Se nella puntata di ieri di questo ibrido appuntamento quotidiano su quel che succede alla Mostra, abbiamo scelto di guardare un po' più da vicino le recensioni dei film passati nella sezione Fuori concorso, oggi, nella giornata in cui si liberano dall'embargo le recensioni su Io capitano, il film di Garrone in concorso, vogliamo fare una sintesi delle visioni di un'altra sezione importante e molto amata dai nostri spettatori presenti a Venezia: Orizzonti e Orizzonti extra. Lascio la parola, solo per un attimo, a Giulio Sangiorgio, che nel numero scorso del settimanale racconta così la (doppia) sezione.
Si fa sempre un gran dire su quel che la seconda sezione competitiva di Venezia era (quando è nata, ai tempi di Marco Müller) o dovrebbe essere. Proviamo invece a capire cosa è, oggi. Una sezione di prospettiva. Non solo di ricerca e non solo di ricerca formale ed estetica. Dunque un luogo abitato da nuove forme, oppure forme non alla misura del canone arthouse del Concorso. Ma anche e soprattutto, nuovi talenti, nomi da considerare, con un futuro, si spera, di fronte, anche in un cinema non sovversivo. Tante opere prime e seconde (come quella del maestro Simone Massi, all’esordio nel lungo, o quella della star Micaela Ramazzotti). 18 scommesse, a modo loro (anche se Tsukamoto…). In fin dei conti la cartina tornasole del lavoro di Barbera & Co., il luogo per provare a capire cosa desiderano, come pensano l’arte cinematografica si stia muovendo, cosa il cinema può e deve essere. La prova del nove, oltre l’agenda dei grandi nomi del Concorso. Con un’attenzione maggiore alla varietà geografica, un programma di corti che si muove sulle stesse orme, e lo spinoff Extra, con titoli pensati per il pubblico, che giudica e premia i nove film.
Sulla base di questa premessa ecco dunque un po' di suggestioni chieste in prestito alle recensioni arrivate fino ad oggi.
City of Wind È una storia d’amore fra due liceali che vivono a Ulan Bator. La regista, che esordisce al lungometraggio, tiene molto a far sapere che Ulan Bator è protagonista tanto quanto i due ragazzi: la città è una perenne contraddizione, i palazzoni moderni del centro e le case cadenti e sparse delle montagne tutte attorno. È una contraddizione che i due ragazzini vivono direttamente sulla loro pelle: lui crede di essere in contatto con gli spiriti ma cita Terminator e va nei centri commerciali per rilassarsi e staccare dal mondo; lei è moderna e scettica nei confronti della tradizione ma si innamora di lui e dichiara di voler vivere in campagna. La recensione di City of Wind
Upon Open Sky Avventura on the road sulla strade assolate del Messico che tagliano sconfinati deserti, A Cielo Abierto è però soprattutto il percorso di due giovani per imparare a fare i conti con il dolore della perdita e con l’ingiustizia della vita e di un caso beffardo ed insensato che aveva portato il loro papà sulla traiettoria di un camionista addormentato al volante. Alla fine, scovato e sequestrato il camionista, che si rivela un povero disgraziato vittima anche lui della sfortuna e roso dal senso di colpa, i ragazzi scopriranno anche l’inutilità della vendetta ed il potere terapeutico del perdono. La recensione di Upon Open Sky
Una sterminata domenica Come raccapezzarsi nell'ambizione spiritual-impressionista del nuovo film di Alain Perroni, se non innanzitutto coi suoi riferimenti più evidenti ed entusiasti: le oscillazioni di camera che scrutano dalle prospettive più particolari e singhiozzano sommesse in sede di montaggio sono di ascendenza evidentemente malickiana, mentre l'utilizzo delle musiche di Shiro Sagisu, mitico compositore della serie Neon Genesis Evangelion, aggiunge quel tocco di dolcezza che ambisce al ritratto generazional-esistenziale di una generazione, tra gli oblii giovanilisti del cinema taiwanese fino ai sogni per corsa su due ruote del cinema di Hong Kong. La recensione di Una sterminata domenica
Explanation For Everything A voler fare i pignoli, il film, che ha un impronta molto più vicina al cinema sociale rumeno di Radu Jude e Cristian Mungiu che non alle esperienze oniriche di Benedek Fliegauf e Laszlo Nemes, non prende le stesse scelte estetiche estreme del vicino già citato cinema rumeno e preferisce una mimesi quasi da cinema francese impegnato (Cantet, come già detto), o da cinema iraniano della contraddizione sociale e del dubbio. La recensione di Explanation For Everything
Heartless Heartless, dal nome della seconda protagonista, è un bel film che celebra l'estasi del colpo di fulmine in un Brasile tropicale magico e quasi primitivo arroccato su contrasti di classe insanabili ed intolleranze odiose. La recensione di Hertless
The Rescue Dopo il successo di Argentina 1985 presentato in concorso lo scorso anno, alla Mostra torna in scena la difficoltosa transizione democratica dell'Argentina degli Anni 80, con tutti i suoi lati oscuri , insabbiamenti della verità e collusioni con il passato regime. Il dramma politico e familiare di Daniela Goggi mostra dall'interno la disgregazione psicologica di Julio e l'afflizione dei membri della sua famiglia come effetto dell'angoscia prolungata circa la sorte del proprio caro e della rabbia e delusione di fronte al coinvolgimento nel crimine di parti di quello Stato che dovrebbe ora rispondere a logiche democratiche e di diritto, proteggendo la vita dei suoi cittadini. La recensione di The Rescue
Chi volesse apporofondire, può accedere da qui a tutte le recensioni Orizzonti ed Orizzonti Extra.
