Se siete tra quelli che sono rimasti sorpresi dal botto, in questo primo fine settimana, di Io sono la fine del mondo - il nuovo film di Gennaro Nunziante costruito attorno al personaggio di Angelo Duro - potete dare un'occhata a questo ritratto di Duro nel quale viene raccontata bene sia la sua comicità, sia come ha costruito la sua audience. A quel punto questo risultato - primo in classifica nel weekend con due milioni e trecentomila euro di incasso e una media schermo terrificante (7300 euro) - probabilmente stupirà di meno.
Se c'è un film che invece continua a stupire è sicuramente Diamanti di Ferzan Özpetek, che occupa solidamente la seconda posizione perdendo pochissimo tra una settimana e l'altra e raggiungendo la clamorosa cifra di 12 milioni e mezzo.
Su un versante completamente diverso anche Nosferatu di Robert Eggers sta lasciando di stucco un po' tutti, non solo per l'incasso totale quanto per il fatto che questi quattro milioni di euro significano il secondo mercato europeo per il film di Eggers, dietro alla Gran Bretagna ma davanti alla Francia. Il fatto merita di essere evidenziato non per una banale soddisfazione campanilistica ma perché dai posizionamenti dei film rispetto agli altri paesi europei scaturiscono poi le politiche distributive di altri e futuri film che possono stare negli stessi cluster.
Vanno bene anche Emilia Perez di Jacques Audiard, che dopo un solo fine settimana è già il migliore incasso italiano tra i film del cineasta francese, Maria di Pablo Larraín e persino Here di Robert Zemeckis, considerando il tipo di film non esattamente pop.
Se c'è un elemento che si potrebbe azzardare è che in questo periodo funziona un po' tutto ed è una informazione molto interessante che potrebbe indurre i distributori ad una migliore armonizzazione dell'offerta.
Ai lettori più inclini a questi argomenti, infine, suggeriamo questo report sull'annata del cinema italiano stilato da Robert Bernocchi, uno dei migliori analisti di mercato al quale tutti coloro che il lunedì mattina affrontano il box office devono essere grati per la profondità di sguardo e la quantità di spunti. Noi lo siamo.
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