Un gruppo di sei esploratori, capitanati dal veterano Choi Do-hyung si inoltra tra i ghiacci dell'Antartico per raggiungere il P.O.I. (Point of Inaccessibility) ossia il luogo più interno rispetto la costa oceanica. La spedizione procede bene fino al ritrovamento di un misterioso diario di viaggio evidentemente smarrito da una spezione britannica 80 anni prima. Dalle poche pagine leggibili e dai disegni contenuti sembra ci siano molte somiglianze tra le due spedizioni. In breve la situazione peggiora. Uno del gruppo si ammala (pur non essendoci possibilità di vita per i virus). Tutti cominciano ad avere strane visioni e a perdere, a gradi diversi, lucidità e controllo. Il Capitano, contro ogni ragionevole obiezione, spinge perchè la spedizione continui incurante del pericolo che incombe sul gruppo...(Trama Asian World)
Intrigante opera prima del giovane regista coreano Lim Pil-seong che mette in scena un horror psicologico girandolo con ottima mano e senza mai esagerare nel gore o nella (in)credibilita'' delle sequenze.
Purtroppo non ancora distrubiuto da noi - anche se sembra prossima una sua uscita in dvd... - , questo bel film ha il merito di mettere insieme un'atmosfera davvero pregna di umori "neri" con una storia intrigante,che ragiona sulla condizione della mortalita' e delle conseguenze della "colpa".
Il regista ha poi a disposizione un cast enorme con in testa il grande Kang-ho Song - gigantesco nel finale - che riesce a donare ad ogni singolo personaggio che interpreta un'anima vera - si pensi a THE HOST -.
Tecnicamente il film e' perfetto,la fotografia e' eccezionale e lavora sui paesaggi innevati con grazia e creando una bella tensione,il montaggio lento e sinuoso aggiunge ancora piu' suspance e nel complesso pure la colonna sonora aggiunge quel tocco in piu' ad un film gia' molto interessante.
Volendo un film di fantasmi,ma non classico ne' banale,che non accontentera' i fan dell'horror della prima ora,ma che abbisogna di una certa maturita' per essere davvero compreso.
Davvero un film da non perdere, che dimostra ancora una volta la vitalita' del cinema asiatico ,che anche in grosse produzioni come questa lascia ampio spazio alla ricerca ed all'originalita'.
Che non e' poco.
Da vedere.
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