Alcuni dei migliori lungometraggi d’esordio (alla regia) degli ANNI NOVANTA. Registi che poi (forse) hanno tradito le attese o che si sono confermati ad altissimi livelli, o che ancora non sono giunti all’opera seconda (e che quindi attendo al varco), ma che in ogni caso mi hanno regalato forti emozioni al loro primo film.
Il migliore e più incisivo film d’esordio degli anni novanta. Quentin Tarantino segna nel profondo il cinema mondiale con una rappresentazione della violenza tanto esplicita quanto lucida nel suo sguardo morale.
Andrew Niccol scrive e dirige un film di fantascienza sociologica ispirato al “Mondo nuovo” di Huxley, denso di emozioni (felicemente in contrasto con l’asettica realtà rappresentata) e visivamente affascinante.
Peccato per le sconfortanti opere successive di Kevin Smith, perché “Clerks” è uno dei film con più idee degli ultimi anni. Divertente, mai scontato e basato su di una sceneggiatura molto dialogata ma sempre brillante.
Con Elodie Bouchez, Natacha Régnier, Gregoire Colin, Agnes Godart
Molto bello l’esordio di Erick Zonca, che attraverso uno stile semplice ed intenso tratteggia, in un contesto alienante, una storia di amicizia al femminile ricca di sfumature. Vitale e bravissima la Bouchez.
L’attore Peter Berg dirige una delle migliori commedie nere degli ultimi anni sorretta da una sceneggiatura di ferro (dello stesso Berg), che innesca un gioco al massacro senza esclusione di colpi.
Con David Morse, Viggo Mortensen, Charles Bronson, Sandy Dennis, Valeria Golino
Ambientata nella più profonda provincia americana l’opera prima di Sean Penn è un dramma a suo modo classico. Un film che sa ancora prendersi il tempo per cogliere i moti d’animo dei suoi protagonisti.
Con Catherine Keener, Anne Heche, Liev Schreiber, Todd Field
Commedia generazionale scritta e diretta da Nicole Holofcener, “Walking and Talking” (in originale) è una pellicola divertente, ricca di dialoghi e situazioni originali, che si avvale di un cast affiatato. Piccolo cult.
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