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Donne che parlano di donne
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Invitata da Maghella, madrina e sponsor di "Donne che parlano di donne", parlo di Marlene Dietrich....

Quando ero piccola io Internet non c’era e tutto quello che sapevo del cinema me lo leggeva mia madre da un volume di un enciclopedia UTET per ragazzi.

 

Il mio racconto preferito, insieme a Metropolis, era L’angelo azzurro e fu Marlene Dietrich la prima attrice a catturare la mia attenzione. Volle il caso che nello stesso periodo la RAI dedicasse all’attrice tedesca un ciclo di film e io, vista la totale mancanza di censura filmica da parte dei miei genitori, me li vidi tutti.

Fu quasi uno shock vedere finalmente, seppur su un piccolo televisore in bianco e nero, l’attrice di cui avevo visto solo una piccola foto nelle vesti di Lola.

Il personaggio mi aveva profondamente incuriosito ma l’immagine che catturò la mia fantasia fu quella successiva e stilizzata, di Marlene, che sembrava illuminata di luce propria, inventata appositamente per lei da Rudolph Maté. Algida, inaccessibile, fu una delle prime consapevolezze del fascino femminile e del suo potere seduttivo.

Una femme fatale ma ironica e disincantata, che lasciava trasparire comunque sentimenti ed emozioni struggenti. Non so perché ma la ricordo in Anime del desero, avvolta in un mantello dorato che per anni nella mia infanzia avrei dato qualunque cosa per averlo uguale.

Col senno di poi mi diverte come tra tante attrici la mia prima scelta sia caduta inconsapevolmente su una donna che per i suoi tempi condusse una vita spregiudicata e senza freni, prendendosi indifferentemente uomini e donne ma soprattutto vivendo esattamente come sentiva di dover fare o essere, opponendosi al regime nazista e imponendo agli Studios la scelta di indossare e farsi fotografare pubblicamente in pantaloni, e di scegliere il regista che preferiva, diventando artefice della propria carriera….

Ecco, se devo pensare ad un'attrice che mi ha colpito non posso non pensare a Marlene Dietrich, tutto il resto è noia!

 

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