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Libr(iccin)i A(ni)mati / 71: “Born Knowing - Imprinting and the Origins of Knowledge” di Giorgio Vallortigara (2021) – il Pulcino di Kant, ovvero: Nascere Imparati.
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Libr(iccin)i A(ni)mati / 71: “Born Knowing - Imprinting and the Origins of Knowledge” di Giorgio Vallortigara (2021) – il Pulcino di Kant, ovvero: Nascere Imparati.

In estrema sintesi, ovvero in un tweet, potrei così riassumere quel che penso de “il Pulcino di Kant”, ovvero di “Born Knowing - Imprinting and the Origins of Knowledge” di Giorgio Vallortigara (neuroscienziato già autore del più corposo ed altrettanto prezioso “Pensieri della Mosca con la Testa Storta”, oltre che, con Vittorio Girotto e Telmo Pievani, di "Nati per Credere - Perché il Nostro Cervello Sembra Predisposto a Fraintendere la Teoria di Darwin") per M.I.T./Adelphi: «Eccellente lavoro di divulgazione "dura" e perfetto esempio di fertile sintesi, con un pensiero "(col)laterale" (istinti "innati") a J.-H. Fabre: però che occasione sprecata il non titolarlo Nascere Imparati!». E così ho giustappunto fatto. Ma con questa playlist voglio presentare anche alcuni brevi e significativi passi scelti ed estrapolati dal densissimo testo in questione, tra disturbanti/perturbanti (orrorifiche) galline impagliate, disassemblate e ricomposte a casaccio, prole precoce, o atta, come i pulcini - non “dadaisti”, tra Marcel Duchamp, Vittorio Benussi e Roger Penrose - di galli, anatre e oche, e prole tardiva, o inetta, come i neonati dei ratti e degli esseri umani, e un uso disciplinato dell’equipaggiamento di base, dell’esperienza e della storia evolutiva epi/filo-genetica della biodiversità (zoébíos) planetaria.  

Dopo essere stati spodestati dal centro dell'Universo prima e da quello del Sistema Solare poi (Galileo, tra Tolomeo e Copernico, Ipazia e Keplero), dopo essere stati sbattuti giù dal vertice del regno animale e dall'apicale sommità della catena alimentare planetaria e scaraventati al pari di tutti gli altri esseri viventi alla base comune della monogradinica scala evolutiva alla pari di una banana e di un bonobo (Darwin) e dopo essere stati sollevati persino dal controllo di noi stessi scindendo Io/Ego, Es/Id e Super-Io/Ego (Freud), adesso è venuto il momento di ribadire con questo ulteriore tassello il venire a patti col fatto, in realtà già esperienzalmente recepito nel comune quotidiano sempiternamente reiterato, che non solo il Brutto Anatroccolo sa far di conto meglio d'ogni bimbo prodigio, ma che pure esiste un Deus (o meglio un Phantasma) ex Machina, un Grande Manovratore Indifferente perché Incosciente, che, manifestandosi per mezzo del D.N.A., indirizza non solo il colore di pelle, occhi e capelli, la corporatura e il sesso, l'intelligenza e l'indole/carattere, ma pure il Meccanismo del Pensiero: le fondamenta, le colonne e i cardini su cui si regge e attraverso cui si muove il nostro pre-disposto stare nel mondo e interagire con esso.

Ovviamente sto estremizzando per rendere paradossalmente più comprensibile un concetto che nonostante tutto può risultare sfuggevole (o "inaccettabile"), ma, come chiosa benissimo Ugo Morelli in coda al suo articolo dedicato all'opera in questione e pubblicato su DoppioZero, è evidente che "bambini e pulcini si nasce e si diventa".

 

 

Colophon.

Giorgio Vallortigara - “Born Knowing - Imprinting and the Origins of Knowledge” - 2021 - M.I.T. (Massachusetts Institute of Technology). Edizione italiana: “il Pulcino di Kant”, Adelphi, 2023, 170 pagg. (120 + Note + Indice Analitico), 20 € (traduzione a cura dell’autore stesso che per l’occasione ha rivisto e ampliato il testo). I disegni e le illustrazioni a integrazione e corredo, molto belli, sono di Claudia Losi, ma giusto in un paio di casi per le infografiche sarebbe stato meglio utilizzare immagini meno artistiche e più funzionali.

