Più che dagli attori io vengo affascinata dai personaggi che loro interpretano, dalla vita che riescono a dargli.
Un attore italiano su tutti è riuscito a non deludermi mai nelle sue interpretazioni: Gian Maria Volontè. Scontato? Troppo bravo? Forse sì... non volevo essere originale nella scelta ma semplicemente onesta.
Gli occhi di G.M.Volontè, la sua postura, sono gli elementi che mi hanno sempre attratto verso quest'uomo, anche nei primi film, dove veniva doppiato (da Enrico Maria Salerno, scusate se è poco), io percepivo comunque il suo vero tono della voce... una voce davvero particolare, non bellissima, ma che lui riusciva a trasformare con i vari accenti italiani: siciliano, lombardo, ligure, “spagnoleggiante”...
Ma sono gli occhi la cosa che più di tutto mi colpisce: penetranti, espressivi, ipnotici.
Occhi tristi e disperati quelli di Lulù Massa.
Occhi fieri e consapevoli quelli di Nicola Vanzetti.
Occhi folli quelli dell'ispettore di polizia al di sopra di ogni sospetto.
Occhi esaltati quelli dell'Indio.
Occhi strafottenti quelli di El Chuncho.
Occhi sconsolati quelli di Aldo Moro.
Occhi senza paura quelli di Aldo Cervi.
Occhi saggi quelli del giudice Vito Di Francesco.
Occhi coraggiosi quelli di Giordano Bruno.
Tanti, tantissimi gli sguardi di Gian Maria Volonté, tutti intensi, mai scontati, che rimangono impressi nella memoria, che fanno ricordare le frasi dette, i personaggi interpretati, la sua capacità di essere leggero o meno, il suo modo di voltarsi, di camminare di spalle, di osservare e osservarsi mentre si cala nel personaggio... è una vera mutazione la sua, immagino cosa debba essere stato vederlo a teatro, un'esperienza magica... Gian Maria Volonté è un essere magico.
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