Kurt Cobain è diventato un'icona, quasi come James Dean...
La sua immagine, la sua postura è unica e inconfondibile, anche chi non ha mai ascoltato le sue canzoni può riconoscerlo su qualche maglietta o su una copertina di riviste. Io lo adoro per le sue canzoni e per la sua fragilità gridata, mai nascosta, Cobain ha chiesto aiuto in ogni modo, tentando il suicidio più volte, con canzoni disperate, con atteggiamenti sconvolti ed esagerati, ha sfidato il glamour comportandosi in maniera inaccettabile. Mai scorderò lui con la sua bambina neonata, durante un'intervista, in un ambiente rumoroso e pieno di gente, nessuno si accorse che Cobain non voleva stare lì, era rimasto intrappolato.
Oppure vestito con una sottoveste nera con pizzo e un boa di piume, cercava di trasformarsi in altro, di farsi fuori... alla fine c'è riuscito. Difficilmente nascono delle star così durature come Cobain, difficilmente si sopravvive alla morte, lui con tutti i suoi controsensi, con tutte le sue insicurezze e fragilità c'è riuscito, non era costruito ma sono riusciti a distruggerlo.
Cobain pensava che tutto il mondo fosse come il suo paese Aberdeen, dove suonare fosse divertente: bersi qualche birra e farsi un po' di canne, avere donne e popolarità... è stato troppo il suo talento, il mondo lo ha tritato nella sua macchina-fabbrica-soldi.
Un film bellissimo, di Gus Van Sant “Last Days” racconta gli ultimi giorni di Cobain. Quando cominciai a scrivere sul blog, uno dei miei giochini preferiti era fare le “somiglianze”, beh... sono nostalgica e malinconica in questi giorni, voglio riprendere questa vecchia abitudine postando foto del vero e finto Cobain... in attesa del nuovo film di Eastwood che dicono si sia proprio ispirato alla figura del cantante se non si fosse suicidato... speriamo bene, che non sia ancora “sfruttata” la sua immagine.
Infine voglio ricordare Cobain con la prima canzone con la quale l'ho conosciuto, e che ancora oggi mi fa ballare: "Smells like teen spirit"
...e con quella che ancora mi fa venire qualche brivido sulla pelle, in "unplugged", il concerto che più l'ha condizionato e sconvolto, dove la sua rabbia e disperazione sono contenuti in un maglione troppo largo...mi piace ancora tanto ricordarlo così. "Where did you sleep last night"
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