Nell’illustrazione più famosa disegnata da Satoshi Kon per il film, la protagonista Mima Kirigoe è sdraiata sopra uno sfondo composto da peluche, giocattoli e apparecchi elettronici, mentre parte del suo corpo seminudo diventa trasparente. Tutti i significati di Perfect Blue sono riassunti in questa immagine dalle molteplici chiavi di lettura: la vita di Mima, bloccata in un esasperato infantilismo, è labile e incerta al pari dell’immagine pubblica di cantante pop e attrice cinematografica, i cui bordi sfumano in una sempre più indefinita percezione di sé stessa.
Lungi dall’essere un semplice thriller animato, grazie alla mano di Kon Perfect Blue diventa perciò non solo un’impietosa panoramica in ottica postmoderna sul Giappone del “decennio perduto” e sulle sue tradizionali nevrosi, ma anche un profetico avvertimento sui rischi legati alla perdita della propria identità, costantemente esposta alle narrazioni di finzione e messa a contatto con la falsità del Web.
È dunque con estremo piacere che Lorenzo Curti (Stanley42) e Nicola Cupperi hanno analizzato alcuni temi centrali di un film così rilevante a opera di un autore geniale scomparso troppo presto.