Ieri, mercoledì 16 maggio, era molto facile imbattersi in assistenti sbadiglianti, standisti stiracchianti e spettatori dal passo lento. Ma dopo nemmeno 24 ore si può dire che il Festival di Cannes procede già a pieno regime. Per i corridoi del palazzo del festival le persone corrono freneticamente, si affollano di fronte ai propri desk di riferimento per ottenere gli esclusivi biglietti per le proiezioni dei film in concorso (con un sistema di prenotazioni molto complesso che magari tenterò di spiegarvi più in seguito) e altre, come me poco fa, sono in piedi con flemma londinese in attesa di assistere ad un film della sezione Un certain Regard nella sala Debussy.
È stato particolarmente arduo per gli spettatori del festival ottenere i biglietti per la serata di apertura a cui è seguita la proiezione di Moonrise Kingdom, per la quale è stato organizzato un sistema di sorteggio che purtroppo non mi ha visto vincitore, e che mi ha costretto ad “accontentarmi” di una proiezione di mezzanotte. Di conseguenza già dal secondo giorno mi aggiro per il Marchè du Film con aria sonnolenta di chi, da fuori, potrebbe pensare che il cinema lo faccia (e lo consumi) per dovere. Niente di più sbagliato. Infatti il piacere di trovarsi in mezzo a tante persone di così tante nazionalità che condividono questi giorni di puro divertimento e piacere è, ovviamente, impagabile. L’ormai rara sensazione di sentirsi tutti amici, complici e detentori di un qualche segreto insvelabile che si prova durante una proiezione, per esempio, di un film horror (gli spaventi condivisi e le risatine nervose che ci si attacca l’un l’altro), qui è amplificata e perpetrata incessantemente per tutta la durata della manifestazione.
Parlando dei film veri e propri proiettati fin ora (uno in concorso, e due Un certain Regard), c’è da dire che lasciano un leggerissimo amaro in bocca, dovuto forse alle aspettative altissime lasciate dall’exploit dell’anno scorso. Ma potrebbe essere vero anche il contrario, e cioè che si tratti di un’acquolina che mi rende sempre più impaziente per le proiezioni che seguiranno. È ancora presto per poter giudicare in qualsiasi modo il festival,che sembra relegato tra le 400 mura del Palazzo (ha una struttura molto complessa). Staremo a vedere.
Stanotte sfileranno per il tappeto rosso Marion Cottilard per De Rouilla et d’os (Rust and Bone) di Jacques Audiard (molto atteso in Francia e per cui mi sono già garantito un invito) e Yousry Nasrallah che ha diretto Baad el Mawkeaa (after the battle - se sarò fortunato otterrò un biglietto tra quelli non venduti, altrimenti nella sala all’aperto (cinema de la plage) verrà proiettato Casino Royal di Martin Campbell in occasione delle retrospettiva dedicata alla spia britannica.
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I film che ho visto finora:
Moonrise Kingdom
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