* * * ¾ (****)    

Playlist film

Alice

  • Animazione
  • Cecoslovacchia, Svizzera, Gran Bretagna, Germania Ovest
  • durata 86'

Titolo originale Neco z Alenky

Regia di Jan Svankmajer

Con Kristýna Kohoutová

Alice

 

Da ragazzo ero molto incerto sulla scelta degli studi da intraprendere e quindi sul genere di vita professionale che immaginavo per me: volevo essere, allo stesso tempo, un etologo, un antropologo, un logico matematico, uno psicoterapeuta e una spia (sì, un agente segreto...). Alla lista potrei anche aggiungere «uno scrittore». Ho sempre pensato infatti che scrivere sarebbe stato il necessario complemento di qualunque cosa avessi deciso di fare. Per me, l’antropologia era Tristi Tropici, l’etologia L’anello di Re Salomone, la logica matematica Alice, la psicoterapia L’uomo dei lupi e poi, certo, La spia che venne dal freddo – libri meravigliosi, autentica letteratura.

Queste attività avevano un aspetto in comune: mi spingevano a interrogarmi sull’origine della conoscenza. Come sappiamo ciò che sappiamo? A farmi decidere alla fine fu L’altra faccia dello specchio di Konrad Lorenz, la cui tesi di fondo, che l’«a priori» kantiano fosse un «a posteriori» filogenetico, faceva intravedere la possibilità di studiare il tema che mi stava a cuore con i metodi delle scienze naturali.

Come risultato di quella decisione ho speso i successivi quarant’anni a studiare i cervelli e i comportamenti di una varietà di bestiole, dalle api ai rospi, dai cani ai pesci, dai pulcini ai neonati della nostra specie. Questo libro in particolare è dedicato all’indagine abbinata di pulcini e bambini appena nati, allo studio delle menti allo stato nascente. Ho trascorso moltissimo tempo a soppesare le capacità cognitive dei pulcini appena schiusi dall’uovo e a scrutare dentro i loro cervelli (che considero un po’ il vertice della creazione): l’interesse per la cognizione e lo sviluppo del sistema nervoso nei neonati degli esseri umani è venuto di conseguenza.

Questo non è un libro riservato agli specialisti di biologia del comportamento e di neuroscienze comparate (sebbene io confidi che vorranno considerare queste pagine con indulgenza), ma è stato scritto per i colleghi della porta accanto, che si occupano magari di discipline assai diverse, e per tutte le persone curiose che manifestano meraviglia per la nostra conoscenza del mondo, fisico (degli oggetti inanimati) e sociale. 

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Piper

  • Animazione
  • USA
  • durata 6'

Titolo originale Piper

Regia di Alan Barillaro

Piper

In streaming su Disney Plus

 

I pulcini di pollo domestico non hanno l’attrattiva dei classici «animali da laboratorio», come vengono chiamati, tristemente, i topolini o i porcellini d’India, e non sono neppure abbastanza esotici da suscitare, come il verme nematode Caenorhabditis elegans, che possiede trecentodue neuroni in tutto, l’abituale scrollata di spalle circa le stravaganti predilezioni degli scienziati.

Qui, a breve distanza dal mio istituto, ci sono colleghi che studiano un pescetto di origine africana, Nothobranchius furzeri, che ha un ciclo vitale accelerato. In natura vive dai tre ai dodici mesi al massimo, nelle pozze d’acqua temporanee che si formano nella stagione delle piogge (durante la stagione secca le uova sopravvivono in uno stato di quiescenza). Con il procedere dell’età, l’animale mostra tutti i sintomi dell’invecchiamento: si muove meno, sviluppa tumori e nel cervello gli si formano aggregati di cellule amiloidi. Queste particolarità lo rendono un modello interessante per lo studio dei processi d’invecchiamento.

