Nel 1960 uscirono nelle sale Fino all’ultimo respiro, La dolce vita, Rocco e i suoi fratelli, L’avventura, La ciociara, Tutti a casa, La maschera del demonio, Psycho, L’occhio che uccide, La fontana della vergine, I magnifici sette, Il villaggio dei dannati, Il buco, L’isola nuda, Tardo autunno e, infine, L'appartamento.
Il mondo stava cambiando ed il concetto stesso di 'classico' stava iniziando ad entrare in crisi. Ogni genere, ogni approccio cinematografico, ad ogni latitudine, dagli Stati Uniti all'Italia passando per Svezia e Francia, si facevano cartina al tornasole di inquietudini e tensioni che da lì a qualche anno sarebbero scoppiate ovunque implacabilmente.
L'appartamento, dietro le irresistibili risate mirabilmente congegnate da Billy Wilder e dal co-sceneggiatore I.A.L. Diamond, si rivela radiografia impietosa della sfera dei rapporti umani contemporanei, vissuti come gabbie mortificanti e maschiliste in cui vige la legge del più forte.
Non esiste spettatore, oggi come allora, che non possa rispecchiarsi nei comportamenti di Jack Lemmon e Shirley MacLaine, artefici di interpretazioni epocali. Non esiste spettatore, oggi come allora, che non possa restare incantato dal sapiente uso di scenografie ed oggetti di scena, dalla sublime alternanza di dialoghi al fulmicotone e di eloquenti silenzi, da una progressione narrativa che non smette di essere formidabile palestra per tutti quelli che desiderino imparare a costruire una sceneggiatura.
Un capolavoro immortale divenuto indiscutibile classico che contribuì a proiettare il mondo nella modernità, da buon figlio del 1960.
Riferimenti bibliografici:
The Apartment. Analisi della sceneggiatura di Billy Wilder e I.A.L. Diamond di Franca De Angelis e Andrea Minuz - Dino Audino Editore
Progetto Elvira. Dissezionando Il vedovo di Tommaso Labranca - Editore Ventizeronovanta