Il connubio casa+horror è uno dei più antichi e viscerali del Cinema, dai castelli dei primi gotici alle case infestate moderne.
A volte però questo concetto va oltre: alcune architetture hanno un peso visivo ed emotivo è così potente da farle vivere di luce propria.
Questa playlist non vuole essere un mero elenco delle case famose del cinema horror ma ricercare queste architetture, una selezione di film in cui gli edifici smettono di essere luoghi e diventano i veri protagonisti.
Una doverosa premessa: Amytiville non è in questo elenco perché, nonostante sia indubbiamnete la casa più famosa del cinema dell'orrore, non ha architettonicamente nulla di interessante, fatta eccezione per le caratteristiche finestre a spicchio della facciata (purtroppo andate perdute a seguito di una ristrutturazione criminale da parte dei proprietari che acquistarono la casa dopo l'uscita del film). Per la stessa ragione non troverete i molti famosissimi castelli della Hammer.
Avrò comunque sicuramente omesso qualche edificio importante, per imperdonabile dimenticanza o perché non ho visto il film ma confido in voi per colmare queste lacune.
Argento adora giocare con le architetture e ne trae pezzi di Cinema di una bellezza difficile da ignorare; l'edificio di vetro di Tenebre, il corridoio di Profondo Rosso e ovviamente le architetture di Suspiria: il meraviglioso palazzo Art Déco dove si rifugia Pat e, sopra ogni altra, l'incredibilmente pulsante struttura dell'Accademia con la sua lussureggiante Art Nouveau e la sua anima nera che ti divora al primo sguardo e la rende indiscussa protagonista del film.
Il film può piacere o no, così come il regista, ma la residenza dei fratelli Sharpe, che svetta sopra l'innevato e rosso Crimson Peak, è altra casa quasi viva, vibrante e dannata, protagonista ingombrantissima del suo film, di una bellezza assoluta che ci fa inchinare con reverenza all'arte visiva di Del Toro.
Questa è molto personale, nonostante la cosa più memorabile del film siano indubbiamente i bavosi demoni del titolo, a prestare sale, corridoi e tende al capolavoro di Lamberto Bava fu il cinema Argo di Roma, cinema gemello all'Ulisse in cui ho passato tante domeniche della mia infanzia (quando era ancora un cinema per bambini...). Rivedere quell'ambiente così familiare su schermo, scoprire tutti gli anfratti in cui mi era proibito andare è un'emozione indescrivibile.
Con Alvin Alexis, Allison Barron, Lance Fenton, Billy Gallo, Hal Havins, Cathy Podewell
Hull House de La notte dei demoni
Come ho scritto anche nella mia recensione, l'ambientazione di questo film mal nato è una delle più belle case stregate del Cinema, piena di ombre e corridoi, passaggi nei posti più impensati, cornicioni e sotterranei in cui perdersi senza rimedio.
Fantascienza? Ma siamo seri! The Cube ha il patentino da film horror e la sua gelida stanzetta quadrata ripetuta ancora, ancora e in eterno è una delle più agghiaccianti e geniali ambientazioni mai concepite. Nel mio immaginario l'Inferno è fatto così.
Con Carla Gravina, Mel Ferrer, Arthur Kennedy, Umberto Orsini, George Coulouris, Alida Valli
Villa Oderisi de L'Anticristo
Il corridoio della villa, con i busti di marmo che si sporgono a guardare, è un luogo che sussurra nell'orecchio degli spettatori, che trama nell'ombra e che quasi da solo crea l'atmosfera densa e inquietante del film.
Costruzione malvagia per eccellenza, surclassa Amytiville nella mia classifica personale; in particolare nel film di Kubrick, l'hotel è senza ombra di dubbio intrinsecamente malefico, un mostro vivo e famelico in cui le stanze, i corridoi, gli ascensori e perfino il parco non sono altro che viscere pulsanti intente a digerire lentamente gli incauti protagonisti.
Qualcuno ha detto casa stregata? Capostipite di tutti gli edifici infestati, di ogni architettura maligna, scenografia sempre ambigua ed imponente che affascina e destabilizza; non importa in quale film o telefilm l'abbiate ammirata, Hill House è sempre "assolutamente vittoriana", immensa, eterogenea, contorta perché composta pezzo per pezzo in varie epoche, decadente, lussuosa e cupa: fedele a come la volle la sua autrice, Shirley Jackson.
Con David Andrews, Kelly Wolf, Stephen Macht, Brad Dourif
La fabbrica Bachman Mills de La creatura del Cimitero
Qualcuno ricorda questo film? Non fosse per l'ambientazione lurida e disumanizzante non lo ricorderei neppure io. La fabbrica tessile i cui sotterranei attraverso il fiume sconfinano nel cimitero è un ammasso d'acciaio e melma lurida, sa di sudore e unto, è vomitevole, disturbante e animata da migliaia d'occhi di topo. Più rappresentativa di quella di The Mengler perché qui tutta la vicenda è dominata dalla fabbrica e dai suoi immensi sotterranei grondanti.