Trafficare in nome della scienza con i topi, i vermi nematodi o il pesce Nothobranchius, per quanto bizzarro, appare in ogni caso comprensibile. Ma i polli, dei quali magari apprezziamo le carni, come «il petto» o la «coscia», oppure le uova per farci una frittata, chi li reputa degni d’interesse intellettuale? Bene, uno di quelli che di queste creature si sono occupati a lungo è stato il mio eroe scientifico.

Konrad Lorenz? No. Il mio eroe scientifico è Douglas Spalding (1841-1877). 2 Sconosciuto ai più – non possediamo neppure una sua fotografia –, di famiglia modesta, dotato solo di passione e intelligenza, Spalding fu ammesso ai corsi del filosofo Alexander Bain all’Università di Aberdeen senza dover pagare la retta. Ci rimase un solo anno, poi tornò a Londra, dov’era nato. Sarebbe dovuto diventare avvocato, ma si ammalò di tubercolosi e si spostò nel continente in cerca di cure migliori e

climi più salubri.

Ad Avignone incontrò John Stuart Mill, che gli trovò un lavoro in patria come precettore del maggiore dei due figli di John Russell, visconte di Amberley, e di sua moglie Katharine Louise Stanley. Il figlio minore della coppia era destinato alla celebrità: si trattava nientemeno che di Bertrand Russell, che nella sua autobiografia si riferirà a Spalding con queste parole: «Era un darwiniano e si occupava di studi relativi agli istinti delle galline che, per facilitare le sue ricerche, erano autorizzate a menare strage e rovina in ogni stanza della casa».

Durante i suoi studi ad Aberdeen Spalding si era molto appassionato al problema dell’origine della conoscenza, ma non capiva perché, anziché limitarsi a discuterne, i filosofi non cercassero di mettere alla prova le loro ipotesi, come si fa nella scienza. Si nasce con certe conoscenze nella mente oppure tutte derivano dalle nostre esperienze?

Nella tenuta degli Amberley, a Ravenscroft, nel Galles, Spalding condusse una serie di esperimenti. Allevò dei pulcini di rondone in gabbiette minuscole, così che non potessero aprire le ali né svolgere alcun esercizio in preparazione al volo, e osservò che al momento giusto, l’età dell’involo, questi animali si libravano nell’aria con la stessa disinvoltura dei loro fratelli che non erano stati rinchiusi.

La capacità di volare evidentemente è già lì bella e pronta; necessita solo di un po’ di tempo per maturare, ma non dipende dall’esperienza. Gli uccelli non imparano a volare, così come i bambini non imparano a camminare o, come ha argomentato persuasivamente il linguista Noam Chomsky, non imparano a parlare: si tratta di istinti.

Nel corso dei suoi esperimenti Spalding osservò però un fenomeno insolito, che chiamò «istinto imperfetto». Subito dopo la schiusa animali come i pulcini di pollo domestico o gli anatroccoli sviluppano un attaccamento sociale nei confronti del primo oggetto che vedono. L’attaccamento si manifesta attraverso una risposta di inseguimento dell’oggetto – di solito la chioccia – e sembra avere le caratteristiche di un istinto, ma è un istinto imperfetto perché per poter essere evocato ha bisogno di un elemento di esperienza: l’esposizione allo stimolo per un breve periodo dopo la schiusa. Pulcini e anatroccoli appartengono alle specie nidifughe e sono caratterizzati da uno sviluppo precoce: appena nati possono subito zampettare e allontanarsi dal nido, perciò hanno bisogno d’imparare a riconoscere rapidamente la chioccia e gli altri compagni.

Istinto imperfetto anche perché in assenza di una chioccia l’imprinting si verifica su qualsiasi oggetto si presenti alla vista dell’animale appena nato. Konrad Lorenz racconta come l’ochetta Martina si «imprintasse» sui suoi stivali. Oggi, però, abbiamo ragioni per ritenere che, se avesse avuto l’opportunità di scegliere, Martina avrebbe preferito qualcosa di diverso da un paio di stivali.

