Eyes Wide Shut
- Drammatico
- USA, Gran Bretagna
- durata 159'
Titolo originale Eyes Wide Shut
Regia di Stanley Kubrick
Con Tom Cruise, Nicole Kidman, Sydney Pollack, Leelee Sobieski, Rade Serbedzija
O: Fuck, I like "Cazzo"!
Iniziamo con una tautologia: a testimonianza diretta dell’importanza (ma pure la bellezza, anche quella, vien da sé) che questo romanzo pubblicato nel 2001 da Percival Everett [classe 1956: “God’s Country”, “Glyph” (al quale dedicai una delle mie prime “cose” scritte su FilmTV, una vita fa), “American Desert”, “Wounded”, “the Water Cure”, “I Am Not Sidney Poitier”, “So Much Blue”, “Telephone”, “the Trees”] per la UPNE (University Press of New England) riveste negli Sbadiglianti Anni Venti del XXI secolo del III millennio c’è l’evidente fatto che il libro si dimostra attuale tanto oggi quasi - cioè ancor più! - quanto all’epoca dei Pompini Presidenziali: i “ghosts” (gli “zulù”) che un quarto di secolo fa avevano assai molto inguaiato il professor Coleman Silk nel “the Human Stain” di Philip Roth comparvero solo un anno prima e le due opere dialogano a distanza ravvicinata ora come allora (Robert Benton adattò e traspose l’ultimo tomo dell’American Trilogy a ridosso della sua uscita, mentre solo molto recentemente Cord Jefferson è riuscito a licenziare “American Fiction”, la propria versione, fedele senza essere pedissequa, di “Erasure”).
E cos’è questa se non la descrizione…
Un tempo cercavo il significato profondo di ogni cosa, credevo di essere una specie di segugio ermeneutico a zonzo per il mondo, ma a dodici anni smisi. Allora non sarei riuscito a esprimerlo compiutamente, ma in seguito ho abbandonato ogni pretesa di spiegazione di quelle che possono essere definite strutture di senso soggettive o tematiche, per sostituirle con una semplice successione di descrizioni di casi specifici, da cui, almeno, potevo trarre deduzioni, seppure inconsce, che mi permettevano di comprendere il mondo nella misura in cui influiva su di me. In altre parole, imparai a prendere il mondo come veniva. In altre parole ancora, imparai a fregarmene.
…di “Fuck” (“Cazzo”) aka “My Pafology” (“Stato Patologgico”)?!
[A sx: (non) caviardage: Emilio Isgrò, Anna Rosa Faina Gavazzi, etc...; a dx: Elliott Erwitt - "Pittsburgh, Pennsylvania (Boy with Pistol), U.S.A., 1950".]
Colophon: Percival Everett – “Erasure: A Novel” – 2001.
Edizione italiana: la Nave di Teseo (collana: Oceani, n. 235), brossura con copertina flessibile, 410 pagg., 22.00 €.
Nota: ad un certo punto ho smesso di contare i refusi, la maggior parte relativi al (non) posizionamento in apertura e/o chiusura delle virgolette identificanti i discorsi diretti, il cui totale se non la supera certamente si avvicina alla cinquantina: prima o poi dai meandri della mia biblioteca recupererò per un confronto la copia - che al tempo, tsundoku uber alles, scaffalai senz’aprirla – stampata dai tipi dell’indipendente ed oggi defunta Instar Libri (collana: i Dirigibili, n. 19) licenziata a metà anni zero con la stessa ottima traduzione di Marco Bosonetto qui riproposta da Elisabetta Sgarbi e soci: o erano presenti anche allora, e quindi non è stato fatto alcun lavoro di revisione, oppure hanno utilizzato per l’esportazione lo stesso procedimento che la società Stretto di Messina ha usato per inviare al Ministero dell’Ambiente i documenti relativi alla valutazione di impatto ambientale del ponte autoferroviario a campata unica di tre chilometri e mezzo sospesa con doppi cavi d'acciaio a settanta metri dal suolo e dal mare su due torri che s'innalzano tra Scilla e Cariddi per quattrocento metri verso il cielo (una cattedrale nel deserto antisismica sino a 7.1 Richter).
* * * * ¼/½ - 8.75
E finiamo con una domanda: “Come si scrive bourgeois?”
