Dopo aver visto tutti i film della sala Web e averli recensiti tutti, ho pensato di proporre una mia personalissima classifica, unica nota importante, avendo visto solo film della sezione Biennale college e Giornate degli autori, saranno presenti solo film di queste due sezioni.
Sembra superfluo, ma voglio sottolineare che è tutto soggettivo e non oggettivo.
Con Jamilli Correa, Fátima Macedo, Rômulo Braga, Dira Paes, Emily Pantoja, Samira Eloá
Per me e anche per la giura competente (difficilmente mi trovo d’accordo con le giurie) il miglior film della sezione. Una pellicola brasiliana non sul femminismo ma sulla lotta ad una civiltà (in questo caso dell’amazzonia ma la si può spostare ovunque) che vede la donna come oggetto e l’uomo come assoluto dominatore. Il tutto con la complicità delle altre persone e delle istituzioni. Un grandissimo film che merita una bella distribuzione e di essere messo in luce nel panorama cinematografico: ma forse è troppo scomodo?
Questo film ucraino è rimasto in testa nella mia personale classifica, fino alla visione di quello che la classifica la vincerà. Un film dolorosissimo, che ti fa entrare dentro a questa guerra, con le paure e le sofferenze che ti dà. Non vedi nulla della guerra: nessun soldato, nessuna bomba, nessuna distruzione, ma senti tutto come fossi li. La grande storia d’amore che sprigiona complicità e sensualità è il contraltare alla guerra: l’amore può battere l’odio?
Con Antonietta De Lillo, Maria De Medeiros, Carolina De Lillo Magliulo, Elisabetta Giannini
Come ho detto molte volte, il documentario non è nelle mie corde, ma questo è strepitoso. La storia e l’odissea di Antonietta De Lillo, regista bistrattate dalle major italiane per motivi politici, e che poi verrà anche ostacolata anche dalla politica è qualcosa che ci dovrebbe far riflettere molto sulla società in cui viviamo e sulla falsa libertà che abbiamo. Il tutto girato con maestria tra ricordi personali, interviste ad attrici dirette da lei e con la presenza della De Lillo, si costante ma non eccessiva.
È un film ungherese su un trasloco, su una separazione di una coppia, visto con gli occhi della migliore amica di lei. Il film è ambientato tutto in una giornata ma per comprenderlo ci vuole un pò più tempo (almeno a me). L’incertezza del futuro dell’ex moglie, la claustrofobia dentro la prima casa piena di scatoloni, poi dentro la seconda casa riempita degli stessi oggetti e per tutta la pellicola dentro la machinetta rossa è simbolo di molte cose. Bello.
Con Reinout Scholten van Aschat, Gijs Scholten van Aschat, Kaija Ledergerber
Si lo so, che in questa sezione il film svizzero ha preso un premio, ma per me è fuori dal podio. Il motivo è semplice, perchè pur comprendendo la grande fotografia inserita nella pellicola che con la musica risulta un grande connubio, e pur ritenendo le interpretazioni sopra la media, trovo la tematica e il suo svolgimento qualcosa di già visto. Detto ciò, è sicuramente meritevole di una visione.
Film italiano molto interessante, ben girato e ben studiato. Nulla è buttato a caso e l’interpretazione di tutti gli attori (seppur pochi) è ottima. Una storia che ti fa male, ma che è vera e deve far riflettere. Fotografia all’osso, ma è quell’essenzialità che serve a far capire alcuni punti della vita di questi personaggi.
Con Ricky Adelayitor, William Lamptey, Abdulazeem Dulo Harris, Kiki-Romi, Endurance Dedzo
Lavoro africano molto interessante, che si ritrova in settima posizione solo perchè altre pellicole mi sono sembrate più complete o mi hanno dato di più. E’ la storia di un pezzo di africa, della città contro il villaggio, ma con elementi soprannaturali e di commedia. Buone le interpretazioni. Spero abbia una buona distribuzione in sala.
Con Francesco Grillo, Simone Iorgi, Stella Mastrantonio, Finn Ronsdorf, Davide Fasano
Un film che parte dormendo, fai fatica a capire che sta facendo il regista. Perchè di certe scene, perchè di alcune “crudeltà” poi negli ultimi 20 minuti si capisce tutto e tranne una piccolissima caduta nel finale, tira su le sorti di una pellicola che altrimenti finiva subito nel dimenticatoio. Bello il lavoro di fotografia e le musiche. Il tema è molto importante ma c’è bisogno di essere aiutati per capire tutto.
Con Lino Musella, Peppe Lanzetta, Enzo Moscato, Cristina Donadio, James Senese
Ancora un documentario, ambientato a Napoli, con protagonisti tanti artisti napoletani. Bello il lavoro dei vari protagonisti, bello il racconto anche di alcuni punti strategici come Bagnoli, però per me resta un po’ troppo fine a se stesso.
Altro documentario, questa volta sul Gaza Hospital in Libano che da rifugio a tanti disperati palestinesi. Il documentario ha una linea di sceneggiatura molto interessante, con quell’uomo che è caduto dal balcone a cui nessuno crede, similitudine delle gravi situazioni di guerra che stanno vivendo e che in pochi credono. Però visto che è incentrato anche sui bambini, manca completamente la voglia di vedere con i loro occhi. Basta con gli occhi degli adulti.
Documentario italiano su un’adozione in Cambogia e il ritrovamento della vera madre del bambino molti anni dopo. Tecnicamente impeccabile, purtroppo però nel risultato finale, lo ho trovato assai medio. Bellissimo il racconto, ma fine a sé stesso. Non affronta più di tanto i problemi delle adozioni oggi, sembra più un diario della mamma. Non mi ha convinto pienamente
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