Nei prossimi capitoli esaminerò le prove a sostegno dell’idea che esistano predisposizioni innate che agevolano il processo di imprinting. Sosterrò anche che queste predisposizioni sono presenti in tutti i giovani vertebrati, compresi i piccoli della nostra specie.

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Cemetery

  • Documentario
  • Francia, Gran Bretagna, Polonia, Uzbekistan
  • durata 85'

Titolo originale Cemetery

Regia di Carlos Casas

Con Wayne Bamford, Tony Lourds, Warna Sandeeya, S.A. Senevirathne, Sinharaja

Cemetery

 

Gli esseri umani sono estremamente sensibili ai segnali che suggeriscono la presenza di agenti animati. Vediamo facce [pareidolia; N.d.R.] ovunque: nelle nuvole, nelle macchie sui muri, nelle catene montuose su Marte o sulla Luna fotografate dall'alto, negli oggetti di uso comune.
[...]
Ma non solo i volti: le persone ascoltano il fruscio prodotto da una radio mal sintonizzata asserendo di poterci udire delle voci (magari quelle dei defunti) o insultano l'automobile che li ha lasciati sul ciglio della strada trattandola come un essere senziente, che può provare mortificazione per ciò che ha fatto.
L'esempio delle voci dei defunti ci offre il destro per un'interpretazione dei comportamenti di attenzione per i cadaveri dei cospecifici che sono stati spesso riportati in varie specie animali. I corvi compiono delle sorte di «raduni cerimoniali» attorno al corpo di un compagno morto; molti primati non umani mostrano un'accesa curiosità per il cadavere di un cospecifico, con una varietà di interazioni che includono toelettare, toccare delicatamente, colpire, tentare la monta sessuale o trascinare il corpo, fino pure al percuoterlo o al rivolgergli atti di cannibalismo. Anche il trasporto di lattanti deceduti è un comportamento ben documentato nei primati non umani, e può durare da poche ore ad alcuni mesi.
In maniera simile si è osservato che gli elefanti circondano un loro simile quando è morto, toccandolo con le zampe o la proboscide, a volte tentando di sollevarlo, accompagnando il tutto con vocalizzi di apparente angoscia. Possono anche proteggere il corpo contro i predatori o altri cospecifici e rivisitare il cadavere nei giorni successivi. Sono state osservate femmine adulte trasportare neonati morti anche per settimane dopo il decesso. Gli elefanti mostrano grande curiosità alla vista delle ossa di altri elefanti, in particolare teschi e zanne, che ispezionano con attenzione.
Come possiamo interpretare questi comportamenti senza lasciarci prendere la mano da inopportuni antropomorfismi? Ciò che unisce tutte queste risposte è l'attivazione dei meccanismi per la rilevazione dell'animatezza in presenza di segnali ambigui. Il cadavere, possedendo al contempo indizi che sia animato (per esempio ha ancora una faccia) ma anche inanimato (non si muove in modo autonomo, può essere spostato solamente se spinto o urtato in qualche modo), crea stati di paura e curiosità che si manifestano negli osservatori con le varie tipologie di comportamenti descritte.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

TÁR

  • Musicale
  • USA
  • durata 158'

Titolo originale TÁR

Regia di Todd Field

Con Cate Blanchett, Mark Strong, Sydney Lemmon, Julian Glover, Nina Hoss, Noémie Merlant

TÁR

In streaming su Netflix

vedi tutti

 