Titolo originale Eyes Wide Shut
Regia di Stanley Kubrick
Con Tom Cruise, Nicole Kidman, Sydney Pollack, Leelee Sobieski, Rade Serbedzija
Titolo originale American Fiction
Regia di Cord Jefferson
Con Jeffrey Wright, Elle Sciore, Issa Rae, Adam Brody, Sterling K. Brown, Miriam Shor
Titolo originale Cave of Forgotten Dreams
Regia di Werner Herzog
Con Charles Fathy, Werner Herzog
Chi è il nostro primo analista? Aristotele con il suo interesse per praxis e proairesis? O dovremmo pensare agli uomini preistorici che dovevano soppesare due descrizioni di eventi e decidere quale fosse vera e quale inventata, partendo dal presupposto che dire la verità richiede semplicemente la capacità di ricordare, mentre inventare richiede un'immagine di come dovrebbe apparire una narrazione della verità? Ma forse dovremmo semplicemente scegliere i formalisti russi e chiuderla qui (SIM. analisti).
Titolo originale Lost Highway
Regia di David Lynch
Con Bill Pullman, Patricia Arquette, Balthazar Getty, Robert Blake, Robert Loggia
Idea per un racconto: un uomo sposa una donna che si chiama come la sua prima moglie. Una sera, mentre fanno l'amore, lui la chiama per nome, e la moglie lo accusa di avere pronunciato il nome della prima moglie. Ovviamente lui ha davvero pronunciato il nome della prima moglie, ma al tempo stesso ha pronunciato il nome della sua moglie attuale. Dice che non stava affatto pensando alla prima moglie, ma lei ribatte che è sicura di avere sentito bene.
Titolo originale The Player
Regia di Robert Altman
Con Tim Robbins, Greta Scacchi, Fred Ward, Whoopi Goldberg
"Pensa alla merda che pubblicano. È uno schifo. Questo è il mio modo di esprimere lo schifo."
"Io ti capisco, Monk. Apprezzo la tua presa di posizione e ammiro anche il ricorso alla parodia, ma chi vuoi che la pubblichi una cosa del genere? Quelli che pubblicano la roba che a te fa schifo si offenderanno. Diamine, si offenderanno tutti."
"Si offenderanno gli idioti."[...]
"Va bene, cosa vuoi che faccia?"
"Mandalo in giro."
"Così o vuoi che specifichi che è una parodia?"
"Mandalo così" dissi. "Se non capiscono da soli che è una parodia, che vadano affanculo."
Titolo originale Adieu au langage
Regia di Jean-Luc Godard
Con Héloise Godet, Zoé Bruneau, Kamel Abdeli, Richard Chevallier, Jessica Erickson
Mentre lavoravo di pialla per modellare il bordo curvo del ripiano pensavo a Foucault, al modo in cui formula ipotesi su concetti riguardanti il linguaggio che lui ritiene fuorvianti e, a torto o a ragione, procede a partire dai propri assunti senza argomentarli. Mentre ripercorrevo la riflessione foucaultiana sulle formazioni discorsive, mi fermai e cercai di vedermi dall'esterno. Uno che pensa certe cose mentre guarda i trucioli che cadono da un bel pezzo di frassino. Sentivo addosso gli occhi di mia sorella.
Titolo originale Mat' i syn
Regia di Aleksandr Sokurov
Con Gudrun Geyer, Aleksej Ananishnov
Desideravo offrirle una vacanza finché era ancora in grado di godersela, finché sapeva chi ero io, chi era lei e a cosa serviva la forchetta.
Regia di Nanni Moretti
Con Margherita Buy, John Turturro, Giulia Lazzarini, Nanni Moretti, Beatrice Mancini
Andai a remare sullo stagno fumando sigari. Mamma e Lorraine si irritarono a vicenda. Lorraine brontolò. Mamma collezionò sonnellini.
Titolo originale La mort en direct
Regia di Bertrand Tavernier
Con Romy Schneider, Harvey Keitel, Harry Dean Stanton, Max Von Sydow, William Russell
Tom si trovava nella sede della rete televisiva NBC, negli uffici accessibili al pubblico della trasmissione Virtute et Armis, seduto su un sofà in attesa del ritorno della receprionist. La receptionist riapparve in compagnia di un uomo in completo grigio, con i capelli grigi e un sorriso spalmato sulla faccia come un'infezione.
Regia di Mario Monicelli, Ettore Scola, Dino Risi
Con Vittorio Gassman, Ornella Muti, Alberto Sordi, Ugo Tognazzi
Guidavo verso casa consapevole di avere visto il futuro di mia madre, la sua ultima casa, ma altrettanto consapevole di non poterla ancora condannare a ciò. Per superare quel limite avevo bisogno della spinta di un'altra crisi.
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"Come una Regina", di Ettore Scola.
