Il mio “viaggio” verso il giallo italiano anni '70 prosegue guardando al femminile.
Le donne dei film gialli italiani sono bellissime, molto sensuali, quasi sempre le assassine, fragili e forti, straniere e non. Di loro mi piacciono i vestiti, i trucchi, le capigliature, il loro essere maliziose, molto giovani ma già mature.
Negli anni '70 soprattutto, c'era la mentalità “dell'amore libero”, il femminismo, la nuova indipendenza, la ricerca di nuovi ruoli al femminile. Così nascono questi personaggi molto ambigui, dai corpi e dai visi bellissimi, che solitamente venivano squarciati, amputati e abusati negli omicidi più cruenti, molto spesso dalle mani perfide di altre donne, che per traumi subiti nel passato si trasformavano in sanguinarie serial killer.
Mario Bava in “5 bambole per la luna d'agosto” ci mostra un balletto molto esplicito di una affascinante Edwige Fenech, Lucio Fulci in “Una lucertola con la pelle di donna” ci regala una Florinda Bolkan sempre più ambigua e psichedelica, Fernando Di Leo con “La bestia uccide a sangue freddo” fa fare a Rosalba Neri (una delle mie preferite in questo genere) addirittura una ninfomane con un vestitino davvero da sudori freddi, ma una scena che io reputo cult (e che Tarantino credo che sogni di girare da una vita) è nel film “I corpi presentano segni di violenza carnale” di Sergio Martino (che la sa lunga in fatto di belle ragazze) dove le 3 belle ragazze di turno, arrivano in abitini succinti nella piazza di un paesino umbro, su un trattore: belle, sicure di sé, ricevono come il sole in viso, i commenti anche un po' volgarotti dei ragazzi bontemponi del posto.
Perciò le donne di questi film possono apparire solo come dei bei corpi o dei bei visi, quasi dei manichini tra le mani di registi maschi, che a loro piacimento le fanno morire nei modi più crudeli. In verità i personaggi di questi film nascondono sempre il mistero della storia, custodiscono i segreti che li porterà poi alla soluzione degli omicidi, riescono quasi sempre a manipolare gli uomini o a gestire le situazioni. Anche quando sono le vittime fanno fare molto spesso un passo falso all'assassino, viceversa quando la donna è l'assassino (quasi sempre) utilizza mezzi crudeli e davvero poco “rosa”, ma rosso sangue.
Una delle cose che più mi piace fare nei post è guardare le figure, o meglio scegliere le foto, perciò questo post è dedicato alla bellezza e al fascino e alla bravura di attrici di quasi quarant'anni fa, ancora oggi bellissime donne, che in alcuni casi hanno cambiato radicalmente vita, in altri hanno trovato nell'industria cinematografica un ruolo importante, che poco ha della “bella statuina”.
Bellissima Edwige, ha ricoperto ruoli brillanti e non, io l'adoro nei gialli! Dopo essere stata una conduttrice televisiva negli anni '80, da tempo è una valida produttrice cinematografica e televisva.
Il fascino della Bolkan è indiscusso, sempre ambiguo, mai rilassato o "semplice". Molto belli i suoi ruoli nei 2 film di Lucio Fulci:"La lucertola con la pelle di donna" dove il sogno e il ricordo sono mischiati alla realtà "drogata", e in "Non si sevizia un paperino" dove interpreta una strega del posto, protagonista di una delle scene più belle del cinema di genere di quegli anni.
Ho una simpatia tutta personale per questa attrice italiana: Rosalba Neri che negli anni '60 e '70 ha fatto film davvero "pericolosi", sempre al limite del "decente", molto spesso i suoi film non arrivavano nelle sale cinematografiche italiane, ma solo all'estero trovavano distribuzione, quasi sempre con inserimenti di scene pornografiche girate da attrici straniere. Alla fine degli anni '70 la Neri decide di chiudere con il cinema, che davvero non gli avrebbe offerto più niente, ormai relegata in un certo cliché. In una intervista ha detto, cosa che mi ha intenerito non poco, che non è mai stata famosa, nonostante i tantissimi film girati, solo una volta in un aereoporto tedesco è stata riconosciuta da un gruppo di fans.
La mitica, la sola Barbara Steele, a vederla con i cani sulle rovine del suo castello in "La maschera del demonio" mi vengono i brividi. In verità lei è la classica figura gotica, gli occhi sono due fanali ipnotici, unica nel suo genere, con un fascino da attrice del muto, ha fatto dei suoi personaggi qualcosa di "filosofico" nel genere horror-gotico, portando in alto la figura del femminile occulto. Esemplare ne "La maschera del demonio" il suo ruolo doppio del bene e del male.
Brabara Cupisti è la più giovane in questa strana classifica. Un volto e un nome che ricorreva spesso nei film horror italiani anni '80, con "La Chiesa" di Soavi o "Opera" di Argento...Io l'ho ammirata ieri notte in "Lo squartatore di New York" di Fulci, e per me è come ritrovare una cara amica che si era persa di vista per un po'. Ora è una bravissima regista, che si sa imporre nel difficile mercato italiano, se poi si pensa che è una bella donna, le cose si complicano sempre un po', ma non per chi vale.
Beh...beh...beh...Valentina Cortese è una grandissima attrice, ma come non ricordare che è stata la prima serial killer nel primo giallo italiano "La ragazza che sapeva troppo"? Io l'adoro in quella veste, davvero una apripista del genere! Ovviamente continua la sua stupenda carriera.
Considero i miei post sempre "aperti", come potevo non essere sensibile all'appello di maurri63, per me Lara Wendel non è un volto speciale, anche se in "Tenebre" fa una delle scene più belle, quella dove viene inseguita dal cane. Anche lei approdata al cinema come "bambina-horror", come la nostra Nicoletta Elmi, perciò massimo rispetto per questa bellissima ragazza.
Ovviamente ci sonotante e tante altre attrici che meriterebbero di essere menzionate, ma non basterebbero le mie chiacchiere e un blog...Perciò mando solo un saluto a Daria Nicolodi che ovviamente è doveroso aggiungere...per tutte le altre spero solo che "non abbiano fatto una brutta fine"...
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