Konrad Lorenz pensava che l'imprinting fosse legato a un periodo sensibile, una finestra di plasticità del sistema nervoso che quando si apre consente di prendere uno stampo («imprinting» viene dal termine tedesco Prägung, che significa impronta) del primo oggetto che si presenti ai sensi dell'animale, e che quando poche ore dopo si chiude non consente più alcuna modificazione. Probabilmente la tempistica è meno rigida di quella immaginata da Lorenz: se il pulcino viene tenuto al buio, il periodo di plasticità può essere prolungato, anche di vari giorni. Si usa dire che il processo dell'imprinting è «auto-terminante», intendendo con questo che la finestra si apre, e quindi poi si chiude, solo quando nel processo si è trovato uno stimolo adeguato.
In anni recenti l'eventualità di riaprire i periodi sensibili, consentendo nuovamente la possibilità della plasticità al sistema nervoso, è al centro delle ricerche in molti laboratori. I periodi sensibili sono numerosi nelle diverse specie, e l'imprinting ne rappresenta un esempio tra i tanti.
[...]
Un altro esempio è l'orecchio assoluto, la capacità di distinguere l'altezza di una nota senza dover fare uso di una nota di riferimento (ciascuna nota ha caratteristiche precipue in qualsiasi ottava sia suonata), che è il risultato di un apprendimento tanto più efficace quanto più precoce. La fine del periodo sensibile per sviluppare l'orecchio assoluto parrebbe situarsi attorno agli undici anni. La psicologa dello sviluppo Judit Gervain e il neurobiologo Takao Hensch con i loro collaboratori hanno trovato che somministrando acido valproico, un farmaco che viene usato per le sue proprietà di stabilizzante dell'umore e di anticonvulsivante, è possibile riaprire il periodo critico per l'orecchio assoluto, consentendo a persone adulte di imparare più velocemente a identificare delle note rispetto a chi assumeva invece un placebo. L'effetto non sembra riconducibile a un generale miglioramento delle capacità cognitive, ma è specifico di quell'abilità sensoriale.
[...]
L'acido valproico, la sostanza che sembra poter riaprire il periodo critico per l'apprendimento dell'orecchio assoluto, presenta qualche rischio qualora sia assunta dalle donne incinte, perché aumenta considerevolmente il rischio di avere figli con disordini dello spettro autistico. Molti studi vengono condotti sui topi, anche transgenici, somministrando loro acido valproico per capire in che modo e per quale ragione l'assunzione della sostanza sia associata al rischio di autismo.

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Pulce non c'è

  • Drammatico
  • Italia
  • durata 97'

Regia di Giuseppe Bonito

Con Pippo Delbono, Marina Massironi, Francesca Di Benedetto, Ludovica Falda

Pulce non c'è

In streaming su Amazon Prime Video

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La prospettiva di ringiovanire i cervelli mettendo a frutto quello che stiamo imparando sui periodi critici e i meccanismi di selezione dipendenti dal tempo è allettante. Tuttavia pone importanti problemi etici e non è certamente alle porte il suo uso in ambito clinico. Nel frattempo quello che è emerso da queste ricerche potrebbe comunque tornare utile per prendersi cura di alcune persone malate.
[...]
Qualche anno fa un collega aveva attirato la mia attenzione sul testo di una pagina web di una nota associazione animalista, che recitava così:


Una nuova, pessima notizia arriva dal Centro Mente-Cervello (Cimec) dell'Università di Trento [del quale ero allora il direttore scientifico], cui l'European Research Council (Consiglio europeo della ricerca) ha assegnato 2,5 milioni di euro per studiare i pulcini al fine di sviluppare un modello animale di autismo.

