"Scusi, dov'è la sala da pranzo ?" "Ultima porta, in fondo al corridoio a destra". L'uomo che fa la domanda è in compagnia di altri commensali, ha appena finito di fare i suoi bisogni fisiologici, ha tirato lo sciacquone e adesso intende ritirarsi furtivo per andare a mangiare qualcosa lontano da occhi indiscreti. L'apoteosi dell'assurdo in poche battute, la derisione di un mondo in un attimo di libertà. Chi poteva girare una sequenza come questa se non Luis Bunuel, che mette delle persone sedute sulla tazza del water attorno a un tavolo, a parlare di teatro ed economia, a disgustarsi quando si fa riferimento alle "cibarie", come se si trattasse della cosa più naturale di questo mondo, come se un onda anomala avesse sconvolto il senso delle parole e dei fatti restituendocelo spogliato di ogni orpello formale, libero di assumere la fattezza che più gli aggrada, di adagiarsi al caso con la stessa indeterminatezza con cui l'ordine costituito ha sempre imposto i suoi precetti. E' il cuore de "Il fantasma della libertà" questa sequenza, un capolavoro di irridente genialità. La glorificazione del surreale per una rivitalizzante cerimonia iconoclasta, un distillato di intelligenza viva scagliata contro uno stato delle cose accettato per abitudine e difeso per opportunità. Innoque cartoline che fanno inorridire gli animi benpensanti, anziane signore che rivelono un corpo da odalische, cacciatori di volpi con l'armeria pesante, frati giocatori e sadici assassini che diventono delle star. Questo ed altro fa il mondo capovolto di Luis Bunuel, una divertita sagra degli ossimori che delinea la provocatoria volontà del maestro spagnolo di destrutturare il logico andamento delle cose per generarne un'altro di segno opposto, rimescolando i pezzi e ricomporre il tutto partendo dall'inizio, come se si trattasse di un puzzle pensato per essere l'immagine precisa di un'illogica rappresentazione dell'esistente sensibile. Se la libertà è un fantasma, svilita com'è dalle innumerevoli convenzioni sociali che l'uomo si è autoimposto, tanto vale regolarizzare il paradosso.
Il fantasma della libertà (1974), opinione di OGM Film.tv.it
Il fantasma della libertà (1974), opinione di OGM: l'opinione degli utenti di filmtv sui film in sala e al cinema
Il fantasma della libertà (1974)
di Luis Buñuel con Jean-Claude Brialy, Julien Bertheau, Adriana Asti, Michael Lonsdale, Michel Piccoli, Monica Vitti, Jean Rochefort, Milena Vukotic, Bernard Verley, Claude Piéplu, Hélène Perdrière, Paul Frankeur, François Maistre
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