In occasione del ritorno al cinema dei film di Spider-man, per festeggiare i 100 anni della "COLUMBIA PICTURES", ecco un aggiornamento da il migliore al peggiore titolo, non trascurando quelli animati e quelli tratti dal famoso telefilm d'epoca, degli anni'70.
Sam Raimi rifa bene il giochetto che gli è riuscito con "LA CASA 2", praticamente gira un quasi remake di "SPIDER-MAN", con più soldi, ma tirando fuori un cinefumetto fra i più belli mai realizzati negli ultimi 25 anni, grazie al perfido, ma non troppo dottor Octopus, di Alfred Molina, che sembra preso di peso dai fumetti e fatto diventare vero, con quei suoi tentacoli. Ottime le sequenze ambientate sul treno.
Questo primo cinefumetto ragnesco è decisamente uno step in più, rispetto al primo "X-MEN", grazie a un ottimo lavoro di gruppo e ad un cast davvero affiatato, a cominciare da Tobey Maguire/Spider-man e Willem Dafoe. La sensazione che, però, questo film sia arrivato molto in ritardo c'è (quanti ritardi, a causa del cambio di regia James Cameron-Sam Raimi)), però gli vogliamo bene lo stesso, anche se Sam Raimi, pur ambientandolo nei primi anni 2000, sembra congelare il tutto fra gli anni'60-70-80. Non avrebbe sfigurato ai tempi dei film di Superman, con Christopher Reeve.
Benché il film non metta in primo piano lo Spider-man di Peter Parker (che si riserva il ruolo di mentore di quello del film), ma il latino-americano Miles Morales, avvince per lo scontro con il perfido Kingpin. Interessante la presenza di altri ragni alternativi, provenienti da vari universi (Spider-Gwen, Spider-man noir, Spider-Ham e Penny Parker e il suo robottone nipponico) e di ben djue Peter Parker, anziché uno. Un Oscar per il miglior film animato, del 2018, stra-meritato.
Ambizioso e riuscito seguito di "SPIDER-MAN UN NUOVO UNIVERSO", dove è fin troppo chiaro il desiderio di voler mettere in primo piano il rapporto romantico fra Miles Morales e Spider-Gwen Stacy. La presenza di tanti ragni alternativi, fa quasi dimenticare che il cattivo della storia è il buffo La Macchia. Poco spazio a Peter Parker, anzi, Peter B. Parker, che si è, però, sposato con la sua Mary Jane e ha avuto una bambina, che fa si porta con sé, e dominato dalla presenza del futuristico Spider-man 2099. Miles è cresciuto dal primo fillm, permmettendo così alla love story con Spider-Gwen di lievitare per bene.
Non un brutto film, visto che c'è la Gwen Stacy di Emma Stone, che si mangia la Mary Jane Watson di Kirsten Dunst, per quanto è perfetta, solo che è un reboot che riparte da zero e per quanto sia fedele alla versione Ultimate del personaggio e abbia il miglior Ben Parker in live action, un Martin Sheen tanto bravo che, da giovane sembrava un Peter Parker mancato, pecca nella scelta di un cattivo un po' monocorde (il Lizard di Rhys Ifans) e per l'assenza dei personaggi del "Daily Bugle". Il Peter Parker di Andrew Garfield è un ragazzo sveglio che va in skateboard, citando il Michael J. Fox di "RITORNO AL FUTURO" e costruendosi i famosi lancia-ragnatele dell'Uomo Ragno, per spruzzare dai polsi tela sintetica e non organica, che mancavano nel trio di Raimi. Persino il costume è più grezzo, ma non è un difetto, anzi. Il film per quanto debitore dei fumetti ragneschi, è figlio di "BATMAN BEGINS", lo dimostrano le scene notturne e come Peter si fa il costume da ragno.
Più gioccattoloso e solare di "THE AMAZING SPIDER-MAN", cerca di guardare alla guasconeria di "THE AVENGERS", di Joss Whedon, mettendo in primo piano la romance fra Peter e Gwen, di Garfeield e la Stone, alla minaccia del cattivo di turno. A proposito, Electro è Jamie Foxx, ma viene surclassato da un Harry Osborn /Dane Dehaan molto diverso e più cupo di quello di Jams Franco (Dehaan sembra un giovane Leonardo di Caprio). Curiosa la partecipazione di Paul Giamatti nel ruolo di Rhino, in due scene fra le più esilaranti del film. Per quanto la trama dei genitori di Peter si faccua più ingarbugliata, il costume di Andrew Gafield è fra i migliori di sempre. Il franchise, ingiustamente snobbato, a favore di "CAPTAIN AMERICA THE WINTER SOLDIER", avrebbe meritato di andare avanti, anche al di fuori dell'MCU (vedi o scioccante pre-finale), ma il pubblico voleva Spider-man nell'MCU, invece, il nostro cercava di crearsi un mini-universo di film troncato sul nascere. Peccato, la cosa mi piaceva di più.