In effetti non era questo il nostro «fine». Proviamo comunque a discuterne un po' in dettaglio poiché, come notavo all'inizio di questo libro, non sempre è ovvio il motivo per cui gli scienziati conducono le loro ricerche.
A che serve la capacità, così sviluppata nei piccoli di varie specie, come i pulcini e i neonati umani, di cogliere i segnali sottili della presenza di una creatura animata?
Essenzialmente le tracce di animatezza sono come mattoncini per costruire l'edificio complessivo di un cervello sociale. Ad esempio, dirigono l'attenzione verso il volto consentendo quel dialogo di sguardi che caratterizza le prime interazioni tra il neonato e la madre.
Viene da chiedersi che cosa a potrebbe accadere se il dialogo fosse impedito, se per esempio il piccolo non sviluppasse alcuno dei meccanismi che dirigono l'attenzione verso gli oggetti animati.
I disordini dello spettro autistico, com'è noto, sono caratterizzati da una compromissione della comunicazione e dell'interazione sociale, dalla presenza di interessi molto ristretti e focalizzati, e da comportamenti ripetitivi. La diagnosi è possibile solo a partire dai tre anni circa, e questo rappresenta un grosso inconveniente perché, in as senza di terapie farmacologiche, solo l'intervento preco ce, di tipo psicologico, pedagogico e sociale, potrebbe a vere qualche effetto sulla prognosi. Ci siamo chiesti perciò se le persone con questo disturbo - alcune perlomeno - mostrino già alla nascita una qualche anomalia nella dotazione naturale per prestare attenzione agli agenti animati. Nel nostro paese esiste una rete, il NIDA (Network italiano per il riconoscimento precoce dei disturbi dello spettro autistico), coordinata dall'Istituto Superiore di Sanità, che funge anche da contatto con i genitori di neonati ad alto rischio genetico di sviluppare disordini come l'autismo, in quanto hanno familiarità per tali patologie.
Con un laboratorio mobile possiamo raggiungere in tutta Italia questi bimbi per saggiarli, grazie alla disponibilità dei genitori, nei medesimi test comportamentali che abbiamo messo a punto per i nostri pulcini.
[...]
Insomma i risultati avvalorano l'ipotesi che nello sviluppo di patologie come l'autismo possa essere coinvolta un'anomalia delle predisposizioni per i segnali di animatezza presenti tipicamente nei neonati - i mattoncini per costruire il cervello sociale. Questi risultati, se confermati in un più ampio numero di casi, potrebbero rappresentare il primo passo verso la messa a punto di un protocollo di screening per la diagnosi precoce dell'autismo, aprendo la strada a interventi riabilitativi mirati, attuabili durante i periodi sensibili nei quali il sistema nervoso è maggiormente predisposto al cambiamento. Forse, tutto sommato, è valsa la pena di spende re tante ore a scrutare i comportamenti e i cervelli dei pulcini, e lo European Research Council non ha sprecato i suoi denari.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Darwin

  • Biografico
  • Francia
  • durata 52'

Titolo originale Darwin

Regia di Peter Greenaway

Con Bert Svenhujsen, Jacques Bonnaffé, Barbara M. Messner, Germain Pengel, Yannick Pengel

Darwin

 

Negli esperimenti con gli infanti il completamento percettivo di oggetti parzialmente occlusi emerge relativamente tardi nello sviluppo, tra i quattro e i sette mesi di età, a secon da che vengano utilizzati stimoli in movimento o stazio nari. Ciò sembra avvalorare una credenza alquanto diffusa anche tra i non specialisti, ovvero l'idea che gli stinti apparterrebbero principalmente agli animali non umani (e in particolare a quelli supposti «inferiori»), e l'apprendimento agli esseri umani. Così i pulcini pos siederebbero meccanismi innati per il completamento percettivo preimpostati nei loro cervelli, mentre gli esseri umani avrebbero bisogno di un'esperienza del mondo visivo per imparare a mostrare la stessa abilità Penso che questo sia sbagliato. Gli organismi che vivono oggi sul pianeta sono tutti egualmente evoluti, riflettendo l'esito presente, ma momentaneo, di una radiazione evolutiva che ha avuto inizio a partire da antenati comuni. Cervelli complessi si sono evoluti indipendentemente molte volte nella storia della vita. Non esistono animali «inferiori» e «superiori», perché evoluzione non significa progresso, ma cambiamento.
Di fatto, nelle specie profondamente dipendenti dall'apprendimento, come si vocifera siano gli esseri umani, mi aspetterei quindi più (non meno) istinti (leggi predisposizioni biologiche), proprio perché le predisposizioni biologiche rendono possibile l'apprendimento.

