Lili (1953)
di Charles Walters con Leslie Caron, Mel Ferrer, Jean-Pierre Aumont
(Il titolo "La Misteriosa Apoteosi" e le citazioni le ho prese dall'articolo/saggio di Enrico Mancini apparso sulla rivista PianoTime n.113 del Novembre 1992)
"Se è vero che le danze dei primitivi 'consistono sempre in un'imitazione dell'atto sessuale', è altrettanto vero - secondo il Mosonyi, da un numero di Imago degli anni Trenta - che
"Tentare di individuare la pulsione sessuale in una sinfonia di Beethoven sarebbe certamente impresa vana. Le opere d'arte della musica strumentale si sollevano, liberate dalla pulsione terrena, ad altezze trasfigurate, e anche le sensazioni di piacere cui danno luogo sono raffinate, sublimate [...]"
Di due pezzi che disapprovava Schumann disse:
"Il pezzo non arriva mai ad un punto decisivo, culminante" e "non c'è un perno, un punto culminante, sicchè il pezzo lascia di sè un'impressione oscura e nebulosa"
Marietta Shaginian riferisce alcune considerazioni di Rachmaninoff:
"Mi spiegò dopo che ogni pezzo che lui suonava aveva una costruzione con un 'punto' culminante. Egli riteneva che si dovesse misurare e dividere l'intera massa di suoni in modo da dare profondità e forza con tale gradazione che questo punto culminante balenasse come quando, per esempio, cade il nastro alla fine di una corsa o un vetro va in frantumi per un colpo improvviso. Questo punto culminante potrebbe essere, a seconda della compsizione, alla fine del pezzo o in mezzo; potrebbe arrivare come un tuono o più in sordina, ma l'interprete dovrebbe accostarsi ad esso con calcolo ed esattezza assoluti; altrimenti crollerebbe l'intera struttura del pezzo, divenuto debole e frammentario, e l'ascoltatore non otterrebbe mai come dovrebbe l'impressione del tutto. Rachmaninoff aggiunse: "Ed io non sono il solo a pensarla in questo modo. Anche Chaliapin la pensa così. Ad uno dei suoi concerti il pubblico era scatenato mentre Chaliapin dietro le quinte si strappava i capelli 'perchè il punto era venuto meno' ".
Il bisogno del punto culminante, forse è, sul piano fisico, il corrispettivo dell'atto sessuale, dai piccoli preliminari passando attraverso il coito fino all'orgasmo.
Potrebbe anche essere il riflesso, sul piano psicologico, dell'io superiore in una delle sue tante forme? Il Centro Unificatore, il Testimone?
Quando questo punto giunge, sembra che stiamo per afferrare con la mano la nostra vera natura, è il momento della verità, come se fossimo sopraffatti dalla gioia.
L'esperienza delle vette.
Il punto culminante quale riflesso terreno, testimonianza nel mondo fisico della realtà psicologica del "governo" interiore. Il caos quale riflesso delle divisioni interiori, il caos che Schumann disapprovava in quei pezzi.
Forse la presenza del punto culminante, se è testimonianza di tutto ciò, non ha bisogno di argomenti elevati per essere efficace. L'importante è che esista un punto culminante - in quanto semplice processo - perchè avvenga il 'ricordo' del Testimone.
E' come la leva archimedea: "Datemi una leva e un buon punto d'appoggio e vi solleverò il mondo." (o "Datemi un punto d'appoggio e vi solleverò il mondo" non conosco l'esatta frase)
Per esempio, nella Rapsodia Ungherese n.17 in re minore di Liszt mi pare abbastanza chiaro l'arrivo del punto culminante irresistibilmente preparato da Sviatoslav Richter
Introduzione ->53" Prima esposizione del Tema in pp ->1'11 piccola intensificazione come se piangesse -> 1'27 primi presagi ->1'42 ora le lacrime sono come conosciute, sappiamo di cosa si tratta (nell'episodio precedente le "lacrime misteriose" erano espresse con gli accordi arpeggiati in pp, ora sono invece arpeggiati in f), ma non arriva ancora la misteriosa Apoteosi ->2'00 stesso episodio ma stavolta ci si lancia -> 2'07 al climax, quasi gridato, uno sguardo fugace a quelle terre emerse strappate alle profondità degli abissi, ciò cui tutto ha teso e vera ragione d'essere del pezzo ->2'10 (cioè solamente circa tre o quattro secondi), poi tutto sparisce, le onde si richiudono sulla visione, le terre emerse per quel poco ritornano nell'oscurità e ce ne rimane solo come un ricordo, un bagliore, "brivido"
"Infin che 'l mar fu sovra noi richiuso".