Con Nicholas Hammond, David White, Liza Eilbaker, Michael Pataki
Il film pilota della serie TV, degli anni'70, con Nicholas Hammond, è anche questa una origin story, ma semplificata per una produzione a basso budget. A me non spiace che non ci siano supercriminali, non c'erano neanche nell'Hulk di Ferrigno e nella Wonder Woman di Lynda Carter, e la preferisco agli altri film con Hammond, perché almeno la parvenza di film tv ce l'ha eccome.
Titolo originale Spider Man The Dragon's Challenge
Regia di Don McDougall
Con Nicholas Hammond, Robert F. Simon, Ellen Bry, Chip Fields
Terzo film della serie con Hammond, dove ormai ogni somiglianza col fumetto si è diradata e dove tutto sembra ormai un vero e proprio telefilm a basso costo. Strano vedere l'Uomo Ragno in azione, sembra tutto, fuorché un supereroe, ma una guardia del corpo mascherata, che compare solo nei momenti più opportuni. Interessanti le location cinesi e i cattivi, che si atteggiano a emuli di Bruce Lee.
Con Nicholas Hammond, Robert F. Simon, Joanna Cameron
Secondo film con Nicholas Hammond, che apre il telefilm e dove tutto sembra molto più povero del già modesto "L'UOMO RAGNO", dell'anno prima. Si dice che strizzi l'occhio a "SUPERMAN, IL FILM", di Richard Donner, perché non manca la minaccia atomica (una bomba fatta in casa) e la giornalista sexy e ficcanaso. Scene d'azione modeste e scippate da "BATMAN" e da "L'UOMO DA SEI MILIONI DI DOLLARI". Il cast è completamente cambiato dal primo "film", fuorché Nicholas Hammond e Michael Pataki (il sospettoso capitano Barbera), manca il personaggio della zia di Peter, che, però, viene citata e c'è persino un eccitate inseguimento...in auto, però. L'Uomo Ragno come Hulk, appare poco, per lasciar spazio a Peter Parker, che fatica molto a tenere segreta la sua doppia identità.
Il più incasinato dei tre film di Sam Raimi, discreto, ma non eccellente e con tre cattivi al prezzo di uno + il costume nero, che genera Venom, ma solo alla fine (e viene anche utilizzato male). Un brutto finale per una trilogia partita a 1000, c'è persino la Gwen Stacy più inutile dei film, impersonata da una sprecata Dalls Bryce Howard. Pure qui, viene rapita la Mary Jane di Kirsten Dunst, anche se si chiude il rapporto fra Spider-man e Harry Osborn di James Franco. La scena della nascita di Sand man è, però, fra le sequenze più belle di tutte, poi peggiorano le cose, imputando a lui la morte di Ben Parker, che doveva essere un argomento chiuso nel film, del 2002. Il non finale faceva sperare in uno "SPIDER-MAN 4", ma i capricci della Soy, la febbre dei film in 3D, che impazzavano nei primi anni 2000, e quelli e spezzati in più parti, ha aperto la strada allo Spider-man di Garfield e al primo reboot.
Un fan service MCU, connesso a "SPIDER-MAN ENDGAME", per festeggiare i 20 anni di Spider-man al cinema. Ci sono tutti gli Spider-men (ma solo nella parte finale), tranne Nicholas Hammond, che è stato dimenticato apposta, e anche i cattivi migliori dei primi cinque film. Finalmente, Tom Holland capisce la lezione dell'essere un arrampicamuri (da un grande potere...), però poteva arrivarci senza i paggetti Garfield e Holland, che trovano qui riscatto dopo dei periodi bui, fatti di film interssanti, ma non redditizzi. Fanalino di coda il dottor Strange, che serve da inutile mentore del film.
Salvato da Mysterio, di Jake Gyllenhaal e dalla strampalata idea della gita scolastica eurpoea del liceo Midtown. Spider-man incontra il Nick Fury di Samuel L. Jackson e si mette con Zendaya, mentre Ned prova a ad amoreggiare con la giovane studentessa Betty Brant. Tom Holland cambia costumi in continuazione, ma nessuno è veramente concente come quello di "SPIDER-MAN HOMECOMING".
Un film con uno Spider-man che indossa un costume alla Iron man, infatti, c'è Robert Downey Junior come guest star, e mentore dell'eroe. L'Avvoltoio di Michael Keaton richiama alla mente "BATMAN", del 1989, e "BIRDMAN", dell'anno prima. Holland è uno Spider-man alla Michael Knight di "SUPERCAR", gli danno un costume parlante, come se fosse Kitt, o Jarvis di Iron man. Zendaya è in secondo piano, perché è Liz l'interesse amoroso di Peter, davvero un quasi emulo di Harry Potter, con tanto di amico alla Ron, che gli copre le spalle (Ned Leeds).
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