Titolo originale The Birth of a Nation
Regia di David W.Griffith
Con Lillian Gish, Henry B.Walthall, Mae Marsh, Miriam Cooper, Mary Alden
Titolo originale Atlanta
Con Hiro Murai, Brian Tyree Henry, Donald Glover, Keith Stanfield, Zazie Beetz
Tag Commedia, Storia corale, Musica, Storie di vita, Sud USA, Anni duemiladieci
Nelle arti visive solo ciò che appare ha significato. Stando a quanto mi hanno spiegato, l'opera del pittore è un'invenzione nello spazio illimitato che comincia ai bordi del quadro. La superficie, la carta o la tela, non è l'opera d'arte, bensì il luogo in cui l'opera vive, il luogo che custodisce l'immagine, la pittura, l'idea. Ma una sedia, una sedia è il proprio spazio, è la propria tela, e occupa lo spazio nel vero senso della parola. La tela occupa lo spazio e l'immagine occupa la tela, mentre la sedia, in quanto opera, riempie lo spazio stesso. Ecco che cosa mi veniva in mente guardando Stato patologgico. Quel supposto romanzo era più una sedia che un quadro, non lo avevo pensato come un'opera d'arte, ma come un congegno funzionale, che poteva essere osservato, certo, ma che soprattutto doveva servire da traccia, forse da monito, senz'altro da pietra tombale.
Titolo originale I Am Not Your Negro
Regia di Raoul Peck
Con Samuel L. Jackson
Il timore, naturalmente, è che negando la marginalizzazione degli scrittori "neri", o rifiutando di esserne complice, io abbia finito con il collocarmi abbondantemente al di là di una linea oltremodo immaginaria. Per me scrivere non significava testimoniare, esprimere indignazione sociale (sebbene chiunque scriva, in qualche modo, lo faccia), né continuare una supposta tradizione famigliare di narrazione orale. Non ho mai cercato di liberare nessuno, non ho tentato di offrire un'immagine più autentica e vera della vita della mia gente, anche perché non ho mai avuto, di questa "gente", un'immagine abbastanza chiara da offrire agli altri. Forse, se fossi vissuto subito dopo la Ricostruzione*, avrei scritto con lo scopo di innalzare le condizioni di vita dei miei fratelli oppressi. Ma l'ironia della situazione era davvero straordinaria. Ero una vittima del razzismo perché rifiutavo di riconoscere le differenze di razza e non accettavo che la mia arte fosse considerata una forma di espressione razzialmente connotata. Sfuggivo all'oppressione economica grazie a un libro perfettamente in linea con quelli che, secondo me, erano libri razzisti. E avrei anche dovuto indossare la maschera della persona che ci si aspettava che fossi.
*Nella storiografia americana con il termine Reconstruction s'intende il periodo immediatamente successivo alla guerra di secessione, quando il governo federale amministrò direttamente gli Stati Confederati del Sud sconfitti, prima di riammetterli nell'Unione a tutti gli effetti. (N.d.T.)
Titolo originale Without Remorse
Regia di Stefano Sollima
Con Michael B. Jordan, Jamie Bell, Jodie Turner-Smith, Guy Pearce, Lauren London
Ero seduto nell'ufficio del medico di turno, in attesa di sentirmi dire com'era andata la prima notte di mia madre nella casa di cura. Osservai la piccola libreria alle spalle della scrivania del dottore. C'erano romanzi di John Grisham e Tom Clancy, un tascabile di John MacDonald e altre cose del genere. Quei libri non mi davano fastidio. Non ne avevo mai letto uno per intero, solo qualche stralcio qua e là, e anche se non ci trovavo alcuna profondità artistica, né una particolare ironia, né un minimo di ricerca linguistica o inventiva, li giudicavo abbastanza ben scritti, così come può essere abbastanza ben scritto un manuale tecnico. [...] Perché, allora, Juanita Mae Jenkins mi faceva correre al gabinetto? Forse perché Tom Clancy non cercava di vendermi i suoi libri presentando l'equipaggio di un sottomarino supertecnologico come una galleria di ritratti della sua gente (per quanto possa suonare pertinente la metafora). E il suo editore non li pubblicizzava facendo appello all'appartenenza razziale. Se non ti piacciono i bianchi di Clancy, sei libero di cercartene degli altri.
Recensione (eh-eh).