 

Quel che l’eccelso Jean-Henri Fabre non ha, mai, compreso, e che ho cercato di evidenziare ("L’evoluzione non è senziente, non porta a magnifiche sorti, e progressive, ma solo alla sopravvivenza del più adattabile, non del più forte/grande/bello, anzi!"), ad esempio, qui: //www.filmtv.it/playlist/721161: Libri A(ni)mati (70): Souvenirs Entomologiques - Sixième Série.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

2001. Odissea nello spazio

  • Fantascienza
  • Gran Bretagna
  • durata 141'

Titolo originale 2001: A Space Odyssey

Regia di Stanley Kubrick

Con Keir Dullea, Gary Lockwood, William Sylvester, Daniel Richter, Leonard Rossiter

2001. Odissea nello spazio

In streaming su Now TV

vedi tutti

 

Il punto non è dimostrare che un qualche barlume di conoscenza ["innata"; N.d.R.] è presente in assenza di qualsivoglia esperienza, bensì dimostrare che una certa specifica esperienza è necessaria perché quel barlume di conoscenza si riveli.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Post Tenebras Lux

  • Drammatico
  • Messico, Francia, Paesi Bassi
  • durata 100'

Titolo originale Post Tenebras Lux

Regia di Carlos Reygadas

Con Adolfo Jimenez, Natalia Acevedo, Willebaldo Torres, Eleazar Reygadas, Rut Reygadas

Post Tenebras Lux

 

Se vi chiedessi quanto «giallo» c'è in un pollaio rimarreste probabilmente interdetti, e mi chiedereste di riformulare la domanda: «Giallo cosa?». Se invece vi chiedessi quanti pulcini vi sono in quel pollaio non avreste difficoltà a rispondermi. Per i filosofi i concetti, che sono universali e astratti, si dividono in due categorie: i sortali e i modi. I sortali sono tipi di oggetti, sia quelli naturali (i pulcini, le felci...) sia gli artefatti (i martelli, le penne...). I modi sono invece le proprietà di cui godono gli oggetti (gialli, bassi, veloci...). Un sortale individua una «sorta» o «tipo» di entità, fornisce cioè criteri per individuare e per contare gli oggetti che li rispettano. Ma come possiamo individuare un oggetto?
[...]
Quest'idea che il linguaggio sia fondamentale per l'individuazione e l'identificazione degli oggetti in senso astratto (cioè sulla base di criteri non solamente percettivi) implicherebbe quindi l'impossibilità per gli animali, che il linguaggio non lo posseggono, di formare sortali specifici. Vediamo.


[Seguono quattro pagine di esperimenti.]


Insomma, tutto sembra congiurare verso l'interessante conclusione che non serva possedere un linguaggio per disporre di sortali specifici. Non è necessario il linguaggio per pensare.

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il popolo migratore

  • Documentario
  • Francia, Italia, Germania, Spagna, Svizzera
  • durata 98'

Titolo originale Le peuple migrateur

Regia di Jacques Perrin

Il popolo migratore

In streaming su Apple TV

vedi tutti

 

I concetti di «uguale» e «diverso» sembrano costituire il fondamento per la costruzione di una mente. Non mi riferisco alla semplice capacità di riconoscere oggetti particolari come uguali o diversi, ma a quella, assai più generale, di saper cogliere la relazione di uguaglianza o di differenza quali che siano gli oggetti. E stato dimostrato infatti che gli animali possono imparare, per tentativi, con un sistema di premi e punizioni, a cogliere il concetto relazionale di uguale e diverso. Ma sono in grado di svilupparlo spontaneamente, per esempio grazie all'imprinting?
Come abbiamo già notato, l'aspetto della chioccia può cambiare in maniera considerevole semplicemente come risultato del diverso punto di vista del pulcino che la osserva. Inoltre, a parità di punto di vista, l'aspetto della chioccia cambia a seconda dell'attività in cui è impegnata, per esempio quando cammina o svolazza. Poterla identificare in maniera flessibile ma affidabile facendo uso di un insieme di caratteristiche che non di penda dalla specifica configurazione di stimoli osservabile sul momento rappresenterebbe per il pulcino un grande vantaggio.

[Segue esperimento.]

Gli animali colgono cioè la relazione [il rapporto, la proporzione; N.d.R.] che lega gli stimoli, indipendentemente dalla particolare natura degli stimoli stessi.