Il film di Beck è delizioso carrozzone ricolmo di invenzioni visive interessanti. In particolare la casa che la famiglia Kriticos eredita è una meraviglia architettonica fatta di vetro, ingranaggi e iscrizioni latine. Una trappola trasparente, che confonde e disperde, con le pareti sempre in movimento e sotterranei poco raccomandabili. Potete anche odiare il film se volete, ma non potete non amare quella casa.
Il complesso residenziale Arca di Noè (Starliner Towers) de Il demone sotto la pelle
In questo indimenticabile esordio alla regia di Cronenberg, seguendo la falsa riga di un vero e proprio home invasion, il Caos si fa strada a passo di marcia lungo i corridoi e gli appartamenti di un immacolato complesso d'avanguardia. Pulitissimo ecosistema sicuro avulso dal resto del mondo, il complesso residenziale, che mi ricorda tanto il Nuovo Corviale, è un luogo disagiante già dal primo minuto di pellicola.
Con Geoffrey Rush, Famke Janssen, Taye Diggs, Peter Gallagher
L'ospedale psichiatrico Vannacutt della saga La casa sulla Collina
Partendo dal salone d'ingresso col memorabile pavimento a scacchi, preso in prestito dalla casa del film originale col caro Vincent Price, l'ospedale è un dedalo che alterna decadenza e squallore ad ambienti di grande sfarzo visivo. La struttura livida, allungata e imponente dell'edificio che si aggrappa sulla scogliera, sembra uscita da un poster di Robert Hoppe. Siete pronti ad addentrarvi nella coltre oscura?
Grande struttura orientaleggiante dall'esterno inconfondibile, questo immenso albergo anni '20 è un altro edificio a picco su una scogliera che ammiro sempre volentieri. Poetico, malinconico e un po' inquietante, tanto quanto le creature predilette di Charles Band.
Con Clare Higgins, Ashley Laurence, Kenneth Cranham, Imogen Boorman, Sean Chapman
La Dimensione Labirinto di Hellbound
Il cubo di Lemarchand, attraverso la Configurazione del Lamento, porta nella dimensione dei Cenobiti (che potrebbe essere l'inferno oppure no) . Si tratta comunque di un capolavoro di escheriana ispirazione, un immenso labirinto geometrico eppure contorto, fatto di infiniti corridoi spogli, passaggi impossibili e stanze oniriche che contengono inferni personali. Il tutto sovrastato dalle geometriche forme della Levitazione (Leviathan).
Architettura ideata per ingannare e confondere fatta di spazi irrimediabilmente vuoti, seppur pieni di oggetti, intimi e freddi al tempo stesso e da un'oscura controparte riflessa che si contorce sul confine incerto tra interiore e esteriore. Probabilmente non è la scenografia di per sé quanto la messa in scena a far apparire la casa sottilmente sbagliata ma questo non toglie che siamo di fronte a una delle cose più belle che il Cinema di questi anni ci abbia donato.
In bilico tra realtà e finzione la gigantesca casa della vedova Winchester, perennemente in costruzione è senza dubbio una location protagonista ed intrigante anche se nel film dei fratelli Spierig in realtà non è mostrata a sufficienza per apprezzala davvero a livello architettonico. Restano comunque alla mente alcuni passaggi e scale improbabili e l'esterno libero rinascimentale dagli interessanti colori sovrastato da innumerevoli tetti (coerente con la vera casa).
Nome vero di una magnifica villa di ben 37 stanze in stile revival neoclassico costruita nel 1899 dall'architetto Eugene Freeman e situata ad Oakland su un enorme terreno che ospita anche numerosi giardini, campi da gioco, una voliera, una piscina e una serra. Ok, ma a noi che importa? Beh è la casa vivente dello splendido Ballata Macabra (1976) ma è presente anche in Fantasmi (1979), nel recente Delirium della Blum House e in numerosi altri film. Essendo molto gettonata nel cinema non so bene che film assegnarle ma una menzione onorevole per questo splendore era d'obbligo.
la casa di questo film è sicuramente tra le più angoscianti delle mie visioni giovanili. Non solo per l'ambientazione, ma per la porta che conduce allo scantinato, e per la bambina morticina che fa capolino dalla finestra.
Villa Scott, sulle colline torinesi, è la casa del primo omicidio in Profondo rosso. La musica dei Goblin accompagna la perlustrazione di David (il protagonista) alla ricerca della verità riguardo il maniaco che lo perseguita. La finestra murata, il disegno che appare sotto il muro scrostato, la finestra in frantumi, la scala, il giardino...tutto si osserva in apnea.
come non provare ancora un brivido mentre Norman Bates sale le scale di casa sua? Bianco e nero, le finestre illuminate mentre la sagoma della madre cammina dietro le tende. La porta della cantina si apre, la mano di Lila tocca la lampada sul soffitto troppo basso, la sedia si gira mostrando la madre di Norman. Niente di tutto questo orrore sarebbe stato possibile senza la casa di Norman Bates, le sue stanze, la cucina, la cantina.
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