è in attesa di distribuzione. Precedentemente si era parlato di una distribuzione Fandango ma al momento la notizia non trova conferme.
In anteprima, ecco le primissime immagini del film, per le quali si ringrazia il regista Salvatore Mereu e Laura Biagini, assistente alla regia.
Per rimanere aggiornati sulle novità inerenti al film, questa è la pagina Facebook originale: http://www.facebook.com/filmbellasmariposas
"io e Luna in spiaggia giochiamo a briscola e non parliamo coi maschi e i maschi manco ci cercano
troppo
cercano le tette io e Luna ancora non ne abbiamo potrei mettermi soltanto le mutandine e nessuno
mi guarderebbe"
"ho detto Tonio stamattina ha giurato che ucciderà Gigi
Luna ha detto Quando torni uccidi Tonio
e ho detto Questo non posso farlo è mio fratello mankai tontu
Luna ha detto Avvisa Gigi
e ho cominciato a pensare come e quando potevo dirgli di nascondersi per qualche giorno finzas a
candu a Tonio gli passa il makimine credo che gli passerà"
"è apparsa all’angolo di piazza Sirboni con via Filiberto Agenore Crocorigas una donna bellissima che
danzava al suono di un tamburello e di una chitarrina
una ballerina con tre lunghe trecce nere che saltavano a destra e a sinistra quando lei volava battendo
i piedi uno contro l’altro a un metro da terra
giravano come eliche quando la ballerina roteava la testa e saltellavano quando la testa di lei tremava
e le mani si lanciavano al cielo
aveva occhi verdi come l’acqua marina davanti al Capo e sorridenti
denti bianchi e scintillanti
canini più lunghi del normale
otto gatti neri con una macchia bianca attorno all’occhio sinistro balzavano in aria e facevano strane
figure attorno alla ballerina imitando il volo dei pipistrelli e quello dei piccioni e saltavano uno sulla
groppa dell’altro fino a otto poi partivano tutti in direzioni diverse a forma di stella attorno alle trecce
rotanti della donna e cadendo facevano un quadruplo salto mortale senza un miagolio
un nono gatto vecchio stava arrotolato come una collana attorno al collo della ballerina e
stringendosi la coda fra i denti agitava le zampe a tempo come un direttore d’orchestra"
"e ho detto a Luna Ho voglia di baciarti
e Luna ha detto Anch’io
ci siamo baciate con labbra leggere
e Luna ha detto Le nostre labbra sembrano farfalle
ho risposto Anche noi sembriamo farfalle
Luna ha detto Bellas mariposas
e ci siamo addormentate"
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