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il diamante bianco

  • Documentario
  • Gran Bretagna, Germania
  • durata 88'

Titolo originale The White Diamond

Regia di Werner Herzog

Il diamante bianco

 

Come per il senso del numero, ci sono prove che anche questo elementare senso euclideo della geometria faccia parte dell'equipaggiamento di base del cervello degli animali. Un'idea che probabilmente sarebbe piaciuta a Immanuel Kant, secondo il quale spazio, tempo e numero sono intuizioni a priori, che precedono e strutturano il modo in cui sperimentiamo l'ambiente.
Ma davvero un senso innato della geometria precede e guida le nostre esperienze di navigazione nell'ambiente? Com'è possibile svincolare la nostra esperienza delle superfici dall'uso delle loro proprietà geometriche? Come sempre in questi casi non possiamo studiare organismi del tutto privi di esperienze, ma possiamo mostrare come queste esperienze siano già ricche in partenza. Un esempio è rappresentato da una condizione nella quale l'esposizione all'oggetto di imprinting in un pulcino appena nato avviene la prima volta in cui si trova in uno spazio delimitato da superfici estese.
[...]
L'ultima pennellata per completare il quadro viene dagli studi di antropologia cognitiva, come quelli condotti da Pierre Pica e Stanislas Dehaene con i loro collaboratori sulla popolazione indigena dei Mundurucu dell'Amazzonia. Queste persone colgono i concetti di punto, linea, parallelismo e angolo retto senza aver avuto alcuna esperienza di simboli grafici, di mappe o di un linguaggio specifico di termini geometrici. Un esempio è [quello in cui] i partecipanti mundurucu dovevano scovare l'intruso tra i diversi esemplari di linee parallele, secanti e ad angolo retto. 

 

https://www.lescienze.it/news/2011/05/25/news/l_innata_intuizione_euclidea_dello_spazio-551934/

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

L'enigma di Kaspar Hauser

  • Drammatico
  • Rft
  • durata 109'

Titolo originale Jeder für sich und Gott gegen alle

Regia di Werner Herzog

Con Bruno S., Brigitte Mira, Hans Masius, Clemens Scheinz

L'enigma di Kaspar Hauser

 

Sappiamo tutti che l'esperimento di Kaspar Hauser¹ - l'esperimento del perfetto isolamento - è problematico. L'esperienza, nella sua forma più generale, interviene sempre nel determinare il comportamento.

 

¹ È così chiamato in etologia un tipo di esperimenti ispirati alla vicenda di Kaspar Hauser, un giovane, vissuto a Norimberga (1812-1833), che sarebbe stato segregato per una dozzina d'anni in una stanza buia senza contatti con altri esseri umani. Un esperimento psicologico del genere è narrato da Erodoto: il faraone egiziano Psammetico, per stabilire se il linguaggio fosse innato e quale lingua fosse quella originaria, avrebbe fatto allevare due neonati da un pastore cui era stato proibito di parlare in loro presenza. A due anni gli infanti iniziarono a parlare e la prima parola da essi pronunciata sarebbe stata in lingua frigia.

 

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Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Il ragazzo selvaggio

  • Drammatico
  • Francia
  • durata 85'

Titolo originale L'enfant sauvage

Regia di François Truffaut

Con Jean-Pierre Cargol, Françoise Seigner, François Truffaut

Il ragazzo selvaggio

 

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In epoca moderna sono stati descritti vari casi simili di cosiddetti «ragazzi selvaggi». Il problema è che con le specie a prole inetta, come la nostra, è impossibile esser certi che l'isolamento non provochi una condizione patologica anziché fisiologica. Nelle specie a prole precoce o atta, invece, come il pulcino, si possono eseguire i test a un'età che garantisce che lo sviluppo è avvenuto normalmente. In certe condizioni, comunque, è possibile studiare gli effetti dell'isolamento anche nei neonati delle specie inette.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No

Irrational Man

  • Commedia
  • USA
  • durata 96'

Titolo originale Irrational Man

Regia di Woody Allen

Con Joaquin Phoenix, Emma Stone, Jamie Blackley, Parker Posey, Ethan Phillips

Irrational Man

IN TV Sky Cinema Due

canale 302 vedi tutti

 

E io Kant...

 

Recensione.

 

Rilevanza: ancora nessuna indicazione. Per te? No
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