Titolo originale La vie est un roman
Regia di Alain Resnais
Con Fanny Ardant, Vittorio Gassman, Pierre Arditi, Sabine Azéma
Rothko: Non ne posso più di dipingere questi maledetti rettangoli
Resnais: Non pensi che il tuo gesto tracci i limiti fisici del dipinto? Il tuo apparente impoverimento si trasforma in una specie di avventura nell'arte dell'eliminazione. Lo sfondo e il primo piano diventano particolari che si neutralizzano a vicenda. L'uno nega l'altro, finché restano soltanto particolari che di fatto non esistono.
Rothko: In conclusione?
Resnais: Gli idioti se li comprano.
Rothko: È questo che conta, no?
Resnais: Temo di sì. I miei film non li guardano e, credimi, il fatto di essere negletta non rende la mia arte migliore.
Rothko: Neppure peggiore, Alain.
Titolo originale Intolerance
Regia di David W. Griffith
Con Lillian Gish, Constance Talmadge, Elmer Clifton, Alfred Paget, Mae Marsh, Robert Harron
Titolo originale Imitation of Life
Regia di John M. Stahl
Con Claudette Colbert, Warren William, Rochelle Hudson, Louise Beavers, Ned Sparks
Titolo originale Imitation of Life
Regia di Douglas Sirk
Con Lana Turner, John Gavin, Juanita Moore, Sandra Dee, Robert Alda, Susan Kohner
Titolo originale Gran Torino
Regia di Clint Eastwood
Con Clint Eastwood, Bee Vang, Ahney Her, Cory Hardrict, Geraldine Hughes, Dreama Walker
Titolo originale Roar (2022)
Con Liz Flahive, Carly Mensch, Betty Gilpin, Kara Hayward, Fred Grandy
Tag Drammatico, Storia corale, Donne, Dark comedy, USA, Anni duemilaventi
Limine / 5-30 (ultimo decennio).
(E no, non troverete "Precious: Based on the Novel 'Push' by Sapphire", "Moonlight" o "Green Book".)
- “Chi-Raq” (Spike Lee, 2015)
- “Atlanta” (Donald Glover, 2016-2022)
- “Get Out” (Jordan Peele, 2017)
- “She's Gotta Have It” [Spike Lee, 2017-2019 (remake di “She's Gotta Have It” del 1986)]
- “BlacKkKlansMan” (Spike Lee, 2018)
- “Sorry to Bother You” (Boots Riley, 2018)
- “Us” (Jordan Peele, 2019)
- “Guava Island” (Donald Glover, 2019)
- “the Last Black Man in San Francisco” (Joe Talbot, 2019)
- “His House” (Remi Weekes, 2020)
- “Antebellum” (Gerard Bush e Christopher Renz, 2020)
- “Lovecraft Country” [Misha Green (da Matt Ruff, 2016), 2020]
- “Them: Covenant” (Little Marvin, 2021)
- “Judas and the Black Messiah” (Shaka King, 2021)
- “the Underground Railroad” [Barry Jenkins (da Colson Whitehead, 2016), 2021]
- “Alice” (Krystin Ver Linden, 2022)
- “Master” (Mariama Diallo, 2022)
- “Nope” (Jordan Peele, 2022)
- “the Last Days of Ptolemy Grey” (Walter Mosley, 2022)
- “Roar” {Liz Flahive & Carly Mensch [ep. "the Woman Who Disappeared" (Channing Godfrey Peoples & Janine Nabers), in pratica una reinterpretazione di "Invisible Man" (1952) di Ralph Waldo Ellison*], 2022}
- “Swarm” (Donald Glover e Janine Nabers, 2023)
- “They Cloned Tyrone” (Juel Taylor, 2023)
- “Lawmen: Bass Reeves” (Chad Feehan, 2023)
- “American Fiction” [Cord Jefferson (da Percival Everett, 2001), 2023]
- “Them: the Scare” (Little Marvin, 2024)
*Oltre a Ralph Waldo Ellison, altri autori afro-americani (ma non, ad esempio, il summenzionato - per interposto documentario - James Baldwin) e non [Roland Barthes (e, attraverso "S/Z", Honoré de Balzac), Thomas Pynchon, Paul Klee e Käthe Kollwitz per un motivo, e Dietrich Eckart, Adolf Hitler e Rudyard Kipling, per un altro: ok, non proprio lo stesso) sono citati direttamente nel romanzo o - come nel caso (non troppo benevolo) di Richard Wright (vedi più sopra: "Intolerance") - fatti direttamente parlare: Frederick Douglass, James Weldon Johnson, Zora Neale Hurston, Jean Toomer e - come per Richard Wright, non proprio benevolmente - Alice Walker e (per interposto personaggio) Oprah Winfrey.
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