Titolo originale This is How a Child Becomes a Poet
Regia di Cèline Sciamma
Giornate degli Autori Sciamma omaggia Patrizia Cavalli con un petit film composto di fotografie e oggetti rinvenuti nella casa della poeta scomparsa nel 2022.
Con Mathias Legout Hammond, Elodie Bouchez, Jean-Charles Clichet, Céleste Brunnquell
Orizzonti Un giovane vampiro e la sua famiglia, nella provincia francese degli anni 80. In origine un’autobiografia, la scelta del genere horror, dice la regista, era l’unica possibile per il racconto di una adolescenza.
Regia di Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova
Settimana internazionale della critica Tre ragazze, il proprio corpo, il ballroom, la periferia di Torino: un anno tra voglia di crescere e partire, in un mondo colorato dove esprimersi liberamente.
Fuori Concorso Primo studente tibetano a diplomarsi alla scuola di cinema di Pechino, tre volte a Orizzonti, dove nel 2018 il suo Jinpa ha vinto il premio per la sceneggiatura, Pema Tseden (noto anche col nome cinese Wanma Caidan) è morto d’improvviso, a soli 53 anni, l'8 maggio 2023. A Venezia 80 si proietta l’ultimo suo lavoro completato: un’esplorazione della (im)possibile convivenza tra uomini e animali, che s’innesca quando un leopardo delle nevi uccide le pecore di un pastore nomade.
Concorso Matteo Garrone affronta a viso aperto il dramma dell’immigrazione, mettendo in scena l’odissea contemporanea di due senegalesi, Seydou e Moussa, che sognano di raggiungere l’Europa. Partendo da Dakar i due giovani attraversano il deserto, conoscono l’orrore dei centri detentivi della Libia, affrontano i pericoli del mare. Un film che sulla carta sembra allontanarsi dal gusto visionario e barocco dei precedenti titoli del regista romano per approdare a un cinema più realistico e diretto. In sala dal 7/9/2023.
Giornate degli Autori Tre personaggi per altrettanti dolori. Il quarto film del giapponese Sugita, già assistente alla regia di Kiyoshi Kurosawa, si pone un quesito di bruciante attualità: sappiamo ancora provare empatia?
Con Victoria Pedretti, Nick Offerman, Connie Nielsen, Jon Bernthal, Vera Farmiga, Niecy Nash
Concorso Progetto complesso quello dell’autrice afroamericana DuVernay, che dopo Selma, XIII emendamento e la serie When They See Us torna a puntare il dito contro le iniquità della società statunitense e contro il suo sistema di “caste”, adattando in un lavoro di fiction il libro di non-fiction Caste: The Origins of Our Discontents di Isabel Wilkerson. Nel folto cast, Jon Bernthal, Vera Farmiga, Connie Nielsen e Victoria Pedretti, per un racconto corale che tenta di risalire alle origini delle ingiustizie.
Orizzonti Extra A un gruppo di fuoco dell’IRA conviene lasciare Belfast e finisce in un paese sperduto del Donegal dove vive Liam Neeson. Il regista, già aiuto di Clint Eastwood, di nuovo al lavoro con l’attore irlandese che “torna a casa”. In sala dal 12/10/202
Con Alice Isaaz, Roschdy Zem, Vincent Elbaz, Pascale Arbillot, Pierre Lottin
Fuori concorso La regista di Angèle e Tony (alla SIC nel 2010) e di Le dernier coup de marteau (in Concorso nel 2014) per il suo nuovo lungometraggio affonda la camera nelle proprie radici da fotoreporter, scegliendo come protagonista Gabrielle, una ragazza alle prime armi che impara il mestiere di cronista sul campo, lavorando con un team di veterani per un programma prestigioso. Nell’ispirazione autobiografica, Delaporte cerca l’autenticità di un’esperienza frenetica ed emozionante.
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