Solo quattro secondi circa, tutto il resto al solo scopo di "poter dire" questo grido (certo è una mia interpretazione soggettiva ed arbitraria, Liszt poteva perfino aver avuta una idea letteraria di ispirazione ma che io non conosco - si vedano a questo proposito le belle osservazioni di Claudio Arrau sul programma faustiano Mefistofele/Margherita a proposito della Sonata in si minore del grande compositore ungherese).
L'Apoteosi sembra non avere altra giustificazione che il suo stesso esistere.
Nella bella canzone de Il Genio 'Fumo negli occhi' mi pare individuabile sia un punto culminante che la coscienza dell'esperienza delle vette, merito anche della forza espressiva della voce di Alessandra Contini.
Esposizione da 0 ->50", primo commento strumentale che lascia presagire futuri sviluppi ->1'04 ripresa ->1'31 e qui comincia ad accadere qualcosa di decisivo, cioè il 'perno' di cui parla Schumann ->1'38 punto culminante ("resta il sapore di lieve male addosso")->1'43 esperienza della vetta, quindi poi una specie di commento al punto culminante ("brivido") seguito dal carattere delle lacrime ("intanto lacrime brillano del loro stesso argento")->1'57 ripensamento e di nuovo esposizione, commento musicale arricchito rispetto a prima -> 2'41 Punto culminante e vette ->3'07 Mantenimento e ulteriore affermazione delle vette ("Su dalle ciglia fino a imperlare il mento") -> 3'20 e conclusione che ribadisce la vetta.
Veramente straordinaria, questa canzone, nel suo prendere spunto da una situazione familiare per arrivare a trarne esperienze superiori.
Nel film Lili di Charles Walters (1952) con Leslie Caron e Mel Ferrer mi pare di poter individuare una cosa simile.
Il numero musicale "Hi Lili" (da 8'29) del video seguente
ed anche il dramma del ballerino zoppo Mel Ferrer, che non sa come amare la giovane Lili e non si dichiara, tutto è portato a compimento in un punto culminante di sola musica che dura una decina di minuti. In quel punto culminante sta tutta la faccenda.
Con che finezza si arriva al climax nella scena di addio ai pupazzi, quando Lili gli dice
"Siete le uniche cose che amo, e so che anche voi mi amate...oh, miei piccoli cari, voi tremate..."
ed all'improvviso si rende conto che c'è qualcuno dietro quei pupazzi (da 2'57), Lili realizza e apre la tenda all'improvviso.
"Sono stata una idiota, una povera idiota, mi sono commossa per Reinardo, e Pel Di Carota, devo essere impazzita! mi sono...mi sono diventati tanto cari, e... ho dimenticato, ho sempre dimenticato che eri tu. Ma chi sei, tu? Rispondi! Tu...tu...tu sei soltanto un mostro, senza sentimento! Perchè...perchè non dici tutto quello che vuoi? Perchè ti nascondi dietro questi pupazzi?"
"Io sono i burattini. Sono Pel Di Carota, presuntuoso e intelligente...e sono Golo il gigante...codardo, stupido, con tanta voglia di essere amato... Io sono anche Margherita, vanitosa, gelosa, ossessionata da sè stessa... e sono Reinardo, il ladro, l'opportunista, pieno di compromessi e bugie... come ogno uomo io sono tutto questo messo insieme...Devo fare un nuovo burattino per la parte di me che sei riuscita a vedere? il mostro, l'uomo cattivo? Il ballerino frustrato che si trascina con una gamba piantata al terreno mentre il suo cuore..."
Segue il lungo numero musicale che conclude il film, la Misteriosa Apoteosi è raggiunta e di più non potrei chiedere ad un film.
(Il video seguente contiene il finale del film, quindi SPOILERS)
Sulla strada, mentre si allontana dal circo, Lili sogna di essere coi pupazzi, e balla con ognuno di loro: ognuno si trasforma in Mel Ferrer, che si allontana; le briglie sono ancora trattenute; fino a che arriva al punto culminante, anche Reinardo si trasforma in Mel Ferrer, e stavolta Lili si volta, ha capito, corre verso Golo (3'04) la clava cade e si guardano negli occhi.
C'è qualcosa di inesplicabile in questa scena - esperienza delle vette - la corsa immediata, brevissima e veloce ed un crescendo musicale - molto crescendo - altrettanto veloce ed immediato, fino al punto culminante - i due si guardano con la musica in ff, il quarto pupazzo lascia il posto a Mel Ferrer e stavolta ballano a lungo. Se l'avessi visto al cinema forse mi avrebbero dovuto portar via in barella! Un punto culminante che prende forza dai tanti elementi che sfociano in quel punto tutti insieme. Ho l'impressione che potrei rivedere questa scena un milione di volte, ed emozionarmi sempre più. Che miracolo... la musica svanisce col sogno e Lili corre in paese, i due si abbracciano e l'inquadratura si sposta sui pupazzi, mentre la musica è una celebrazione che non ha bisogno di alcuna causa per esistere...
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