Se fosse ancora esistito un Fantafestival degno di questo nome Rare exports avrebbe fatto la sua porca figura.
Rare exports invece si è potuto vedere quest'estate nell'arena di Piazza Vittorio per la rassegna Locarno a Roma.
L'idea del film nasce da un corto del 2003 dello stesso regista, Jalmari Helander, che poi ha deciso di sviluppare il concetto in un lungometraggio.
La vicenda si snoda nei toni di un’ironia finissima e in alcuni punti indugia al grottesco saltellando agilmente tra la commedia e le atmosfere horror gotiche, un bel mix di generi inseriti con abilità tra gli usi e costumi finnici. Protagonista una comunità montana la cui vita è scandita dalle stagioni e dalla caccia, alle prese con un territorio aspro e poco ospitale fino a che antiche entità soprannaturali vengono imprudentemente risvegliate seminando distruzione.
Si scoprirà che il vero Santa Claus non è così bonaccione come lo rappresentano anzi è piuttosto pericoloso.
Tra scetticismi e fatti inequivocabili i protagonisti, tra cui un bambino che assomiglia a Bijork, faranno quadrato per sconfiggere il maligno. Divertentissimo il finale che strizza l’occhio al mercato globale con il suo rare export.
Un film particolare, divertente, intelligente e in cui, stranamente, è completamente assente la figura femminile. Il regista riesce egregiamente a coniugare la vicenda saldamente legata alla sua terra con uno stile e una verve che travalicano la provincia.
Sarebbe carino riuscire a vederlo al cinema!
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