Nel giorno di uscita in sala di Io capitano, il nuovo film di Matteo Garrone, non possiamo esimerci dal riportare qui tre stralci delle recensioni arrivate da venezia.
Ambizioso, mai retorico Con "Io capitano" Matteo Garrone firma il suo progetto ad oggi più ambizioso ed importante, e ci racconta per filo e per segno la via crucis che, in termini frammentari la stampa in po' ci ha già raccontato per vie sommarie, ma che con questo film ci vengono riproposte in tutta la sua più cruda, realistica e veritiera drammaticità. La recensione di Io capitano (Alan Smithee)
Piatto come una carta geografica Un film che non sta né qui né lì né da nessuna parte, su un filo di prudenza non schierata che darebbe nutrimento a qualsiasi fazione polarizzata sul tema. Un circolo vizioso che evita la retorica ma anche l’analisi, e che ha troppa paura del cattivo gusto per essere di buon gusto. La recensione di Io capitano (EightAndHalf)
Capitani, trafficanti Per la prima volta in concorso a Venezia, Garrone sfoggia un’empatia che ricordiamo in Estate romana, al seguito del racconto La rotta di Mamadou, scritto da un ivoriano emigrato in Italia. “Io sono il capitano!”, il grido di trionfo sale dalla nave carica di richiedenti asilo. Fuori campo, Seydou, 17 anni, finirà nella lista dei “trafficanti di esseri umani”. Speciale Concorso Venezia 2023 di Film Tv
E adesso cambiamo completamente aria, genere e persino località e seguiamo EightAndHalf nella sua seconda gita sull’Isola del Lazzaretto Vecchio per la sezione Venice Immersive.
Due esperienze diverse (fra di loro e dalle precedenti due già viste) che mi hanno restituito ancora una volta la possibile varietà della realtà virtuale, facendomi sondare i confini fra le arti in modo articolato, attivo e partecipe. Il linguaggio del VR è la possibilità letterale di toccare la ricerca espressiva con mano, di guardarla da dentro, di diventarne improvvisato autore contingente così da dare corpo a riflessioni e idee altrimenti solo astratte e sovrastrutturali. Leggi il post sull'esperienza VR diComfortless di Gina Kim dalla Corea del Sud e di The Utility Room di Lionel Marsden
Infine, cambiando ancora registro e sezione, come dice giustamente obyone, quest'anno la Mostra del Cinema di Venezia ha dato il proprio commiato a ben due registi: William Friedkin e Pema Tseden. Il maestro americano ci ha lasciato pochi giorni prima dell'inizio della kermesse senza possibilità di accompagnare il suo ultimo "The Caine Mutiny Court-Martial" su Red Carpet. Tseden, invece, è scomparso, a causa di un arresto cardiaco, lo scorso maggio. Soffriva di diabete, aspetto evocato indirettamente in "Xue bao", film presentato nella sezione ufficiale ma fuori concorso. Un omaggio doveroso, quello dedicatogli da Alberto Barbera, poiché Tseden è stato ospite della Mostra per ben tre volte in passato concorrendo nella sezione Orizzontitutti inediti in Italia. Continua a leggere la recensione di Xue Bao, titolo internazionale Snow Leopard
E per oggi è tutto ma gli assetati di novità possono aggiornarsi attraverso lo Speciale Venezia 2023. A domani, che manca poco!
Con Isabella Kjellberg, Ida Engvoll, Bianca Delbravo, Dilvin Asaad, Safira Mossberg
Orizzonti Tre sorelle, due adolescenti e una bimba, a rischio d’essere strappate l’una all’altra: la madre è assente, i servizi sociali incombono. Gustafson ha alle spalle quattro corti e un doc (sull’artista svedese Silvana Imam).
Settimana internazionale della critica Madri nello spazio chiuso della prigione. L’occhio segreto e clandestino dei cellulari ruba una quotidianità sconosciuta. La forza della realtà supera ogni barriera.
Fuori Concorso “AMOR” è “ROMA” al contrario: la città eterna, che la documentarista sperimentale Eleuteri Serpieri decide di percorrere, tentando un viaggio nel tempo che la riporti alla sera di 25 anni fa in cui sua madre si è gettata nel Tevere. La regista s’immerge negli abissi della Capitale, e nei propri, sfogliando le tante superfici di una metropoli molteplice, fino a immaginare un luogo nuovo, attorno a un’idea di amore e cura.
Con Cathalina Geraerts, Felix Heremans, Greet Verstraete, Serdi Faki Alici, Els Deceukelier
Concorso Belga di origini, la regista con i primi tre film ottiene consensi ai festival internazionali, mentre il quarto, Home - progetto sviluppato dal Torino Film Lab -, riceve a Venezia Orizzonti il premio alla regia. La quindicenne Holly decide senza motivi apparenti di non andare a scuola nel fatidico giorno in cui nell’istituto scoppia un incendio: la ragazza diventa una fonte di conforto per la comunità in lutto. Un dramma venato di umorismo che, esplorando complessi legami umani, riflette su fede e caso.
Con Yorgos Tsiantoulas, Andreas Labropoulos, Roubini Vasilakopoulou, Nikolaos Mihas
Giornate degli Autori Due amici gay, una spiaggia greca, lo script in fieri del film di uno di loro: Charlie Kaufman in salsa tzatziki o una nuova onda tutta da cavalcare?
Con Tony Abuerto, Micah Bunch, Nichole Dukes, Nathaly Garcia, Makai Garza
Orizzonti Coppia di fratelli statunitensi che si sono fatti le ossa nel documentario ed esportano nella fiction il modello vérité narrando l’on the road di formazione di un gruppo di adolescenti freschi di diploma.
Concorso Tra i volti più interessanti del cinema contemporaneo, l’attore tedesco Franz Rogowski ci ha abituati a prove spigolose e magnetiche (solo quest’anno, in Disco Boy e Passages): Diritti lo ha scelto come protagonista del suo lugometraggio n. 5, liberamente ispirato a Il seminatore di Mario Cavatore, nei panni istrionici di un artista di strada costretto a combattere per i confini svizzeri nel 1939 e inesorabilmente ferito dalle ingiustizie della Storia. In sala dal 9/11/2023.
Con Aurora Ferati, Albina Krasniqi, Elsa Mala, Gani Rrahmani, Urate Shabani, Don Shala
Orizzonti Extra Secondo lungo dell’attrice ventiduenne kosoviana naturalizzata francese, che ritorna alla terra natia per dipingere un duplice coming of age al femminile che è anche un affresco amaro sulle speranze infrante di una generazione lasciata sola dopo la proclamazione d’indipendenza del 2008.
Con Romain Duris, Pierre Niney, Gilles Lellouche, Anaïs Demoustier, Alain Chabat
Fuori concorso Incontenibile Dupieux: appena passato - e premiato - a Locarno con Yannick, il regista precedentemente noto come Mr. Oizo è già pronto per sbarcare a Venezia con questa “lettera d’amore” a Salvador Dalí, la storia di un giornalista che realizza un doc sull’artista. «Mi sono connesso con la coscienza cosmica di Dalí» recitano le note di regia. «Poi, insieme, abbiamo fatto visita a Buñuel». Tante stelle francesi: Duris, Demoustier, Marmaï, Niney, Lellouche... Difficile moderare le aspettative.
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